L'opera prima di
Biagio Iacovelli, dal titolo
'Antropozoologie - Studio verosimile di una realtà grottesca' (edizioni Eretica) è una miscellanea di
racconti brevi. Discorsi sull'uomo in quanto
animale, in quanto organismo pulsante e respirante. L'autore s'impegna, in questo suo debutto, a indagare i possibili significati che la vita su questo pianeta assume per l'animato cognitivo. Indaga la fine, le finalità e il percorso fatto per raggiungerle. Lo scritto trasuda una
spiritualità profonda, una sensibilità che gli consente di
'agguantare' il lettore per trascinarlo nel suo mondo
, grazie a
una prosa avvincente, che lo mette a proprio agio, riavvicinando la lettura stessa a quella
pratica di 'otium' troppo spesso difficile da
'ri-vivere'. Per questo
'Antropozoologie' va decisamente controcorrente rispetto alla letteratura contemporanea: asciugato dagli
orpelli retorici, privato di
estetismi fini a se stessi, esula dal
melodramma melenso della
'post modernità'. Conformandosi come un insieme di
'pillole mitologiche', l'unico effetto che la contemporaneità sortisce sulle favole tessute dall'autore è l'assenza di un insegnamento nel senso moralistico del termine. Le pagine scorrono velocemente tra
ontogenesi di piante alla stregua del
mito di Narciso, come in
'Titan Arum' e l'autoanalisi delle ragioni di
Icaro, in
'La gallina che voleva diventare un'aquila'. Ne
'La stirpe di Caino' e in
'Fiat lux' vengono ripresi motivi già esistenti nella storia della letteratura, riletti in una
'chiave' onirica, con tutto il lordume che l'inferno dei bassifondi sa regalare. In
'La giostra' e
'La festa' a essere sviscerata è la ripetizione del
dolore, che sia nel senso di
Tantalo o in quello di
Sisifo. In
'Il canovaccio' e
'...e alla fine?' l'individuo riscopre se stesso in un viaggio attraverso il suo opposto. Una denuncia cruda appare un po' a sorpresa ne
'Il botanico': adagiarsi entropicamente sul
pensiero preconfezionato è la via maestra verso l'estinzione. Non è l'unica cornice
'post-apocalittica' rintracciabile nella pubblicazione. Persino chi non ama i racconti può apprezzare lo
stile dell'autore lucano. La sua narrativa è
descrittiva quanto basta, non
sovraccarica di avverbi. Il periodare non cede alle semplificazioni della
paratassi. Nell'assenza di una cornice coerente, dal punto di vista logico, che sappia rilegare in maniera forte le favole in cui l'autore ha plasmato le sue riflessioni, le illustrazioni pregiate di
Eleonora Iacovelli in apertura di ciascun capitolo sembrano assurgere alla medesima funzione degli
affreschi nelle
basiliche medievali: l'immagine comunica il simbolo di cui poi la novella si fa studio - come enunciato nel sottotitolo - di una realtà percepita come
grottesca.Antropozoologie - Studio verosimile di una realtà grottesca
di Biagio Iacovelli
Eretica edizioni
Pagg. 106, € 13
L'autoreBiagio Iacovelli, classe 1992, è un attore lucano. Ha lasciato la Basilicata per inseguire il sogno del palcoscenico. Dopo aver frequentato la prestigiosa Accademia teatrale di Roma 'Sofia Amendolea', ha preso parte a numerosi film e spettacoli, ricevendo il plauso della critica e collaborando, tra gli altri, con Giorgio Albertazzi, Moni Ovadia, Remo Girone e Antonio Catania.