Lo scorso
1° febbraio, il ministro dell'Interno,
Matteo Salvini, ha fatto visita al cantiere per
l'alta velocità in
Val di Susa, totalmente ricoperto dalla neve per l'ondata di maltempo che ha investito la penisola. Il leader della
Lega ha voluto immediatamente confermare ciò che è stato messo nero su bianco nel
'Contratto di governo', stipulato con il
Movimento 5 Stelle il
18 maggio dello scorso anno.
"Riguardo alla linea ad Alta velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto, nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia". Dunque, il cantiere di
Chiomonte non va smantellato, bensì concluso. Il progetto costituirebbe, secondo
Matteo Salvini, "un nodo ferroviario in grado di collegare il nord'Italia alla Francia e, quindi, all'Europa". Secondo
Matteo Salvini, perseguire nella costruzione di questa strada ferrata costituisce un considerevole vantaggio strategico per
l'Italia. La conversione della tipologia di trasporto delle merci porterebbe all'eliminazione di
un milione di Tir rispetto ai quattro che, attualmente, transitano attraverso le
Alpi, riducendo così l'impatto ambientale sulla zona. Inoltre,
l'alta velocità permetterebbe di ridurre il
traffico su gomma, dimezzando i tempi di percorrenza tra
Milano e
Lione, attualmente stimati sulle
5 ore. Matteo Salvini ha parlato anche della possibilità reale di ridurre gli investimenti da
4 a
3 miliardi di euro, per concludere efficacemente i lavori. Per questo, si afferma la necessità di rivedere il progetto: per indirizzare il resto del finanziamento al miglioramento di altre infrastrutture del territorio piemontese
(per esempio: la metropolitana di Torino). Il discorso del ministro dell'Interno risulta essere, quindi, perfettamente in linea con la
27esima sezione del
'Contratto di governo', per cui il potenziamento delle infrastrutture dev'essere perseguito con
"uno spirito ambientalista". Il ministro dei Trasporti francese,
Elizabeth Borne, per parte sua ha ribadito e confermato il proprio impegno a proseguire i lavori. E ha sollecitato
l'Italia a fare altrettanto, al fine di non perdere i
finanziamenti Ue già stanziati.
Matteo Salvini, insomma, conferma, da una parte, la sua volontà di
non chiudere il cantiere e di
rivedere gli investimenti del progetto, definito dallo stesso
"sovrastimato", unendosi, dall'altro, alla linea degli alleati di Governo. Il tutto a condizione che la somma per terminare la tratta
Torino-Lione sia inferiore a quella che occorrerebbe per chiudere il cantiere e ripristinare allo stato originale i
25 chilometri di traforo già scavati. Le rassicuranti parole del ministro dell'Interno stonano, tuttavia, con le dichiarazioni, totalmente discordanti, del vicepremier
Luigi Di Maio, il quale ha affermato che
"non è stato scavato un solo centimetro di galleria in Val di Susa". Al netto dell'impossibilità di stabilire lo stato effettivo dei lavori sul cantiere,
Matteo Salvini ha speso sentite parole di ringraziamento alle forze dell'ordine, che presidiano ogni giorno la valle. Per la serie:
'Patti poco chiari, alleanza corta', abbiamo appena trasmesso una normale giornata di lavoro dell'attuale Governo in carica, che ha fatto della
chiarezza decisionale e
dell'univocità di visione la propria bussola di orientamento programmatico. Sino al punto da mandarsi reciprocamente
'a quel paese'. Questa sì che è concretezza, ragazzi.