Emanuela Colatosti
Molti azionisti di Wall Street vogliono bloccare le nuove leggi sulla valutazione dei rischi ambientali. In barba agli appelli del panel internazionale sul cambiamento climatico, che nell’ultimo report ha chiarito come non rimanga molto tempo per metterci in linea con gli obiettivi di Parigi. Ma il mondo della finanza e quello delle imprese sembrano non vedere la 'spada di Damocle' levata su ogni latitudine del pianeta. Intanto, l’agenzia federale statunitense (la Sec, ndr), che vigila i mercati finanziari, sta cercando di imporre nuove regole per le imprese nella rendicontazione degli impatti ambientali. Se cambiasse la normativa, tutte le società quotate in borsa sarebbero costrette a mettere ‘nero su bianco’ le strategie da adottare per la mitigazione. A quel punto, le società dovranno dichiarare non solo le proprie emissioni dirette e quelle derivanti dal proprio acquisto di energia, ma anche quelle dei loro fornitori. Una norma di questo tipo metterebbe fine all’esternalizzazione delle emissioni. Nonostante il pacchetto di leggi sia un nodo burocratico importante, sono tanti gli investitori che votano a favore. Ma Warren Buffett (un ‘guru’ degli investimenti intelligenti, ndr) e una fetta alquanto ampia di Wall Street hanno promesso di bloccare questo pacchetto di leggi. Secondo loro, una rendicontazione così dettagliata sarebbe soltanto un costo e una perdita di tempo: un impedimento ai profitti imposto dalle lobby dei democratici. Warren Buffet e i suoi sodali pensano che le emissioni di gas serra non siano rilevanti per le performance finanziarie. L’oracolo di Omaha, come viene chiamato l’anziano repubblicano, ha già rallentato diverse volte la svolta ecologica della finanza più impattante del globo. E il ‘Sierra Club’ ha calcolato che se la finanza degli Stati Uniti fosse uno Stato, inquinerebbe come il Brasile, il Giappone e l’Indonesia messi insieme. Solo le 18 major finanziarie degli States sono responsabili di quasi 2 mila miliardi di tonnellate di Co2 equivalenti. Cosa dire di fronte al fatto che, in Italia, qualcuno si ostina ad affermare che la transizione ecologica sarebbe una ‘fissazione ideologica’ imposta dal globalismo? Conservatori sono e tali rimangono. Con le destre reazionarie che continuano, come sempre, a svolgere il proprio ruolo: quello delle cameriere. Esattamente come ne 'La lezione' di Ionesco.


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