Benedetto XVI auspica una nuova generazione di cattolici in politica. Con umilità, noi di Forza Popolare ci rendiamo disponibili a fare la nostra parte per contribuire a un autentico rinnovamento, quanto mai necessario. Ma con altrettanta determinazione diciamo che il rinnovamento che il Santo Padre chiede deve essere autentico e perciò agevolato, consentito, da chi ha la facoltà di indirizzarlo nei gangli della politica. Come un virus benefico, esso deve circolare liberamente, portando ossigeno là dove più serve. Il successore di Papa Wojtyla si è dato un compito: quello di risvegliare, quando non di suscitare, l’alta vocazione dell’impegno socio-politico. A Papa Ratzinger spetta di completare l’azione umanitaria iniziata dall’energico predecessore, il quale, con la sola forza della sua convinzione incrollabile, è riuscito a porre fine alla segregazione di popoli stetti nella morsa del comunismo aprendoli all’Europa e al mondo intero, raccordando questa sua azione con quella del nuovo pontefice che verrà, al quale inevitabilmente spetterà di ristabilire una coerenza fra il messaggio evangelico e certi comportamenti niente affatto etici, affinché la Chiesa finisca di soffrire a causa dei suoi stessi scandali. Occorre che vi sia un recepimento in tempo reale dei mutamenti sociali, per tradizione difficilmente compatibile con la pachidermica lentezza ecclesiastica, poiché anche questo, a nostro avviso, rientra nell’esercizio della virtù della prudenza. Nell’enciclica ‘Humanae Vitae’, Papa Paolo VI ha lasciato detto ai cristiani che occorre perseguire il bene comune ma, qualora si dovesse optare per una soluzione di ripiego, siamo così certi di comprendere la portata devastante che può celarsi talvolta dietro un ‘male minore’? Ora, quale sia il male minore, questo è il busillis. Per i cristiani in politica, particolarmente per coloro che sentono di rispondere al recente appello di Papa Ratzinger, il momento è veramente importante: è il momento delle scelte determinanti. Con quale spirito, con quale cuore essi dovranno rispondere all'appello del Santo Padre? Con quale motivazione, con quale etica? Con l’etica della responsabilità, o con l’etica della convinzione? E volendo entrare nel dettaglio della politica italiana, quindi, è male minore scegliere, per etica della responsabilità verso una nazione che non può permettersi crisi, il sostenere mafie, associazioni a delinquere, bestemmiatori e dissacratori della famiglia, dilapidatori di risorse economiche, affossatori della libertà, menzogneri e faccendieri oppure, con etica della convinzione, scegliere di aprire un confronto e un serio dibattito a proposito di temi che toccano sensibilmente la sfera morale e che vengono da un innegabile mutamento culturale a livello planetario? Non sempre i mutamenti sono di per sé positivi. Tuttavia, vi sono. E la Chiesa dovrebbe non stancarsi di accompagnare i cristiani nel difficile percorso della vita moderna con una presenza paterna, anzi materna, che sia di consiglio e di riferimento. Le contraddizioni e i preconcetti che sussistono in tutti, cattolici e laici, credenti e non credenti, dovrebbero lasciare il posto a un dialogo che può essere frutto solo di un reciproco ascolto. La bagarre politica italiana attuale, che altro invece non è che il frutto di costumi degradati nell'indifferenza generale a sua volta prodotta da una reciproca sordità pone tutti, cattolici e laici, credenti e non credenti, al bivio di una scelta, dunque: responsabilità o convinzione? Noi di Forza Popolare optiamo per la seconda, l’etica della convinzione, perché senza cuore la ragione di per sé non colora nessuna vita con i toni luminosi della speranza.