Il
'Progetto per la Formazione delle libertà', edito da
Losguardolungo.it, è l'ultimo lavoro del presidente della Federazione dei liberali italiani,
Raffaello Morelli. Ma più che un saggio, si tratta di un
'progetto' politico vero e proprio, che illustra il perchè, in
Italia, sia necessario costruire la
'Formazione delle Libertà'. Secondo
Morelli, infatti, le grandi carenze del Paese derivano soprattutto da un
'buco' di liberalismo civile. L'individuo è il cardine delle libertà, ma da noi resta un
'fantasma', nonostante il mondo funzioni con i miliardi di individui viventi e sia impossibile prescindere dallo spirito critico di ogni umano sul territorio con la sua
'diversità'. Tra questa miriade di individui, i conflitti sono fisiologici e, per dirimerli, vanno rispettate le
regole che i cittadini si danno per fare le scelte e relazionarsi tra loro. Quindi, la misura di ogni libertà politica non è affatto
l'assenza di regole. Al contrario, servono
regole di qualità, che sappiano dare spazio all'esercizio dello
spirito critico individuale. Il libro mostra che colmare oggi, in Italia, questa carenza, questo
"buco delle libertà" come lo definisce l'autore, significa convincersi che le libertà crescono fondando i comportamenti e le scelte pubbliche sul
cittadino responsabile, secondo le regole. Purtroppo, ciò non si verifica sin dall'epoca
dell'Unità d'Italia. Il saggio, pur trattando cosa fare nei tempi attuali in vista del domani, ci ricorda come, nei decenni, si sia arrivati al
'buco' delle libertà di oggi. L'auspicata
'Formazione delle Libertà' non è un assunto teorico, ma un metodo, frutto sperimentale dei tempi trascorsi. E infatti, un capitolo del libro è dedicato ai decenni
dall'Unità fino a oggi, benché questo testo venga collocato
nell'appendice: una scelta insolita. Tuttavia, una collocazione iniziale avrebbe distolto il lettore dal focalizzarsi sul colmare il
'buco' delle libertà di oggi. Al tempo stesso,
l'appendice, sui decenni trascorsi, mantiene consapevoli che colmare il
'buco delle libertà' non vuol dire ripartire da
zero, bensì dagli avvenimenti, i quali rappresentano una caratteristica fondamentale delle libertà. La
'Formazione delle Libertà' è chiamata a
un'azione politico-culturale continua, che non evochi certezze, che non attenda condizioni di vita migliori raggiunte in modo spontaneo e che renda il cittadino consapevole del come il conflitto sperimentale sulle idee, sulle proposte e secondo le regole, sia la reale
garanzia della libertà di ciascuno. A tal fine, i fautori delle libertà devono impegnarsi sui
principi imprescindibili, per rilanciare il
metodo del
liberalismo politico, evitando di allargarsi a un
progetto onnicomprensivo, che su ogni tema della vita stenda una
'cappa' intrinsecamente estranea alle libertà. Il fulcro del
metodo liberale è il concetto politico di
'cittadino-individuo' e della
metodologia individuale. Muovendo dalla constatazione storica che gli individui sono tutti diversi e che, per funzionare al meglio, le istituzioni vanno basate sul combinare le
scelte dei singoli cittadini in base ai
risultati, la
libertà individuale è il mezzo più efficace per adattare il convivere al passare del tempo, perché utilizza l'esprimersi dei singoli. Chi agisce da
liberale in politica,
valorizza l'individuo e il suo
diritto al privato, per esaltare
l'originalità di ognuno col manifestare il proprio essere. Da qui, la necessità di
regole sui modi del confronto tra i molteplici interessi dei
'cittadini-individuo' e tra i
progetti da loro avanzati. E, onde mantenere
l'uguaglianza dei cittadini nei diritti, altrettanto indispensabile diviene
