Pablo Neruda torna sotto i riflettori. A distanza di oltre cinquant'anni dalla scomparsa del
poeta cileno, ancora non sono chiare le cause del decesso. Il
premio Nobel non sarebbe morto a causa di un
cancro, ma sarebbe stato
avvelenato dalla
polizia segreta di Pinochet, lo spietato generale di cui fu un ferreo oppositore. Un team di scienziati internazionali, sedici per la precisione, ha recentemente rilevato una
tossina, che potrebbe essere la risposta a questo giallo irrisolto: batteri non cancerogeni rilanciano così la tesi
dell'omicidio politico. La famiglia dell'intellettuale ha sempre sospettato che dietro alla sua fine ci fosse la mano oscura del
dittatore, tra i più disumani del
'900. Non hanno mai creduto alla versione della malattia, considerata come unica verità ufficiale. L'autore di
'Residencia en la tierra' si spense in un ospedale di
Santiago del Cile, il
23 settembre 1973, dodici giorni dopo, guarda caso, il
'golpe' di
Pinochet, mentre stava per partire per un nuovo esilio. Aveva deciso di lasciare il
Cile, per continuare a denunciare le violenze del generale e, con esse, la complicità degli
Stati Uniti. Un'influenza lo costrinse, però, al ricovero improvviso. Secondo la testimonianza del suo autista e assistente,
Manuel Araya, gli iniettarono un farmaco contro i dolori che lo condusse alla morte. Perché quindi riportare nei certificati che fu un
tumore alla prostata a mettere fine alla sua esistenza? Una forma di
depistaggio? Era forse una voce troppo scomoda al regime, la sua? Sembra proprio di sì.
Neruda ricoprì incarichi diplomatici e politici di rilievo per il proprio Paese. E nota era la sua adesione volontaria al
comunismo. Subì per questo pesanti censure e fu perseguitato, costretto a espatriare per l'opposizione al governo autoritario di
Gabriel González Videla, che durò dal
1946 al
1952. La sua propensione alle idee di sinistra fu ancora più marcata dopo la barbara uccisione dell'amico poeta
Federico García Lorca, da parte dei fascisti di
Francisco Franco, durante la guerra civile spagnola. Ma fu il sostegno al socialista
Salvador Allende, al quale era legato da una profonda amicizia, a determinare l'inizio delle persecuzioni.
Allende si suicidò durante l'assalto al palazzo della
Moneda: gli uomini di
Pinochet erano riusciti ad annientare il governo democratico e a salire al potere con un colpo di Stato. E' chiaro che c'entra ben poco il tumore con la morte di
Neruda. Il professor
Aurelio Luna, dell'università spagnola di
Murcia, che ha coordinato i nuovi esami, sta cercando di capire bene il motivo della presenza massiccia di alcuni
batteri creati in laboratorio. Non c'è ancora un verdetto definitivo, ma presto si avranno maggiori dettagli sulla vicenda. L'attuale scoperta non combacia, tra l'altro, con gli esami effettuati nel
2013, quando il corpo del poeta venne riesumato: allora non fu riscontrata alcuna traccia di batteri. L'ipotesi di
avvelenamento non venne neanche presa in considerazione e le indagini furono subito archiviate, tra lo sdegno e le proteste dei familiari e degli amici. Ora i resti del poeta si trovano in una tomba a
Isla Negra, una località sulla costa del
Pacifico, davanti a quel mare che
Neruda aveva spesso cantato nelle sue poesie.