Si chiama ‘Kiss information device’ ed è una di quelle invenzioni che lasciano, letteralmente, ‘a bocca aperta’. È un gadget messo a punto dai laboratori Kajimoto dell’Università di Comunicazioni elettroniche di Tokyo, che dovrebbe permettere di digitalizzare la sensazione di un bacio con la lingua e di trasmetterla via internet. Funziona tramite una sorta di ‘cannuccia’ da far ruotare nel palato collegata a un software che registra, oltre che i movimenti effettuati, la maniera di respirare, la temperatura e il grado di umidità della bocca, tutti elementi che contribuiscono a rendere unico il bacio di una data persona e che possono essere ricreati all’altro capo della rete mediante un congegno simile. Da quanto è dato capire dal video su Youtube con cui il laboratorio pubblicizza il proprio ritrovato, il movimento è unidirezionale, la qual cosa implica che una ‘lingua’ conduca il gioco e l’altra si goda - se questa è la parola giusta - le sensazioni che ne risultano. Gli scienziati giapponesi hanno già pensato alle possibili implicazioni commerciali: “Una celebrità potrebbe, per esempio, registrare il proprio bacio e offrilo ai fan via internet”, spiega un ingegnere nipponico con tanto di smorfia birichina da cartone animato, “sarebbe molto popolare”. Oppure, il Kiss trasmission device potrebbe essere utilizzato da due innamorati che vivono a grande distanza o, spingendosi ancora più in là con la fantasia, da qualche ex che, perduto l’amore, cerca di riviverne le sensazioni mediante una serie di baci ‘registrati’. Non c’è fine all’immaginazione umana e, del resto, quella inventata dai ricercatori del Kajimoto non è altro che una forma di ‘cybersesso’, ideale preludio allo scenario descritto nel celebre libro di David Levy uscito qualche anno fa – ‘Love and Sex with robots’ - in cui si prefigurano come normali, entro il 2050, i rapporti sessuali fra umani e automi. Chissà perché, in un mondo in cui le distanze contano sempre meno e quindi, in teoria, sarebbe più facile incontrarsi vis-à-vis, anche il sesso, per alcuni, stia diventando sempre più digitale. Possiamo ipotizzare alcuni vantaggi, d’accordo: nel caso del Kiss transmission device non ci sono rischi di ‘alito cattivo’ (si può sempre ricorrere al software per eliminare le componenti sgradite) e i partner robotici difficilmente avranno “mal di testa” o crolleranno dal sonno. Ma non c’è niente di più triste del ridurre quello che qualcuno una volta ha definito “un apostrofo rosa tre le parole t’amo” in uno scambio di fluidi mediato dal computer. E viene il dubbio che gli scienziati di Tokyo non abbiano ben presente la differenza, perché non hanno mai conosciuto l’originale. Se siete amanti a distanza e i vostri partner sono distanti chilometri, questo gadget giapponese potrebbe risolvere le mancanze di affetto di molti, simulando un vero e proprio bacio virtuale via internet con tanto di lingua. Anche se la cosa potrebbe far sorridere o inorridire, il giapponese che ha creato questo dispositivo è sicuro del suo successo. Nulla di particolarmente complicato, in effetti: una piccola scatola dotata di una specie di cannuccia ruotante. Immaginate di essere in chat con il vostro partner e di iniziare a baciare questo piccolo – e imbarazzante – dispositivo: dall’altra parte, il vostro interlocutore dovrà baciare a sua volta un apparecchio analogo che riprodurrà in tempo reale i movimenti della lingua, simulando un bacio appassionato. Il progetto è in fase embrionale, ma sembra essere già allo studio una versione in grado di analizzare il respiro e di riprodurlo per rendere più entusiasmante l’esperienza. Se volete vederlo in azione, cercate su internet il link del video. Un’altra intuizione curiosa potrebbe rendere questo stravagante gadget davvero un successo planetario: pensate se una celebrità come un calciatore, un attore, oppure un cantante decidessero, tramite il proprio sito web, di distribuire baci appassionati alle proprie fans. Secondo voi, cosa succederebbe? E dove finiranno “tutti i baci che non ho mai dato”, quelli reclamati a viva voce dai ‘figli dei fiori’?