l'adeguamento di quelle regole in base ai risultati ottenuti. Una simile necessità è la spina dorsale della
separazione 'Stato-religioni', voluta proprio dai
liberali. Una separazione che, in
Italia, ha ancora bisogno di
supporto politico, dato che
'traballa' la
laicità istituzionale, riconosciuta dalla
Corte costituzionale nel
1989, seppur timidamente e, perciò, ancora
poco attuata. Il sistema della separazione comporta la
neutralità istituzionale, il diritto di un cittadino di avere o no un
'credo' e la scelta di procreare non dettata dalla
'dottrina'. Ciò comporta anche migliorare l'utilizzo delle potenziali risorse dei
'cittadini-donna' nel vivere: una questione cui sono state tentate risposte rimaste
parziali, che non hanno cambiato la
mentalità civile portandola a riconoscere che
maschi e
femmine hanno, in quanto umani, una sostanziale
unitarietà di comportamenti. Più in generale, valorizzare i
'cittadini-individui' e adottare regole da loro prima scelte e, in seguito, adeguate, è la
'procedura delle libertà' sulla scorta dei fatti. Non perché le attività e decisioni dei cittadini siano sempre e comunque le migliori, bensì perché, statisticamente, la
'procedura', reiterandosi, fornisce la probabilità, di gran lunga superiore, di condurre verso una
convivenza più feconda. Chi non vuol seguire tale procedura, non applica il
metodo sperimentale e
non è un liberale. Inoltre, un funzionamento istituzionale coerente con il
liberalismo non interessa solo i
liberali, ma a tutti i cittadini, poiché a tutti garantisce la
convivenza tra 'diversi' più produttiva e più pacifica raggiungibile. Il
liberalismo, infatti, non è una
condizione di natura, ma una
conquista della conoscenza umana, connessa al comprendere i meccanismi dello svolgersi della vita: una
conquista da
rinnovarsi nel tempo, affinché non
regredisca. A questo punto del libro, c'è un
'passaggio-chiave': il rilievo che far parte dell'auspicata
'Formazione delle Libertà' non sia un
diritto di cittadinanza. Per farne parte, bisogna prima
condividere i principi maturati attraverso l'esperienza e, oggi, irrinunciabili per il rilancio stesso delle libertà. Il libro ne cita
11, descritti con precisione scientifica. Su questi
11 principi si fonda l'azione politica attuale dei
liberali. Condividendoli, si è nella
'Formazione delle Libertà', che è lo strumento per applicarli in
Italia e avviare il rilancio della
'metodologia individuale'. Naturalmente, ciò è solo l'inizio. Il quotidiano
confronto politico delle libertà verte sui provvedimenti necessari per governare un territorio. Il libro seleziona e analizza
cinque settori per realizzare la
cultura liberale, ancora da approfondire, ma prioritari
nell'Italia di oggi: la
scuola; l'economia; i
mezzi d'informazione; il
'sistema-giustizia'; l'Unione europea. Applicare le libertà in questi
5 settori risulta, dunque, decisivo rispetto ad applicarlo negli altri settori. Il libro fa poi un cenno alle caratteristiche dei
sistemi elettorali usati per le scelte e getta uno sguardo sulle
culture politiche oggi in campo, tutte
distanti, se non
nemiche, del
singolo individuo. Nell'ultimo capitolo, questo lavoro di
Morelli rimarca l'esigenza che l'auspicata
'Formazione delle Libertà', in coerenza funzionale con il
liberalismo, utilizzi la
conoscenza scientifica e quella
tecnologica per dare ai
liberali uno strumento capace di mettere in relazione immediata e fattiva i
'cittadini-individui'. La
'Formazione delle Libertà' si dovrà perciò dotare di una
'Piattaforma Telematica' riservata agli aderenti, che consenta lo svolgersi, in tempo reale e in ogni ambito nazionale o locale, di tutte le attività di dibattito e di scelta che sono
l'anima concreta delle
libertà dei
cittadini.