I contenuti del volume
‘Il mondo al contrario’, scritto dal generale
Roberto Vannacci e distribuito da
Amazon, rappresentano il classico esempio del
tracollo italiano verso una
subcultura indifferente alla critica e a ogni forma di
dissenso, in nome di una società
gerarchica, familista e
conservatrice. Viene rifiutato quasi con isteria un
principio di tolleranza che, quando c’è, viene praticato secondo i dettami di una
‘caritas’ astratta, psicologicamente
dissociata da ogni
valore civico. La
destra italiana, in sostanza, attraverso la sua
‘violenza dell’oggettività’, anche questa volta è destinata a rivelarsi per quello che è: un nucleo di
piccolo borghesi incapaci di
sperimentare vie nuove, unicamente impegnato nel tentativo puerile di
cristallizzare il tempo, generando un
clima da caserma. Un
immobilismo ideologico, che sa solo utilizzare una sorta di
‘codice superomista’ inutilmente
assertivo ed
edonista. Un
materialismo generalista e
superficiale, che produce
rozzi stereotipi: mezze verità imposte dall’alto di una
trascendenza meccanicista, ossia in quanto mero meccanismo privo di sentimenti. Un codice di comportamenti e abitudini mentali divenuto totalmente
‘alieno’ alla società, poiché invece di
‘inquadrarla’ per mettere un po’ d’ordine, finisce con
l’escluderla. Si tratta di un codice astratto che comporta gravi effetti pratici, dai quali le destre traducono, in senso assolutamente univoco, concetti tanto
irriducibili, quanto
statici. La
‘piattezza logica’ che ne consegue è degna del più spaventoso
‘grigiore’ demagogico e
populista, tetramente privo di ogni sentimento di
umanità. Ai loro occhi, uomini e donne sono completamente destituiti non solo da ogni
inclinazione al bene, ma persino da ogni vitalità nel compiere il
‘male’ o, quanto meno, il
‘non-bene’. Considerati solamente per le loro
debolezze, uomini e donne,
eterosessuali od
omossessuali che siano, non dovrebbero esercitare alcun genere di
responsabilità individuale, mentre il disperato desiderio di ottenere dalla vita quel poco che si può attraverso formulazioni, calcoli o riserve mentali, non rappresenta neanche
materia di meditazione. Una
dissimulazione colpevolista e
‘canagliesca’, pronunciata indifferentemente contro tutte le
debolezze umane e contro ogni forma di
peccato. In particolar modo, nei confronti degli
omosessuali non viene risparmiata nessuna delle più atroci condanne con cui, da interi millenni,
si bolla, si emargina e si lincia un pervertito, limitandosi a consegnarli al pubblico ludibrio del
qualunquismo più becero e volgare. Nella sostanza pratica della nostra vita di tutti i giorni, gli
omosessuali sono considerati solamente dei
“froci di merda” e nulla di più. L’unica cosa che interessa veramente è il puro e semplice dato di
indegnità: una
maledizione che pone l’omosessualità stessa al di fuori di quella realtà in cui
debolezze umane e
peccati troverebbero e trovano comunque la possibilità di esistere. Ma ciò che più colpisce è la profonda volgarità del loro formalismo: un
‘fare quadrato’ unicamente
attorno a se stessi, come
Adolf Eichmann durante il
processo di Gerusalemme, al fine di negare ogni
responsabilità individuale. Uno
strano ‘labirintismo’, che giunge all’abolizione di ogni
giudizio storico ponderato, gettando una
luce plumbea sull’intera
società italiana.