Il 12 e 13 giugno saremo chiamati alle urne per esprimerci su quattro quesiti. Due di questi riguardano l’acqua pubblica. Il primo vi chiederà se siete a favore o contro l’abrogazione delle norme che affidano il servizio ai privati. Il secondo vi chiederà di abrogare o meno il calcolo delle tariffe secondo una logica solo ed esclusivamente di mercato. Il terzo quesito riguarda il nucleare e la possibilità di erigere centrali sul territorio nazionale. Il quarto riguarderà il cosiddetto ‘legittimo impedimento’, ovvero la possibilità da parte del presidente del Consiglio e dei ministri di non comparire davanti ai giudici nei processi che li riguardano. Io vi chiedo di votare quattro volte ‘Sì’. L’acqua è un bene collettivo immediatamente connesso con il nostro diritto all’esistenza e, come tale, deve essere salvaguardato e sottratto alle logiche di mercato. Fukushima ci ha insegnato, spero, molte cose. Dispiace vedere il cinismo dei molti che, nonostante la tragedia, ancora insistono sul nucleare come possibile alternativa. Vi chiedo di votare ‘Sì’ per la nostra salute e quella dei nostri figli, che non valgono, di sicuro, nessun affare. Vi chiedo di votare ‘Sì’ anche per il legittimo impedimento, perché è inconcepibile che sotto la scritta ‘la legge è uguale per tutti’, alcuni cittadini siano più ‘uguali’ degli altri. Ma c’è un quinto ‘Sì’ da gridare forte, che è quello a favore della democrazia diretta e dei referendum. In un momento storico in cui gli spazi di rappresentanza della politica e del sistema maggioritario ci costringono a fare scelte obbligate - alle volte ‘contronatura’ - e a delegare la nostra sovranità a pochi ‘boiardi’ scelti non da noi attraverso il voto, ma da ristrette ‘cricche’, è importante ridar forza e dignità alle consultazioni referendarie e riappropriarci della possibilità di decidere del nostro futuro. Andare a votare vuol dire, anche e soprattutto, preservare e rilanciare lo strumento referendario, che è uno spazio di sovranità che ci appartiene. 12 e 13 giugno 2011: io dirò cinque volte ‘Sì’. E voi?