Raffaello MorelliCaro Direttore, desidererei segnalare ai suoi lettori una tempesta che si sta addensando sulla nostra convivenza. L’ha evocata il Presidente della Camera, On. Casini, proclamando il suo “no al laicismo di Stato, perché non ci può essere Stato senza Dio e senza religione”. Simili idee non possono restare nel sottobosco delle dichiarazioni politiche. Devono essere discusse a fondo e capillarmente. L’esperienza storica ha dimostrato mille volte che solo la laicità delle istituzioni garantisce la libertà di religione di ognuno e la libertà di praticarla pubblicamente organizzandosi. Solo se lo Stato non ha un Dio, ognuno può avere un Dio. Solo se lo Stato non ha religione, tutte le religioni hanno uno Stato e possono liberamente predicare la loro verità. Se davvero lo Stato dovesse avere un Dio e una religione, la fede diverrebbe una fonte legislativa e politica. L’On. Casini vuole farsi l’interprete politico di questa idea che serpeggia nella nostra società. Ma è un’idea che rinnega il cuore stesso della civiltà occidentale (e della sua evidente maggior capacità propulsiva) che è costituito dall’aver sviluppato strutture civili separate da suggestioni religiose. E rinnegando queste radici, corrode le istituzioni e mina i presupposti della convivenza aperta tra cittadini liberi e responsabili, di ogni etnia e religione. Ai fautori dello Stato etico e della religione di Stato, occorre rispondere presto con la fermezza della ragione e dell’esperienza. Innanzitutto da parte dei credenti che, come insegnato da De Gasperi, non confondono mai l’esser personalmente cattolici praticanti con l’affidare alla fede e alla gerarchia la guida politica della convivenza. Mobilitarsi subito a difesa della laicità delle istituzioni è l’obbligo politico di tutti coloro che hanno imparato la lezione della Storia: minore è la commistione tra Stato e religione, più cresce la libertà dei cittadini e più migliorano le loro condizioni socio economiche.


Articolo tratto dal quotidiano ‘L’opinione delle Libertà’ del 5 luglio 2005
Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio