Patria e
cultura sono argomenti
complicati. Ce lo dice con chiarezza
Kazuo Ishiguro, recente vincitore del
premio Nobel per la letteratura 2017: per comprendere meglio chi siamo, dobbiamo imparare ad ascoltare chi è arrivato da lontano.
Ishiguro è nato nel
1954 a
Nagasaki, ma si è trasferito da bambino, insieme alla famiglia, in
Gran Bretagna. Vive a
Londra, dove si è laureato in inglese e filosofia. E' sposato con una donna scozzese, dalla quale ha avuto una figlia. In
Giappone è tornato da uomo maturo nel
1989, anno in cui il suo libro più noto,
'Quel che resta del giorno', ha ottenuto il
Booker Prize, facendolo entrare nell'olimpo della letteratura inglese. Il romanzo è diventato un film di successo per il cinema, diretto da
James Ivory. Nel cast, una coppia straordinaria di attori:
Anthony Hopkins ed
Emma Thompson. L'autore della
'doppia identità', diviso a metà tra due lingue e due culture, negli anni non ha mai smesso di osservare il mondo con attenzione. La sua visione, particolarmente
'sensibile', della società lascia emergere le ombre del tempo e della memoria. I personaggi si mostrano in tutta la loro
umanità, tra fragilità e fallimenti. E' proprio nell'incertezza delle relazioni, nel senso di smarrimento e di rimpianto costante, che si muove l'impalcatura narrativa delle sue opere, cariche di
enigmi sull'esistenza. Nella sua mente esistono immagini sospese di una terra lontana, ma anche dimensioni fantastiche, tra draghi e folletti nella
Britannia del
VI secolo. In buona sostanza,
Ishiguro è riuscito, grazie a questa sua
'dualità', a creare uno
stile originale e
personale, da autentico
visionario. La sua scrittura è
'interiore'. E il suo linguaggio
equilibrato, privo di orpelli, piace ai lettori, che si lasciano catturare
dall'inatteso e da un'alternanza continua tra
oriente e
occidente. Sette i romanzi pubblicati, oltre a una raccolta di racconti, tutti editi in
Italia da
Einaudi: 'Un pallido orizzonte di colline' (1982); 'Un artista del mondo fluttuante' (1986); 'Quel che resta del giorno' (1989); 'Gli inconsolabili' (1995); 'Quando eravamo orfani' (2000); 'Non lasciarmi' (2006); 'Notturni: cinque storie di musica e crepuscolo' (2009); 'Il gigante sepolto' (2015). Tradotto in oltre
40 lingue, lo scrittore è appassionato di
cinema e
sceneggiatore, ma si considera soprattutto un
romanziere. Ama la musica e suona la chitarra.
Charlotte Brontë è l'autrice che ha avuto più influenza sulla sua scrittura.
Ishiguro racconta storie umane, tra abbandoni di affetti, incomprensioni, vuoto esistenziale e il tormento dell'essere nel ricordo. La sua continua ricerca di un
equilibrio illusorio è un
'autoinganno', che lo porta a costruire trame inventando personaggi perennemente sospesi tra fantasia e realtà, fra passato e futuro e la
saggezza del tempo, che scorre illuminando la strada verso il domani.