Tommaso CrudeliL’accusa più grave, dal punto di vista della cosiddetta pericolosità sociale e, quindi, quella sanzionata con la pena più pesante che la procura di Milano ha contestato a Silvio Berlusconi è, senza dubbio, la concussione. Reclusione da un minimo di quattro a un massimo di dodici anni, questo quello che prevede l’articolo 317 del codice penale per “Il pubblico ufficiale… che abusando della sua qualità o dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità”. Che il presidente del Consiglio sia un pubblico ufficiale è un dato certo. Che la telefonata in questura fatta dal presidente - che essendo oggetto di segreto istruttorio tutti hanno potuto ascoltare sia in televisione che per radio o internet - abbia costretto o indotto il dottor Pietro Ostuni (questo il nome del funzionario che l’ha ricevuta) a commettere un illecito lo è molto meno, forse per nulla. Ma il fatto singolare è che tutti si sono concentrati sulla figura del presunto concussore (Berlusconi) vivisezionandone ogni parola e soppesandone ogni sfumatura, mentre nessuno ha prestato attenzione al presunto concusso. Non ci si riferisce tanto al fatto che il dottor Piero Ostuni abbia più volte e chiaramente ripetuto che in nessun caso si è sentito costretto o indotto ad alcunchè dal presidente Berlusconi, quanto al fatto che anche il dottor Pietro Ostuni è un pubblico ufficiale. L’omessa denuncia di un reato da parte del pubblico ufficiale è anch’essa un reato. E neanche tanto modesto se è vero, come è vero, che è prevista la reclusione di un anno che diventano cinque se, come nel caso di specie, il colpevole è un agente o un ufficiale di polizia giudiziaria. Ora la domanda è la seguente: il dottor Ostuni è stato indagato dalla procura di Milano per l’omessa denuncia aggravata di cui all’articolo 363 codice penale? Risposta: no. Allora, in questa ordalia giudiziaria, più penosa che penale, un’altra domanda sorge spontanea: la procura di Milano, che per la stessa vicenda persegue un pubblico ufficiale e non l’altro, ha commesso una negligente colpa grave o peggio un abuso d’ufficio? Alla procura di Monza l’ardua sentenza che, già lo sappiamo, non arriverà mai.





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Antonio Moschitta - Foligno, Italia - Mail - mercoledi 9 febbraio 2011 15.29
Immagino che si sia voluto colpire per primo il pesce più grosso... questo articolo rivende la storiella dell'arbitro fazioso. Un ritardo nella denuncia del cuncusso non rende innocente e non accusabile il concussore.


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