Emanuela ColatostiNel periodo 2010-2019, le emissioni medie annue di gas serra a livello globale erano ai livelli più alti della storia dell'umanità, ma il loro tasso di crescita è rallentato. Senza un'immediata e profonda riduzione delle emissioni in tutti i settori, l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a +1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali è fuori portata. Tuttavia, ci sono “sempre più evidenti risultati portati dall'azione climatica”, dicono gli scienziati nell'ultimo rapporto del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc), pubblicato il 4 aprile scorso a Ginevra. Dal 2010, ci sono state riduzioni fino all'85% grazie al ricorso e alla diffusione del solare, dell’energia eolica e delle batterie. Una gamma crescente di politiche e leggi, inoltre, ha migliorato l'efficienza energetica, ridotto i tassi di deforestazione e accelerato la diffusione delle energie rinnovabili. Ecco cosa ha dettoproprio in questi giorni  il presidente dell'Ipcc, professor Hoesung Lee: “Siamo a un bivio. Le decisioni che prendiamo ora possono assicurare un futuro vivibile. Abbiamo gli strumenti, le conoscenze e le competenze necessari per limitare il riscaldamento. Sono incoraggiato dall'azione climatica intrapresa in molti Paesi. Ci sono politiche, regolamenti e strumenti di mercato che si stanno dimostrando efficaci. Questi, se estesi e applicati in modo più ampio ed equo, possono favorire una profonda riduzione delle emissioni e stimolare l'innovazione”. La sintesi per i decisori politici del rapporto del terzo gruppo di lavoro dell'Ipcc è stata approvata dai 195 governi membri. Si tratta della terza parte del Sesto Rapporto di valutazione (AR6), che riguarda le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici. In tutti i settori, infatti, esistono soluzioni che possono almeno dimezzare le emissioni entro il 2030. Limitare il riscaldamento globale richiederà, indubbiamente, importanti transizioni nel settore energetico, che dovrà essere potenziato per elettrificare la maggior parte dei servizi, ma dovrà essere reso indipendente dal fossile. Queste sono le parole di Priyadarshi Shukla, co-presidente del gruppo di lavoro dell'Ipcc: “Avere operative e funzionanti le giuste politiche, le infrastrutture e le tecnologie per consentire i cambiamenti nei nostri stili di vita e nei nostri comportamenti, può portare a una riduzione del 40-70% delle emissioni di gas serra entro il 2050. Questo offre un significativo potenziale non sfruttato. L'evidenza scientifica mostra anche che questi cambiamenti negli stili di vita possono migliorare la nostra salute e il nostro benessere”. Le città e le altre aree urbane offrono opportunità significative, per la riduzione delle emissioni. Esse dovranno essere più compatte, percorribili a piedi o attraverso mezzi di trasporto elettrificati e a basse emissioni. Nel report vi sono opzioni e buone idee per avviare strategie politiche diversificate, a seconda del tipo di città: se di antica fondazione, in rapida crescita o di recente fondazione. Afferma Jim Skea, altro co-presidente del terzo gruppo di lavoro dell’Ipcc: “Noi osserviamo molti esempi di edifici a ‘energia zero’ o a ‘emissioni zero’ in quasi tutti i tipi di clima. L'azione di questo decennio sarà fondamentale per sfruttare il potenziale di mitigazione degli edifici”. La riduzione delle emissioni nel settore industriale, un quarto delle emissioni globali, può avvenire attraverso un uso più efficiente dei materiali, il riutilizzo e il riciclo dei prodotti e la riduzione al minimo dei rifiuti. I processi di produzione devono riguardare, innanzitutto, la fase che precede la commercializzazione, in modo da non scaricare i costi sul consumatore. L'agricoltura, la silvicoltura e altri usi del suolo possono permettere una riduzione delle emissioni e una rimozione e immagazzinamento di Co2 su larga scala. Tuttavia, il suolo non può compensare i ritardi nella riduzione delle emissioni in altri settori. Le opzioni di risposta possono beneficiare la biodiversità, aiutarci ad adattarci ai cambiamenti climatici e assicurare i mezzi di sussistenza, il cibo, l'acqua e le forniture di legname. "Ora o mai più: se vogliamo limitare il riscaldamento globale di 1,5 gradi centigradi", conclude Jim Skea, "senza una riduzione immediata e profonda delle emissioni in tutti i settori, sarà impossibile". Negli scenari valutati, limitare il riscaldamento a circa +1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali richiede che le emissioni globali di gas serra raggiungano il loro picco, al più tardi, nel 2025 per poi abbattersi del 43% entro il 2030. Allo stesso tempo, anche il metano dovrebbe essere ridotto di circa un terzo: anche se questo sarà fatto, è quasi inevitabile che temporaneamente tale limite di temperatura sarà superato. Sarà possibile, tuttavia, ritornare al di sotto di esso entro la fine del secolo. La temperatura globale si stabilizzerà quando le emissioni di Co2 raggiungeranno lo zero netto. Rimanere entro il limite di 1,5 gradi sopra i livelli preindustriali, significa raggiungere lo zero netto di emissioni di Co2 a livello globale nei primi anni del decennio 2050-2060. Per rimanere entro il limite di 2 gradi, lo zero netto dovrà essere raggiunto entro i primi anni del decennio 2070-2080. Questa valutazione mostra che limitare il riscaldamento globale di circa 2 gradi gradi centigradi richiede, in ogni caso, che le emissioni globali di gas serra raggiungano il loro massimo al più tardi entro il 2025 e siano ridotte di un quarto entro il 2030. Il rapporto dell’Ipcc sottolinea, infine, la necessità di colmare la mancanza di investimenti. Attualmente, i flussi finanziari verso la ‘decarbonizzazione’ sono da tre a sei volte inferiori ai livelli di cui abbiamo bisogno, entro il 2030, per limitare il riscaldamento almeno di 2 gradi centigradi. Allo stesso tempo, c’è sufficiente capitale globale e liquidità per colmare le carenze di investimenti registrati. Occorre, pertanto, un segnale chiaro da parte dei governi e della comunità internazionale, che includa un più forte allineamento della finanza e della politica del settore pubblico.





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