Il festival
'Villa Ada - Roma incontra il mondo' non è solo musica. Certo, i tanti artisti ospitati negli eventi serali richiamano l'attenzione del pubblico romano e non. Ma la
'setlist' accuratamente selezionata dal direttore artistico,
Giuseppe Giannetti, non si limita all'offerta nazionale, permettendo di gettare un orecchio anche sul panorama internazionale. È chiaro che siano attirati, quindi, ascoltatori da tutta
Italia. Il palco, montato su vista lago, ospita artisti che non hanno niente da invidiare agli altri festival musicali che stanno animando questa torrida estate della capitale. Oltre alla permeabilità della musica, che s'impregna di cultura e di richiamo all'umanità ad ogni performance,
Villa Ada apre le porte anche a
'Bella Storia'. Nata con lo scopo di rimettere in circolo la
memoria storica, in una compagine territoriale complessa come quella del
V Municipio per estendersi a tutto il territorio capitolino, l'iniziativa si conferma nel parco romano con questa sua
seconda edizione. Il primo incontro, tenutosi il
1° luglio scorso, è stato condotto da
Annalisa Camilli e ha avuto come tema
'La legge del mare', il libro da lei recentemente pubblicato per
Rizzoli. Giornalista di
Internazionale, la
Camilli ricostruisce la narrazione mediatica che ha portato gli
'angeli del mare' a essere considerati dei
criminali assimilabili agli
schiavisti. Nella serata
dell'11 luglio, invece,
Paolo Mattera ha allargato il suo sguardo sul
1968. Con
'Fermenti pop: sogni e visioni all'alba della contestazione', il professore di
Storia contemporanea dell'Università di
Roma Tre ha rintracciato le radici culturali della rivoluzione del secolo scorso. I segni della contestazione per maggiori
diritti dell'individuo, prima ancora di essere formulati in una domanda esplicitamente politica sono maturati nella musica, dai
'The Beatles' ai
'Doors' e nel cinema, con
James Dean e
Nanni Moretti. Il terzo appuntamento è di natura
filosofica, relazionato da
Francesca R. Recchia Luciani, docente di
Storia della Filosofia contemporanea all'Università di Bari. La docente ripercorre le idee di due acute pensatrici come
Hannah Arendt e
Simone Weil sulla categoria dello
'sradicamento'. Nonostante le innegabili diversità di contesto sociale in cui le due filosofe hanno operato, la loro riflessione prese le mosse dal bisogno insopprimibile del
soggetto post-moderno di essere riconosciuto per come si riconosce, nell'intersezione di
'luogo', 'tempo', 'interessi', 'possessi' e
'intenzioni'. L'ultimo appuntamento di questi seminari è firmato da
Mauro Canali e s'intitola
'Mussolini e i ladri di regime', edito da
Feltrinelli, pubblicato in collaborazione con
Clemente Volpini. Nella serata del
25 luglio, il docente di
Storia contemporanea dell'Università di Camerino smentisce la memoria storica che vede il
'ventennio mussoliniano' come un regime sì
dittatoriale, ma sotto l'egida della più trasparente
onestà: si tratta di un
banale luogo comune. I quattro interventi di
'Bella Storia', iniziativa curata da
Riccardo Sansone, si svolgono a partire dalle ore
19.00: un'ora perfetta per accompagnare
l'aperitivo con
l'approfondimento storico.