Pazzesco quanto accaduto sui
social nei giorni scorsi: i
‘No vax’, prima hanno esultato in seguito alla notizia dell'ex presidente del Consiglio dei ministri,
Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute,
Roberto Speranza, indagati dalla
Procura di Bergamo. Poi, lentamente,
hanno capito: i due politici risultano accusati, insieme al presidente della Regione Lombardia,
Attilio Fontana e all’ex assessore alla Sanità lombarda,
Giulio Gallera, di reati che vanno
dall’epidemia colposa al
rifiuto di atti di ufficio, per il loro ritardato intervento nei riguardi dell’istituzione delle cosiddette
‘zone rosse’, con conseguente diffusione del
Covid 19 in
val Seriana su percentuali che, in dieci giorni di incertezza, si sono
moltiplicate del 10%. Una percentuale che, in una zona ad
altissima densità di popolazione come le
valli bergamasche, corrisponde a una
catastrofe immane, come un
terremoto con
migliala e
migliaia di morti. Anche noi
ricordiamo quei giorni. Il
direttore della presente testata in particolare, essendo di
origini bergamasche e avendo avuto, proprio in quel periodo, il
primo dei
3 decessi da lui subiti in famiglia
(tra cui la madre, a fine 2020, durante la seconda ondata…). Insomma, ancora c’è in giro gente che tende a
negare una
pandemia che ha avuto lunghe fasi con più di
mille morti al giorno. E su
Twitter, il senatore della Lega,
Claudio Borghi, ha accusato la
magistratura di
“minacciare la politica ex post”. A parte che quella che si è conclusa a
Bergamo era solo
un’indagine preliminare, quel che sconvolge è il
rifiuto nel voler comprendere la realtà su quanto accaduto. Come se si vivesse
su un altro pianeta, o in
un’altra dimensione. Una forma di
dissociazione che non colpisce soltanto una minoranza di
‘minus habens’, ma anche ampie sfere della nostra
classe politica, già impegnata a istituire una
commissione parlamentare d’inchiesta da utilizzare come una
‘clava’ contro
avversari politici, virologi, medici e
scienziati, colpevoli di aver
discriminato persone o di aver
abusato del proprio
ruolo professionale. Anziché dire
"grazie" a chi ha cercato di opporsi, con scarsi mezzi peraltro, alle due
disastrose ondate di una
pandemia che ha
viaggiato per tutto il pianeta, cercando in seguito di
limitare i danni attraverso una gigantesca
campagna vaccinale che ha comportato uno
sforzo logistico notevole, noi abbiamo sui
social e in
parlamento degli
autentici alienati, che vogliono
vendicarsi di qualche
multa e di un periodo transitorio di
chiusura delle attività, più o meno compensata, tra l’altro, con
‘ristori’ spesso e volentieri incassati
violando il divieto stesso. Si tratta di persone che percepiscono, dentro di sé, un qualcosa che non hanno
ben compreso e che non li ha toccati per
pura fortuna. Ma invece di domandarsi quale lacuna sussista nei loro
metodi d’indagine, preferiscono scaricare la
responsabilità morale del proprio
'menefreghismo' sugli
altri. Nonostante i
morti avuti tra
medici e
infermieri, mandati a
‘mani nude’ nell’occhio di un
ciclone che non si presentava da
almeno un secolo. Soggetti che hanno
negato ogni cosa sin dall’inizio, mossi da una
cultura del sospetto e della
perenne malafede. E che adesso si stupiscono che la
magistratura indaghi per
motivazioni opposte alle loro, che ovviamente non avrebbero
valenza alcuna in nessun posto del mondo, nemmeno nei Paesi più
assolutisti e
autocratici, come la
Cina popolare è lì a dimostrare. Una
classe politica sostanzialmente
incapace di intendere e di volere, che interpreta la realtà in base a
fattori ‘esoterici’. In buona sostanza, noi mandiamo in
parlamento a legiferare dei veri e propri
alienati, che basano il proprio bagaglio di conoscenze
sull’astrazione pura. Poveri noi…