Un milione di posti di lavoro. Non è la solita
promessa, ottimistica e generica, dei nostri politici, vecchi e nuovi, ma una
possibilità concreta, offerta dalle nuove tecnologie
dell'ITC (Information and Communication Tecnology) e, in particolare, dalla
'Data Science', ovvero la
'scienza del dato'. Il come realizzarli è contenuto nel libro di
Carlo Enrico Bazzani, intitolato:
'Data Science: al servizio dell'impresa e della società. Un primato italiano', edito da
Armando Editore e presentato di recente alla fiera
'Più libri, più liberi', tenutasi a
Roma Eur presso la
'Nuvola' di
Fuksas. Ma cos'è, in concreto, la
'Data Science'? La materia è ancora sconosciuta ai più, soprattutto in
Italia. Anche se, già oggi, essa incide sulla
vita quotidiana di ogni singolo cittadino che, in ogni sua azione - connessa o meno a
internet - contribuisce, quasi inconsapevolmente, ad arricchire le
banche dati. Un processo inarrestabile, poiché mosso dalla sete di sapere connessa al sogno, innato nell'uomo, di conoscere il
futuro. Infatti, la
'Data Science' permette di studiare dati ed eventi, relazioni e correlazioni, andamenti e coincidenze, fino a compiere la
'magia' di riconoscere il passato e di prevedere il futuro di un qualsiasi soggetto pubblico o privato, sia esso un negozio o un'azienda, un ministero o altro ente. Una
'potenzialità' che può essere applicata, salvo rare eccezioni, a ogni sfera dell'attività umana, ovviamente con diverse percentuali di successo e a seconda del numero e della natura delle variabili. Un esempio di
'Data Science' non 'scientifico', ma nondimeno eloquente e
'spettacolare', ci viene anche dalla
televisione con
fiction di successo, come la fortunata serie televisiva americana
'Bull', mandata in onda nel
2016 dalla
Cbs, in cui il protagonista - uno
psicologo forense - è a capo di un team di esperti che elabora strategie difensive vincenti per i propri clienti, sulla base dell'analisi ed elaborazione di dati caratteriali e non relativi ai vari soggetti
'in causa' (giudici, avvocati, giuria, testimoni e così via). Dunque,
'Sua Maestà' il dato. Viviamo una nuova età dell'oro, con tanto di
'corsa' alla conquista di questo nuovo metallo prezioso -
i dati - per raccoglierli, catalogarli, elaborarli e tradurli in soluzioni utili, auspicabilmente, allo sviluppo economico e sociale dell'umanità. L'imprenditoria italiana di settore è riuscita a raggiungere posizioni di primato nella gestione di questa risorsa di inestimabile valore, date le infinite potenzialità di applicazione in ogni campo del vivere civile. Dobbiamo esserne fieri, ma anche consapevoli della necessità di dover rafforzare tali posizioni, perché
la 'corsa' è mondiale e
molto competitiva. Se si aprono nuove opportunità per i cittadini e, in particolare, per le
imprese nella competizione globale, si aprono anche nuove
problematiche di natura
politica, economica ed
etica connesse al possesso del
'potere dei dati', al loro utilizzo e alla loro incidenza sulla
privacy. Una realtà complessa e delicata, che investe la classe dirigente del Paese. In primo luogo, quella
politica, chiamata a favorire e guidare il progresso della società con
equilibrio e
trasparenza, con regole semplici e chiare, capaci di tutelare gli interessi nazionali. Il libro di
Carlo Bazzani rivolge un chiaro
richiamo in tal senso, offrendo un'ampia
'ricognizione' sulla
Scienza dei dati e sulla sua
utilità sociale ed
economica. Un'analisi corredata da esempi di successo nell'applicazione delle
nuove tecnologie da parte di aziende private e dall'amministrazione pubblica, centrale e regionale. Oltreché da un compendio di
'necessità' del settore:
a) ammodernamento della Pubblica amministrazione;
b) accelerazione del processo di digitalizzazione e interscambio dei dati, per migliorare, oltre ai servizi al cittadino, l'efficienza e la trasparenza, arginando disservizi, sprechi e corruttele;
c) semplificazione legislativa;
d) revisione dei modelli e delle procedure d'appalto. Un lavoro che dedica un'attenzione specifica ai
giovani, affinché conoscano le grandi
opportunità di lavoro, crescita e
sviluppo che la
'scienza dei dati' offre. Secondo
l'Osservatorio del Politecnico di
Milano, nel triennio
2019/2021 servirebbero intorno ai
210 mila addetti, mentre il sistema formativo e accademico nazionale riesce a generare solo qualche
centinaio di
neolaureati all'anno. Inoltre, secondo gli studi sulla
'Nuova geografia del lavoro' del professor
Enrico Moretti, docente della
Berkeley University of California, per ogni nuovo occupato nei settori innovativi e ad
alta specializzazione tecnologica, il tessuto socioeconomico locale esistente reagisce positivamente, producendo
5 nuovi occupati 'tradizionali'. Dunque, la
'Data Science' potrebbe generare, potenzialmente,
più di un milione di posti di lavoro: la politica ne
tenga conto. I giovani possono fare la loro parte, abbracciando questa
nuova scienza consapevoli dell'opportunità che essa offre. Anche perché, a loro è affidata la
missione di mantenere e rafforzare il
primato italiano in un settore determinante, in generale, per lo sviluppo di una
società libera.L'autoreCarlo Enrico Bazzani è un giornalista professionista, membro dell'Associazione stampa parlamentare dal 1970 per l'Agi, l'Agenzia giornalistica italiana, della quale è stato a lungo Caporedattore politico-parlamentare. Successivamente, ha diretto il quotidiano politico 'La Discussione', fondato da Alcide De Gasperi e alcune testate di settore. Nel corso dell'ultratrentennale attività professionale ha collaborato a periodici e quotidiani quali, tra gli altri, il 'Giornale Radio Rai', 'Lo Specchio', 'Il Mondo' e 'Panorama'. Ha ricoperto, in vari periodi, incarichi di Consigliere per l'informazione e l'editoria dei ministri del Lavoro, dell'Ecologia, delle Politiche comunitarie, dei Rapporti con il parlamento e della Giustizia. Ha curato le collane editoriali 'I quaderni' del Centro italiano studi sociali e 'Le Protagoniste' dedicata, sotto l'egida delle massime ostituzioni dello Stato, alla promozione delle Pari opportunità e delle donne attive nella società civile delle varie città d'Italia. Dal 2001 al 2010 è stato docente nel Master di giornalismo presso l'Università di Roma 'Tor Vergata'.