Scuole private o pubbliche? Una scelta che non dovrebbe rappresentare alcun costo per le famiglie, perché lo Stato ha comunque il diritto-dovere di fornire equamente l’istruzione a tutti i cittadini, né la frequentazione di una scuola deve rappresentare uno status sociale di distinzione fra abbienti e meno abbienti. Forza Popolare sostiene una scuola pubblica, depoliticizzata e laica, ma riconosce e agevola il pieno diritto delle famiglie a orientarsi verso una scuola privata che, stante la condizione attuale e storica della scuola italiana, può rappresentare l’unica forma di tutela per i propri figli durante gli anni più delicati della loro formazione in quanto individui. La Costituzione repubblicana riconosce il diritto allo studio (articoli: 2-3-4-9-10-21-30-33-34-38 C.), vale a dire: “Il diritto di tutti (anche “gli inabili e i minorati”) a essere sostenuti nel cammino verso il pieno sviluppo della persona umana”, attraverso la rimozione degli “ostacoli di ordine economico e sociale”, che limitano di fatto “la libertà e l’uguaglianza dei cittadini” (art. 3 e 38 C.). Ma in effetti lo Stato italiano, insieme con l'istruzione, non può dare lezioni di morale. Tanto più che la morale privata è ben altra cosa dalla morale pubblica e l’etica religiosa riguarda la sfera del privato. A questo si riferisce l’art. 33 della Costituzione là dove prevede che sia riconosciuto a enti e privati il diritto di istituire scuole e istituti di educazione. Ciò che concerne il privato (del quale i sentimenti religiosi fanno parte) è una scelta che spetta, quindi, esclusivamente alla famiglia e, in età più adulta, all’individuo stesso. Partendo da questo caposaldo, che non è da mettere minimamente in discussione, sulla base del principio del rispetto per le scelte individuali, le quali sono condizionate esclusivamente dalla sensibilità di ciascuno, la famiglia che lo ritiene deve poter essere messa in condizione di allevare ed educare i figli secondo ciò che ritiene giusto a motivo delle proprie radici culturali, tradizioni e convinzioni. Quindi, vi deve poter essere libero accesso anche a scuole dove vengono insegnati e tramandati, oltre alla cultura letteraria e scientifica, anche i fondamentali della cultura religiosa insieme a quegli insegnamenti morali specifici di quella religione nella quale la famiglia stessa si riconosce e che ritiene validi anche per dare una connotazione a quelli che saranno futuri rapporti di relazione dei propri figli. Non si tratta affatto di fornire un mero indottrinamento religioso, quanto di portare i propri figli in un ambiente che globalmente corrisponda a determinati requisiti di salubrità psichica e anche fisica dei luoghi, ai simboli esposti, agli insegnanti. E qui, soprattutto, vi è la carenza dello Stato italiano, proprio nei luoghi e negli insegnanti: un ‘turn over’ insopportabile fra assenze e supplenze, dove a contatto coi i ragazzi arriva di tutto, dall’insegnante svogliato perché non giustamente motivato, a quello politicizzato, a quello incapace o impreparato, comunque sempre persone che non sono chiamate a rispondere del proprio operato in quanto, una volta inseriti in graduatoria, siano essi meritevoli o non meritevoli di insegnare, entrano a far parte del sistema scolastico a prescindere dalle effettive capacità. E i cittadini non hanno alcuna difesa per tutelarsi da insegnanti inadeguati, un po’ come può accadere a un ferito che viene operato d’urgenza e in sala operatoria capita sotto le mani di un medico che non è all’altezza della professione che esercita. Luoghi caotici dove ogni muro è imbrattato, dove nei servizi igienici si fuma, o si assumono stupefacenti o si fa sesso, dove volgarità, bestemmie e cattiva educazione non sono interdette ma sono lasciate libere di prosperare, non sono luoghi ottimali per la crescita non solo dei figli dei cristiani, ma di tutti. E lo Stato tutt'ora non è in grado, per ataviche e croniche carenze, di offrire una condizione generale delle sue strutture diversa e migliore. Quale morale, quale educazione, quale etica debba essere di riferimento per i propri figli sia dunque la famiglia a poterlo scegliere, perché la scuola è anche formazione della personalità di un individuo, e non solo libri di testo.