Giovanna Albi

Al Palladium di Roma Tre ha debuttato, in prima assoluta, ‘La banca universale’: un melologo che intreccia parola e musica per raccontare l'eterno ciclo della speculazione economica

I questi giorni, il Teatro Palladium di Roma ospita la prima assoluta de ‘La banca universale’. Un'opera che unisce la voce di Sandro Cappelletto, le musiche originali di Fabrizio De Rossi Re e l'introduzione di Stefano Lepri. Il melologo trae ispirazione da ‘L'Argent’ di Émile Zola: un romanzo che, seppur scritto alla fine del XIX secolo, illumina i meccanismi senza tempo del potere finanziario. Nella trama musicale e narrativa, l'ambizione di Aristide Saccard, protagonista del romanzo, riecheggia nelle figure della finanza contemporanea. Il suo progetto speculativo, globale e privo di scrupoli, anticipa gli scandali finanziari moderni, da quello della Lehman Brothers alle più recenti bolle economiche. “Un ansioso bisogno”, ci ha detto Sandro Cappelletto, voce narrante e autore del testo dello spettacolo, “di ottenere un riconosciuto successo economico. La capacità di ingannare i clienti grazie alla diffusione di notizie fasulle, veicolate da un sistema dell’informazione non libero. La dimensione globale del progetto speculativo di Aristide Saccard, il protagonista del romanzo da cui è tratto questo melologo. La sostanziale impunità di cui gode:  fallita una banca, pensa subito a come fondarne un’altra: questi sono gli elementi più attuali di questo spettacolo. L’argomento è delicato?”, si è domandato Cappelletto. “No: è estremamente aggressivo, in un contesto politico contemporaneo che vede trionfanti i progetti speculativi più azzardati. L’attuale presidente degli Stati Uniti, un immobiliarista, ritiene possibile trasformare in una business and resort beach perfino una parte di quella che era già conosciuta come Terra Santa”. ‘La banca universale’ nasce anche grazie alla collaborazione con l'Università Roma Tre, evidenziando il legame tra cultura accademica ed esplorazione artistica dell'economia. “Senza Roma Tre non saremmo qui”, ha sottolineato il narratore d’eccezione, accennando a possibili future tappe dello spettacolo, ancora in fase di definizione. “E la presenza di Stefano Lepri, giornalista ed editorialista  esperto di tematiche economico-finanziarie e capace di leggere quanto il presente ci sta preparando, aggiunge un ulteriore elemento di interesse alla serata”. La colonna sonora di Fabrizio De Rossi Re, eseguita al pianoforte, crea uno spazio emotivo che amplifica la tensione del racconto. “La musica smargina”, ha spiegato Cappelletto citando Andrea Zanzotto, “porta le parole oltre il loro limite semantico e dona nuova profondità al racconto. Inoltre”, ha concluso il critico, “il lavoro compositivo del maestro De Rossi Re, così arguto, insinuante, così attento nel cogliere il cuore drammaturgico della vicenda, porta in dono al racconto una nuova ricchezza”.

 


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