Venerdì 17 giugno u. s. si è tenuta in Roma, a Palazzo Valentini, sede della Provincia, l’inaugurazione della mostra fotografica ‘L’Aquila, la città fantasma: viaggio silenzioso attraverso la zona rossa’ di Emiliano Iatosti , in cui sono state esposte al pubblico, per la prima volta, tutte le immagini (18 fotografie) che raccontano e descrivono quello che era il centro storico della città de L’Aquila circa due mesi dopo il terremoto del 2009. A distanza di due anni, la città è ancora in attesa dei finanziamenti per la ricostruzione, ma gli effetti lasciati dal sisma sono ferite molto più profonde di quelle visibili nelle crepe dei palazzi o nei calcinacci sulle strade. Secondo uno studio coordinato dall’ospedale ‘Bambin Gesù’ di Roma, infatti, il trauma subito dai bambini abruzzesi ha lasciato tracce indelebili. Lo studio è stato condotto su 1.750 minori abruzzesi, 550 dei quali fra i 3-5 anni e 1.200 nella fascia d'età 6-14, tutti reclutati all’Aquila e nel resto della regione. Da un primo screening, con questionari compilati dai pediatri di famiglia, sono stati selezionati i 320 bambini più a rischio, sui quali si è eseguito un approfondimento diagnostico neuropsichiatrico. I risultati dicono che il 38% di loro soffre di disturbi psicopatologici: dall’ansia ai disturbi del comportamento e dell'affettività, come umore fragile, ipervigilanza e reazioni alterate al contesto. La ricerca, promossa dall'Ordine dei camilliani e finanziata dalla Caritas, ha dimostrato che la psicopatologia che segue una catastrofe è stata sottovalutata e sottostimata nella popolazione pediatrica. Dallo studio, denominato ‘Rainbow’, emerge inoltre che la risposta al trauma varia: più il soggetto vive nelle vicinanze dell’epicentro del sisma, più é intenso il disturbo. A risentire meno dello stress traumatico sono stati i più piccoli, grazie alla presenza di maggiori fattori di protezione e a un diverso livello di sviluppo del sistema nervoso e della coscienza al momento della tragedia. I risultati di questa ricerca hanno permesso di dar vita a un progetto internazionale di intervento che ha già fatto esperienza sul campo dopo il terremoto in Cile.
(dossier tratto dal sito www.periodicoitalianomagazine.it)