“Politica e musica si scontrano, non è un binomio possibile. Musica e politica, invece, possono realizzare insieme qualcosa di nuovo e coinvolgente”. Federica Maglioni, giovane artista ravennate, ci racconta così il ‘suo’ Woodstock italiano. Lei è una dei tanti artisti che hanno risposto all’appello di Grillo per la due giorni di Cesena del 25 settembre. Una manifestazione totalmente libera e gratuita, alla quale hanno partecipato più di 180 mila persone, più 4 milioni gli spettatori web. Un successo che ‘carica’ di sensazionalismi lo spettacolo di Beppe Grillo, che dal palco lancia accuse contro il Governo. Tante le argomentazioni, poste sapientemente in un monologo che molto ricorda gli anni di ‘Te la do io l’America’. Appunto: uno spettacolo. Solo che qui si parla dell’Italia. E i j'ai accuse 'grillini' sono un minestrone che raccoglie un po' di tutto, comprese inesattezze che, però, pochi fra il pubblico possono cogliere. Sarà la musica, sarà il clima vacanziero degli ultimi caldi settembrini, ma tutto ciò, più che un movimento, sembra una grande festa. Anche la rabbia, tutto sommato, non è poi così elevata. Sì, certo, i soliti malcontenti, ma non c’è un clima di ribellione. E se si riguardano le interviste effettuate dai vari media ai partecipanti, c’è chi dice: “Noi proponiamo delle idee”. E alla domanda: “Idee politiche”? La risposta è: “No, noi proponiamo idee e basta”. Qualcun’altro afferma che “Grillo è un buon leader” e quando gli si fa notare che proprio secondo Grillo “non esistono più leader”, replica con un laconico: “Non so…”. Insomma, molte idee, ma poco chiare. D’altronde, l’intenzione primaria manifestata dall'ideatore di ‘Woodstock 5 stelle’ era: “Non si parla di Partiti”, ma poi finisce per promuovere l’idea di proporre giovani candidati al parlamento, magari selezionati attraverso internet (oddio, avremo l’X factor della politica?). Insomma, il tutto sembra un’operazione di facile ‘populismo’ che, come ha dichiarato Vendola su La7 “genera confusione, perché lascia immaginare che contro una situazione così complessa ci sia una soluzione semplificata. Una terapia che sembra un ‘abracadabra’. Una risposta che non distingue dentro la politica, ma fa politica con il dito puntato”. Sarà, ma quando ho sentito Grillo urlare alla sua platea: “Se faranno cinque centrali nucleari, lo dovranno fare con l'esercito. E se loro metteranno il loro esercito, noi metteremo il nostro…", ho sentito l'eco dei proclami di Bossi con le sue ‘ronde armate’. E, di colpo, Grillo ha smesso di farmi ridere.