Beppe GrilloIl 25 ottobre ci saranno le primarie del PDmenoelle. Voterà ogni potenziale elettore. Chi otterrà più voti potrà diventare il successore di gente del calibro di Franceschini, Fassino e Veltroni. Io mi candiderò. Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c'è il Vuoto. Un Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini. Una sinistra senza programmi, inciucista, radicata solo nello sfruttamento delle amministrazioni locali. Muta di fronte alla militarizzazione di Vicenza e all'introduzione delle centrali nucleari. Alfiere di inceneritori e della privatizzazione dell'acqua. Un mostro politico, nato dalla sinistra e finito in Vaticano. La stampella di tutti i conflitti di interesse. Una creatura ambigua che ha generato Consorte, Violante, D'Alema, riproduzioni speculari e fedeli dei piduisti che affollanno la corte dello psiconano. Un soggetto non più politico, ma consortile, affaristico, affascinato dal suo doppio berlusconiano. Una collezione di tessere e distintivi. Una galleria di anime morte, preoccupate della loro permanenza al potere. Un partito che ha regalato le televisioni a Berlusconi e agli italiani l'indulto. Io mi candido, sarò il quarto con Franceschini, Bersani e Marino. Partecipo per rifondare un movimento che ha tolto ogni speranza di opposizione a questo Paese, per offrire un'alternativa al Nulla. Il mio programma sarà quello dei Comuni a Cinque Stelle a livello nazionale, la restituzione della dignità alla Repubblica con l'applicazione delle leggi popolari di Parlamento Pulito e un'informazione libera con il ritiro delle concessioni televisive di Stato ad ogni soggetto politico, a partire da Silvio Berlusconi. Temi troppo duri per le delicate orecchie di un Rutelli e di un Chiamparino. Ci sono milioni di elettori del PDmenoelle che vorrebbero avere un PDcinquestelle. Con questo apparato affaristico e venduto non hanno alcuna speranza. Il PDmenoelle è l'assicurazione sulla vita di Berlusconi, è arrivato il momento di non rinnovare più la polizza. Arrivederci al 25 ottobre!




(dichiarazione tratta dal blog www.beppegrillo.it)
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Tiziana - Brescia - Mail - giovedi 16 luglio 2009 9.6
Ormai siamo al ridicolo, nel vero senso del termine. La sinistra, pur nei suoi problemi, sembrava aver capito di dover seguire la strada della moderazione democratica. Con la discesa in campo di Grillo, si allntana definitivamente l'opportunità di presentare un'alternativa distinta rispetto al populismo delle destre. E dico a Maria Grazia che è vero che un vento non deve soffiare sempre nella stessa direzione, ma proprio per questo un assolutismo come quello di Grillo non va bene, perché diviene esattamente speculare, uguale e contrario alla destra. Come non riuscire a capire che così facendo si indebolisce ancor di più la politica? Si degenera e basta: questo è il solo modo di concepire il cambiamento, a sinistra come a destra. Ed è questa la questione, non altre.
Maria Grazia - Caput - Mail - mercoledi 15 luglio 2009 14.54
chi lo dice che esistono solo i palchi elettorali? ma perchè ci dobbiamo incasellare tutti in un modus operandi tipicamente italiano? per fortuna ci sono i blog, i siti, il web e Grillo usufruisce dei mezzi a disposizione che ha prima che imbavagliano tutti. Chi lo dice che un comico non possa fare il poliico ma solo il parruccone stagionato? ma come si può pretendere un cambio di stagioni se il vento soffia sempre nella stessa direzione? un cambiamento in Italia? TZE'
Luca Bagatin - Pasiano di Pordenone - Mail Web Site - mercoledi 15 luglio 2009 13.18
Grillo, da comunicatore qual è (e con uno staff di comunicatori di tutto punto alle spalle, soprattutto), sa benissimo che se argomentasse e scendesse nell'arena politica, sarebbe inesorabilmente travolto. Diventerebbe egli stesso uno psyco-nano.
Ovvero psicologicamente non all'altezza e politicamente inconsistente.
Ovviamente non bastano queste argomentazioni, ma il libro "Chi ha paura di Beppe Grillo ?" nel traccia un profilo davvero interessante sotto il profilo della comunicazione e, per molti versi, antropologico.

