Luca BagatinL’unità d’Italia fu conseguita per mezzo di tre importanti personaggi storici di matrice laica: Giuseppe Mazzini, la mente; Giuseppe Garibaldi, il combattente; Camillo Benso conte di Cavour, il politico. L’unità d’Italia vide, per la prima volta nella Storia, la collaborazione - spesso involontaria - di repubblicani e monarchici, di massoni e uomini di chiesa, di liberali, repubblicani e socialisti umanitari. La collaborazione di borghesi, nobili illuminati e persino operai scolarizzati. L’Italia, si sa, è un Paese di fratricidi, che ama più dividersi che unirsi. Sarà per questo che il Risorgimento e l’unità d’Italia sono sempre stati così invisi, tanto nella sinistra di matrice marxista (che non ha mai tollerato la cultura laica e liberaldemocratica), tanto nella destra fascista (la quale, dopo i Patti Lateranensi, non ha mai tollerato l’anticlericalismo e l’idea di Patria in senso mazziniano e garibaldino, ovvero come comunità di liberi ed eguali). Non parliamo poi del centro cattolico, che non ha mai tollerato l’affermazione dei principi massonici propugnati dal Risorgimento di libertà, eguaglianza e fratellanza al di sopra di qualsiasi fede religiosa. L’Italia fu unita, ma dopo il fascismo ci penserà la cultura clericale e comunista a disfare le conquiste dei padri del Risorgimento. Pensiamo, per esempio, all’inserimento - con l’articolo 7 -  dei Patti Lateranensi nella Costituzione della Repubblica italiana. Il divorzio, grande lotta emancipatoria dei Partiti risorgimentali, sarà ottenuto in Italia negli anni ‘70 del ‘900, ma con grandissima fatica e per mezzo dei piccoli partiti laici: Pr, Pri, Psi, Psdi e Pli. Una volta spazzati via con la falsa rivoluzione di matrice clericofascista e cattocomunista di Tangentopoli, ecco ridimensionate nuovamente le conquiste dei laici e dei risorgimentali (è a rischio la legge sull’aborto, mentre quella sul testamento biologico che si sta discutendo in questo periodo è la più inumana possibile). Ed ecco tornare al potere forze eversive, senza storia, né cultura: Pd, PdL, Lega Nord e tutti i loro alleati di ispirazione clericofascista e cattocomunista. I Ber-sani, Ber-lusconi, Ber-tinotti, venditori di fumo ‘vendoliani’ eredi di Ber-linguer, che ancor oggi vorrebbero darcela a bere. Ed ecco - alla vigilia del 17 marzo, finalmente proclamata Festa nazionale - un Bersani che si mette a fare ‘pastette’ con la Lega Nord per un federalismo pasticcione e anti-Risorgimentale. Massì, tanto il già comunista Massimo D'Alema definì in tempi non sospetti la Lega: “Una costola della sinistra”. Sinistra, sì, ma di ispirazione marxista, antidemocratica, antioccidentale, antirisorgimentale. Eccoli ancora una volta riuniti, gli eredi del ‘dossettismo’, capaci di venire a patti persino con i ‘baluba’ del nord. Lo spirito mazziniano, garibaldino e cavouriano, a ogni modo, non credano costoro che sia morto: “Insorgere e risorgere” era il motto degli azionisti eredi di Mazzini e dei Rosselli. Mandiamoli a casa una volta per sempre, siano essi al governo o all'opposizione. Viva la Terza Italia e la nuova Repubblica che sognò Randolfo Pacciardi.




(articolo tratto dal blog www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)
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Carlo Cadorna - Frascati - Mail Web Site - mercoledi 16 marzo 2011 16.50
Sono d'accordo con Lei ma purtroppo la cultura catto-comunista si è talmente infiltrata nel tessuto sociale che sarà difficile estirparla.


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