Cinzia Riontino
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nei giorni scorsi ha parlato di “due priorità” del suo mandato: il personale sanitario pubblico e i cittadini, a cui “cura e assistenza non devono mancare mai. La cura e l’assistenza non deve mancare mai nei confronti di tutti i cittadini, soprattutto di chi ha di meno e non può essere mortificato dalla disorganizzazione e, fatemelo dire, in qualche caso anche dalla malafede. Tuttavia”, ha aggiunto, “sono fiducioso che attraverso uno sforzo comune riusciremo a rende la nostra sanità più moderna e rafforzeremo i principi di universalità, equità e uguaglianza, che sono i principi fondanti del nostro Ssn”. Il ministro, aprendo i lavori dell’evento ‘La sanità del futuro: un bene indivisibile da nord a sud’, promosso al ministero della Salute, ha poi specificato: “La professione deve ritornare attrattiva sia dal punto di vista economico, sia delle condizioni lavorative; ai cittadini, invece, dobbiamo continuare a garantire un servizio pubblico più efficiente e un’assistenza adeguata ai nuovi bisogni di salute”, ha concluso. In riferimento a ciò, Amsi, 'Uniti per Unire', Umem e la Scuola internazionale multilingue 'Unione per l’Italia', hanno proposto al ministro Schillaci un 'appello-manifesto', per rafforzare la politica sanitaria del futuro in Italia e dare la possibilità ai professionisti della Sanità con titolo di laurea estero di poter fare il riconoscimento del titolo tramite un 'stage sperimentale' con un docente tutor esperto, sotto la vigilanza del direttore sanitario della struttura ospedaliera-universitaria, per un periodo di 4 o 6 mesi, in base al piano di studio effettuato e gli anni di studio all'estero. Infine, fare un colloquio finale con esame di lingua italiana, al fine di abbreviare il periodo di riconoscimento ed effettuare una procedura pratico-teorica con la possibilità di imparare di più la cultura sanitaria e la lingua italiana. Questa la proposta, già avanzata in alcuni Paesi europei e medio-orientali che hanno chiesto pareri tecnico-scientifici e universitari. Infatti, l'associazione Medici di origine straniera in Italia (Amsi), il Movimento internazionale interprofessionale 'Uniti per Unire', l'Unione medica euromediterranea (Umem) continuano a sostenere la sanità italiana e i suoi professionisti, sia italiani, sia di origine straniera, monitorando gli ingressi e le uscite al fine di risolvere le criticità, combattere la carenza di medici e infermieri, le fughe all'estero, che si stanno intensificando ogni giorno, mentre si allunga la lista dei Paesi che chiedono professionisti italiani (da tutti i Paesi del Golfo, Norvegia, Svizzera, Francia, Germania, Inghilterra, Ecuador, Russia e Canada). Dal 1998, siamo passati dalla rischiesta: "Aiutatici a lavorare in Italia" ad "aiutatici a lasciare il Ssn per lavorare all'estero". L'identità è apertura, non chiusura e paura. Per questo è necessario affrontare il tema di una sanità del futuro globalizzata, umana, senza divisioni, diseguaglianze e criticità. Per considerare tutti i professionisti della sanità e i cittadini tutti di seria 'A', senza lasciare indietro nessuno. Ecco qui di seguito, le proposte elencate e riassunte nel #Manifesto_per_la_Sanità_del_Futuro da Foad Aodi, presidente Amsi, membro del registro esperti Fnomceo e docente a contratto all'Università di Tor Vergata in scienze infermieristiche e fisioterapia: a) più internazionalizzazione del Ssn; b) programmare le scuole di specializzazione in base alle esigenze del mondo di lavoro e della società italiana di oggi e di domani, non quella di ieri; c) combattere la medicina difensiva; d) adeguare i salari dei professionisti della Sanità in Italia con i Paesi europei; e) promuovere campagne di informazione per l'assistenza sanitaria dei migranti; f) più ambulatori per stranieri con Stp (Sistema di trattamento temporaneo, ndr) per aumentare la prevenzione; g) togliere l'obbligo della cittadinanza per i professionisti della Sanità stranieri nei concorsi pubblici e per il concorso di medicina generale, visto la gravissima situazione in Italia e visto i nostri professionisti della Sanità già presenti, che non accettano più contratti annuali o a tempo determinato e preferiscono contratti a tempo indeterminato nel privato; h) prolungare la scadenza del decreto 'Cura Italia', che scade il 31 dicembre 2025, dando la possibilità a tutti i professionisti della Sanità di origine straniera di rimanere in Italia, nel rispetto di tutte le leggi vigenti; i) intensificare la ricerca e la formazione con Ecm anche sui capitoli: salute globale, sanità, immigrazione e pandemia. Infine, sarebbe importante: 1) investire sul personale sanitario e la loro valorizzazione con formazione e ricerca, garantendo la sicurezza sui posti di lavoro e la sicurezza delle strutture sanitarie; 2) promuovere la prevenzione, in particolare in età pediatrica, adolescenziale e geriatrica, senza mai trascurare le patologie oncologiche e ansioso-depressive, che sono in aumento per mancanza di diagnosi precoci.





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