www.lucabagatin.ilcannocchiale.it
Chiara Scattone - Roma - Mail - mercoledi 15 luglio 2009 13.13
Grillo parla, anzi grida e urla, sbraita più che articolare frasi in toni pacati e normali come tutti gli esseri umani. Molte delle sue argomentazioni sono legittime e condivisibili. I modi alquanto fastidiosi e prepotenti. Crede di rappresentare la sinistra? Tutta? Ritiene di essere credibile sia in Italia che in Europa (il vero banco di prova)? Benissimo. Perché allora non si 'getta' in pasto ai leoni della politica e più che altro in pasto agli elettori e non fonda un partito, un movimento politico tutto suo? Al Pd non lo vogliono e non posso dare loro torto. Uno che non crede nel Pd e che lo appella "Pdmenoelle" certo non può trasformarsi nel rappresentante di quel Partito. Ovvio. E allora perché non sfodera il suo coraggio e le sue opinioni, basta con i palchi, con i blog e con i teatrini che organizza e che lo aiutano solamente ad arricchirsi (obiettivo di tutti coloro che non credono nella politica degli ideali ma in quella delle poltrone) alle spalle degli italiani, quelli normali, quelli un po' sfortunati e che subiscono tutto ciò contro cui sbraita? Andasse sul palco politico vero, si confrontasse civilmente con gli elettori e i suoi avversari politici, mettendo in piazza però idee concrete e realisticamente fattibili, ben organizzate e non solo slogan buoni per far incattivire le persone e che attraggono un po' come quelli lanciati dallo psiconano, che finora hanno fatto solo in modo che gli italiani si svendessero ai luccichii di un grande fratello nazionale.
Rebecca - Roma - Mail - martedi 14 luglio 2009 17.14
ma davvero credi che bastano queste quattro considerazioni per smettere di sperare in un cambiamento? l'Italia è stanca di questi politici surgelati che hanno fatto il loro circo.Grillo è un uomo che da anni si 'sgola' per cambiare rotta. Gli altri hanno solo rotto. Tutte queste invettive non sono solo analitiche ma puzzano anche di trito e di profumo da poco.
Tutti hanno il diritto di sperimentare e sentirsi cittadini 'diversi'. Io mi dissocio da questa minestrina insapore, incolore, inodore che è diventata l'Italia e dico si a Grillo.
Luca Bagatin - Pordenone - Mail Web Site - martedi 14 luglio 2009 15.9
Lo chiamano comico, ma da anni, ormai, Grillo comico non lo è più.
Fa satira, a modo suo, al massimo, ma non fa ridere, fa rabbia.
Fa rabbia perché non propone alternative concrete e fa rabbia perché sui drammi dell'Italia lui ci fa i soldi. Gettando merda, appunto.
Dice cose che, molto meglio di lui, dissero negli Stati Uniti, Mark Twain e l'ottimo Timothy Leary. Con la differenza che loro lo facevano con buonumore, inviando messaggi positivi ed alternativi.
Grillo fa solo incazzare e basta, non è originale, non sa arogentare e si fa pure scrivere i testi.
Lui, il paladino della comunicazione libera, fece di tutto per non far uscire il libro "Chi ha paura di Beppe Grillo ?" di Fleishner e Targia, che si proponeva unicamente un'analisi approfondita sulla banale comunicazione del soggetto in questione. E' proprio una volta smontato con competenza il suo linguaggio (fatto di frasi fatte e di cose già trite e ritrite, senza alternative, appunto) ecco crollare il castello di carte Grillo.
E già si è visto alle amministrative: le sue liste sono da sempre un flop.


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