L’accusa più grave, dal punto di vista della cosiddetta pericolosità sociale e, quindi, quella sanzionata con la pena più pesante che la procura di Milano ha contestato a Silvio Berlusconi è, senza dubbio, la concussione. Reclusione da un minimo di quattro a un massimo di dodici anni, questo quello che prevede l’articolo 317 del codice penale per “Il pubblico ufficiale… che abusando della sua qualità o dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità”. Che il presidente del Consiglio sia un pubblico ufficiale è un dato certo. Che la telefonata in questura fatta dal presidente - che essendo oggetto di segreto istruttorio tutti hanno potuto ascoltare sia in televisione che per radio o internet - abbia costretto o indotto il dottor Pietro Ostuni (questo il nome del funzionario che l’ha ricevuta) a commettere un illecito lo è molto meno, forse per nulla. Ma il fatto singolare è che tutti si sono concentrati sulla figura del presunto concussore (Berlusconi) vivisezionandone ogni parola e soppesandone ogni sfumatura, mentre nessuno ha prestato attenzione al presunto concusso. Non ci si riferisce tanto al fatto che il dottor Piero Ostuni abbia più volte e chiaramente ripetuto che in nessun caso si è sentito costretto o indotto ad alcunchè dal presidente Berlusconi, quanto al fatto che anche il dottor Pietro Ostuni è un pubblico ufficiale. L’omessa denuncia di un reato da parte del pubblico ufficiale è anch’essa un reato. E neanche tanto modesto se è vero, come è vero, che è prevista la reclusione di un anno che diventano cinque se, come nel caso di specie, il colpevole è un agente o un ufficiale di polizia giudiziaria. Ora la domanda è la seguente: il dottor Ostuni è stato indagato dalla procura di Milano per l’omessa denuncia aggravata di cui all’articolo 363 codice penale? Risposta: no. Allora, in questa ordalia giudiziaria, più penosa che penale, un’altra domanda sorge spontanea: la procura di Milano, che per la stessa vicenda persegue un pubblico ufficiale e non l’altro, ha commesso una negligente colpa grave o peggio un abuso d’ufficio? Alla procura di Monza l’ardua sentenza che, già lo sappiamo, non arriverà mai.