La Camera dei Deputati,
premesso che:
nella presente situazione in cui appare possibile pervenire alla definitiva eliminazione delle armi di distruzione di massa eventualmente detenute dall'Iraq,
senza ricorso alla guerra;
apprendendo la decisione del
Consiglio di sicurezza dell'ONU di proseguire le ispezioni;
valutando positivamente il
documento approvato dal Consiglio europeo il 17 febbraio 2003; sottolineando il valore straordinario della partecipazione popolare alle
manifestazioni per la pace svoltesi in tutto il mondo, che interpretano un larghissimo orientamento delle opinioni pubbliche di tutti i Paesi;
condividendo
il richiamo del Capo dello Stato ai consolidati capisaldi della politica estera
della Repubblica ed alla Costituzione;
riconoscendo il grande valore morale delle dichiarazioni e iniziative della
Santa Sede;
confermando la contrarietà alle dottrine e ipotesi di
“guerre preventive”; disapprovando la conduzione politico-diplomatica della crisi nelle scorse settimane da parte del Governo;
impegna il Governo:
a sostenere il
rafforzamento delle ispezioni delle Nazioni Unite volte all'effettivo smantellamento degli armamenti proibiti eventualmente identificati dalle ispezioni stesse;
a non dare per scontato
uno scenario di guerra che non c'è e che va scongiurato e dunque a non fornire alcun supporto politico, diplomatico, operativo e logistico a qualunque azione che configuri
un coinvolgimento dell'Italia in direzione della guerra;
a operare per rendere piena ed efficace l'unità politica e strategica
dell'Unione europea anche alla luce delle indicazioni contenute nel
documento conclusivo del Consiglio europeo del 17 febbraio 2003, e per rendere piena la
responsabilità delle Nazioni Unite nella risoluzione della crisi irachena;
ad assumere nuove e concrete iniziative per
riprendere il processo di pace in Medio Oriente risolvere il conflitto israelo-palestinese;
impegna, infine, il Governo
a
non assumere in ogni caso alcuna determinazione circa gli sviluppi futuri della crisi irachena
senza la preventiva autorizzazione del Parlamento.
Firmato
“Rutelli, Fassino, Pecoraro Scanio, Intini, Rizzo, Pisicchio, Boato”.