Oriana Fallaci è stata una grandissima giornalista italiana, nota in tutto il mondo soprattutto per le sue interviste ai 'grandi' della Terra e per le corrispondenze di guerra. E’ morta nel 2006 ed è diventata una leggenda del giornalismo: una voce fuori dal coro, sempre alla ricerca della verità. Una vera combattente della libertà di stampa. La serie televisiva ‘Miss Fallaci’, trasmessa su Rai 1, porta sullo schermo la storia dell’inizio della sua carriera presso ‘L’Europeo’. Molti non sanno che lei era, prima di tutto, una cronista. E che all’inizio si è occupata di moda, di cinema, di cronaca nera, di dibattiti e polemiche culturali, di inchieste sulla condizione femminile, sempre aggrappata all’attualità e ai protagonisti del momento. I suoi colleghi raccontavano del suo “caratteraccio”, del suo protagonismo, del suo coraggio e resistenza: tutti fattori professionali che l’hanno resa unica. La serie televisiva si propone di raccontare davvero com’era, facendone un ritratto autentico, senza fronzoli: una donna che non scendeva a compromessi, con una grande passione per la politica, elegante e dotata di umorismo. Si preparava scrupolosamente su ogni argomento o sul personaggio che doveva intervistare, piena di energia così come l’ha interpretata l’attrice Miriam Leone. “L’alieno”, come diceva lei riferendosi al suo male, l’ha portata via troppo presto, ma i suoi libri restano tra i più letti (soprattutto gli ultimi: 'La rabbia e l’orgoglio' del 2001 e 'La forza della ragione' del 2004, entrambi editi da Rizzoli, ndr) e le sue parole sulla politica, sulle guerre, sulla globalizzazione, risuonano più vive che mai. S’infervorava su temi come l’antioccidentalismo, il filoislamismo, il nazifascismo, il terrorismo, la questione palestinese, i diritti delle donne, il ruolo dell’Onu e il cancro, di cui non si vergognava mai di parlare, la vulnerabilità del Medio Oriente, il falso 'buonismo', l’ignoranza, l’indifferenza, l’inerzia, l’ipocrisia, le violenze e le torture sui teatri di guerra, l’antisemitismo, l'immigrazione, l’inadeguatezza di alcune figure politiche, la destra e la sinistra italiane, paragonate a “2 squadre di calcio che rincorrono la palla del potere”, l’Europa ed il rapporto con gli Stati Uniti, la difesa della democrazia. Ora, al posto del presidente Silvio Berlusconi, c’è la premier Meloni; al posto del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, c’è il presidente, Sergio Mattarella; al posto del presidente Bush c’è il presidente Donald Trump, ma le 'grandi' questioni sono ancora tutte lì. A queste, si è aggiunta la guerra in Ucraina, la messa in discussione dell’Europa, ossia di cosa rappresenti il vecchio continente in termini di valori, princìpi e di cultura mittleuropea. In particolare, la Fallaci descriveva la Ue come “un club finanziario voluto dalla Francia e dalla Germania per tenere in piedi l’euro; una scusa per pagare stipendi sfacciati ed esentasse agli europarlamentari; un trucco per ficcare il naso nelle tasche degli italiani; prodotti geneticamente modificati nel nostro organismo, sicchè oltre a crescere ignorando il sapore della verità, le nuove generazioni crescono senza conoscere il sapore del vero cibo”. La giornalista criticava l’Unione europea per la facilità con cui fondamentalisti e terroristi riuscivano a circolare. E rimproverava alla Germania di delegare all’Italia il problema dei migranti e di non aver preso in carico il caso del curdo Ocalan, su cui spiccava un mandato di cattura tedesco: una vicenda che fa venire in mente, oggi, il 'caso Almasri'. Lei, nel 1938 aveva 9 anni. Aveva vissuto i giorni della seconda guerra mondiale e aveva creduto all’idea di Europa e del federalismo europeo, ma rimase profondamente delusa per la nascita di una ‘super-nazione’ in cui, secondo lei, gli stessi europei mal si sopportavano e alcuni Stati contavano più di altri. In questi giorni, i riflettori sono puntati su Trump e Putin riguardo al futuro dell’Ucraina. Eppure, non si parla di Europa: aveva forse ragione la Fallaci, nel dire che l’Ue era solo un’illusione?