Arturo DiaconaleSulla carta dovrebbe essere Pierferdinando Casini il più contento di questo inizio di 2007, contrassegnato dall’appello di Giorgio Napolitano in favore di una nuova legge elettorale. L’autorevole sortita del Quirinale sembra fatta apposta per rilanciare il cosiddetto “modello tedesco” (proporzionale con lo sbarramento al 5%) che tanto piace al leader dell’Udc. E la circostanza attribuisce nuovo credito e più spazio alla strategia dell’autonomia dalla CdL avviata con decisione da Casini, proprio nella prospettiva di una legge elettorale destinata a seppellire il bipolarismo all’italiana e a riportare al centro l’asse politico del Paese. Se mai il modello tedesco venisse adottato, l’Udc diventerebbe di colpo il potenziale ago della bilancia della politica italiana. E l’obiettivo dell’ex presidente della Camera di essere l’unico in grado di giocare a proprio piacimento con la politica dei due forni tra destra e sinistra, tra partito unico della CdL e partito democratico del fronte opposto si trasformerebbe in una solida realtà. Con il modello tedesco, infatti, si passerebbe dal bipolarismo al tripolarismo, con un polo centrale destinato ad allargarsi progressivamente proprio per la sua caratteristica di essere l’area condannata sempre e comunque a fare parte del governo del Paese.
Casini, dunque, ha tutte le ragioni per dirsi soddisfatto della piega presa dagli avvenimenti politici italiani. Sono molti che, consapevolmente o inconsapevolmente, lavorano per lui e se tra questi figura anche il Capo dello Stato, il piacere è ovviamente doppio. Ma il leader dell’Udc sbaglierebbe se pensasse che la sua strada sia tutta in discesa. Le difficoltà incominciano proprio adesso. La scoperta che il sistema tedesco è tagliato a misura sulle sue ambizioni è destinata fatalmente a moltiplicare i nemici del progetto. E’ difficile che Prodi e Berlusconi, Fini, D’Alema e i bipolaristi di ogni partito, formazioni estreme in prima linea rimangano con le mani in mano. E se costoro si accordano su una legge elettorale ancora una volta bipolare, la sorte di Casini può diventare facilmente quella del vaso di coccio tra quelli di ferro. C’è un modo per il leader dell’Udc di sfuggire ad un simile pericolo? La risposta è nella capacità di Casini di dimostrare che il progetto non riguarda la sola Udc, non è teso a costruire una piccola Dc. Ed è aperto ad apporti di diverso genere: dai liberali ai cattolici ed ai riformisti che oggi si trovano nella CdL fino ai cattolici popolari del centrosinistra. Se l’aggregazione avviene, Casini è salvo. Ma se il miracolo fallisce, Casini è bruciato. Insomma, dopo la soddisfazione, l’ex presidente della Camera faccia gli scongiuri. Il suo futuro dipende dai vari Marini, Mastella, Castagnetti, De Mita. E solo un democristiano può sapere quanto possa essere rischioso affidare le proprie sorti ad altri democristiani.


Direttore Responsabile del quotidiano 'l'opinione delle Libertà'
Articolo tratto dal quotidiano 'L'opinione delle Libertà' del 4 gennaio 2007
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