Sulla carta dovrebbe essere
Pierferdinando Casini il più contento di questo inizio di 2007, contrassegnato dall’appello di
Giorgio Napolitano in favore di una
nuova legge elettorale. L’autorevole sortita del Quirinale sembra fatta apposta per rilanciare il cosiddetto
“modello tedesco” (proporzionale con lo sbarramento al 5%) che tanto piace al leader
dell’Udc. E la circostanza attribuisce nuovo credito e più spazio alla strategia
dell’autonomia dalla CdL avviata con decisione da Casini, proprio nella prospettiva di una legge elettorale destinata a
seppellire il bipolarismo all’italiana e a riportare
al centro l’asse politico del Paese. Se mai il modello tedesco venisse adottato, l’Udc diventerebbe di colpo il potenziale
ago della bilancia della politica italiana. E l’obiettivo dell’ex presidente della Camera di essere l’unico in grado di giocare a proprio piacimento con
la politica dei due forni tra destra e sinistra, tra
partito unico della CdL e partito democratico del fronte opposto si trasformerebbe in una solida realtà. Con il modello tedesco, infatti, si passerebbe
dal bipolarismo al tripolarismo, con un
polo centrale destinato ad allargarsi progressivamente proprio per la sua caratteristica di essere l’area condannata sempre e comunque a fare parte del governo del Paese.
Casini, dunque, ha tutte le ragioni per dirsi
soddisfatto della piega presa dagli avvenimenti politici italiani. Sono molti che, consapevolmente o inconsapevolmente, lavorano per lui e se tra questi figura anche il Capo dello Stato, il piacere è ovviamente doppio. Ma il leader dell’Udc sbaglierebbe se pensasse che la sua strada sia tutta
in discesa. Le difficoltà incominciano proprio
adesso. La scoperta che il sistema tedesco è tagliato a misura sulle sue ambizioni è destinata fatalmente a
moltiplicare i nemici del progetto. E’ difficile che
Prodi e Berlusconi, Fini, D’Alema e i bipolaristi di ogni partito, formazioni estreme in prima linea
rimangano con le mani in mano. E se costoro si accordano su una legge elettorale ancora una volta
bipolare, la sorte di Casini può diventare facilmente quella del
vaso di coccio tra quelli di ferro. C’è un modo per il leader dell’Udc di sfuggire ad un simile pericolo? La risposta è
nella capacità di Casini di dimostrare che il progetto non riguarda la sola Udc, non è teso a costruire una
piccola Dc. Ed è aperto ad apporti di diverso genere:
dai liberali ai cattolici ed ai riformisti che oggi si trovano nella CdL fino ai cattolici popolari del centrosinistra. Se l’aggregazione avviene,
Casini è salvo. Ma se il miracolo fallisce,
Casini è bruciato. Insomma, dopo la soddisfazione, l’ex presidente della Camera faccia gli scongiuri. Il suo futuro dipende dai vari
Marini, Mastella, Castagnetti, De Mita. E solo
un democristiano può sapere quanto possa essere rischioso affidare le proprie sorti ad
altri democristiani.
Direttore Responsabile del quotidiano 'l'opinione delle Libertà'
Articolo tratto dal quotidiano 'L'opinione delle Libertà' del 4 gennaio 2007