Vittorio LussanaIl vero problema di fondo del Partito democratico rimane di carattere culturale: esso è apparso un tentativo di imborghesimento della sinistra popolare italiana che ha finito con l’allinearsi a tutti gli altri conservatorismi, di svariata e discutibile natura, presenti sul panorama politico complessivo. I pochi veri scampoli di riformismo si individuano solo in qualche esponente, nulla di più. Anche del riformismo, in verità, nessuno a sinistra capisce granché, così come nessuno ha mai compreso quasi nulla delle vere origini culturali del leghismo padano. Ma tutto questo processo, tutta questa sofferta transizione, alla fin fine è destinata a implodere. E ciò non sarà responsabilità da accollare esclusivamente al centrodestra. Mi dispiace, cari Veltroni e Bersani: si poteva e si doveva puntare su un rinnovamento politico autentico, dotato di basi culturali certe, anziché scommettere su pachidermici ‘Partiti–minestrone’ i quali, al loro interno, contengono tutto e il contrario di tutto, dai laici ai cattolico–democratici, dai ‘figli di papà’ ai cosiddetti ‘precari’. Si doveva rimanere sulle antiche ‘vie maestre’: quella laico - repubblicana, quella socialista, quella liberale e persino quella democristiana. Invece, si è commesso l’errore di ridurre tutto a un miserevole scontro di potere per il potere, senza reali progettualità, senza un minimo di lungimiranza. Inutile aggiungere quanto ciò sia costato, in termini umani, ad almeno due intere generazioni di giovani italiani, che sono stati illusi da un rinnovamento che si è concretizzato, in realtà, come una degenerazione, lenta ma sistematica, della vivibilità sociale, lavorativa e professionale. Nessun processo di rinnovamento è stato realmente impostato. Nessun provvedimento di reale riforma delle nostre istituzioni, a cominciare da quelle scolastiche ed educative, ha sortito gli effetti sperati. Tutto procede all’inseguimento di un benessere materiale di natura ‘evasiva’, ‘diversiva’, ‘palliativa’, magari compresso dentro a improvvisi irrigidimenti di ordine ideologico o, peggio ancora, burocratico. E’ inutile, oggi, tentare di chiudere una ‘stalla’ da cui i ‘buoi’ son già fuggiti da tempo.





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Vittorio Lussana - Roma - Mail - giovedi 23 settembre 2010 12.27
RISPOSTA A DOMENICO: carissimo Domenico, sul fatto che tu ti senta costretto a votare Pd 'obtorto collo' non posso far altro che esprimerti le mie più vive condoglianze. Riguardo poi alla tua obiezione, mi permetto cordialmente di avvertirti che sei incorso in un equivoco: io non metto affatto insieme repubblicani, socialisti, liberali e democristiani, bensì mi riferisco direttamente ai vecchi partiti storici dell'area laica e cattolica italiana (Psi, Pri, Pli e Dc) che il tempo sta dimostrando come avessero più di qualche ragione, sia rispetto al socialsmo cosiddetto scientifico, statalista e classista, sia nei confronti del qualunquismo più becero e di basso profilo.
Un saluto fraterno.
VL
domenico capussela - Milano Italia - Mail - mercoledi 22 settembre 2010 19.40
caro lussana, sono un vecchio socialista che ahimè et obtorto collo vota PD.Devi uscire dall'equivoco, non puoi esecrare i minestroni e poi mettere insieme: repubblicani, socialisti, liberali e democristiani.
In sintesi: con questa sinistra Berlusconi rimarrà a Palazzo Chigi sin dopo l'imbalsamazione. con i miei migliori saluti.
domenico capussela.
Carlo Cadorna - Frascati - Mail - mercoledi 22 settembre 2010 19.28
Una classe politica ingessata è stata sorpresa dalla velocità odierna dei cambiamenti. Non ha saputo e non è in grado di reagire. Tutti a casa!


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