C'è chi esce di casa e non vi fa più
ritorno; c'è chi si allontana per
scelta o sparisce per altre cause; c'è chi viene addirittura ritrovato
cadavere; e ci sono anche moltissimi nuclei familiari a cui non rimane altro che il
'vuoto' e un grande dolore, in attesa di un cenno o di una qualche notizia, annunci, indagini e ricerche spesso senza nessuna traccia. Dal
1974 al
2015, nel nostro Paese risultano scomparse
34.562 persone, con un'impennata di
5.328 sparizioni in più rispetto al
2014. Un dato sconfortante, anche se molto più basso rispetto ad altri Paesi europei. Mancano all'appello soggetti principalmente di sesso maschile:
25.186 uomini contro
9.376 donne. Ma soprattutto si tratta di un fenomeno in crescita. Come evidenziano i dati che emergono dall'ultima relazione semestrale del
Commissario straordinario del Governo, la maggior parte degli
'introvabili' sono stranieri e minorenni: solo nei primi cinque mesi del
2016 sono stati ben
5.321 i
bambini 'irreperibili'. Aumentano le denunce di scomparsa, da
149.036 a
166.280 tra il
2014 e il
2015, così come le persone rintracciate, che sono
131 mila 718: 11.916 in più rispetto al
2014. I ritrovamenti sono saliti
dell'80%, grazie al cielo. Tra le motivazioni più frequenti:
l'allontanamento volontario, che si riferisce in buona parte ai
minori stranieri non accompagnati che lasciano i centri di accoglienza, ma non solo. Il
30% viene
'recuperato', riuscendo così a sottrarre i ragazzi alla criminalità e allo sfruttamento. Tutti gli altri svaniscono e finiscono
schiavizzati, o
venduti per l'espianto degli organi. Minori a parte, per il resto è proprio la crisi economica a far scaturire una scelta drastica: ci si rende conto di non essere più in grado di andare avanti, sommersi da
debiti che si sono moltiplicati nelle loro
modalità di tassazione indiretta, o di
prestiti non restituibili per mancanza di
lavoro o di altre forme di
reddito. Allora non resta che andarsene, lasciare tutto senza dire nulla ai propri cari. Nella classifica delle regioni con il più alto numero di scomparsi c'è proprio il
Lazio, con
7.089 casi; seguono la
Sicilia con
6.362 e la
Lombardia con
3.562. Da tenere in considerazione l'età dei soggetti:
1.339 superano i
65 anni. Ben
1.106 sono italiani. Alcuni soffrono di patologie neurodegenerative, o sono colpiti
dall'Alzheimer: sono
503 e appartengono alla categoria dei possibili disturbi psicologici. I giovani, invece, se ne vanno o per problemi di
droga, o a causa della
disoccupazione, oltre a un'evidente trascuratezza da parte delle
famiglie. I connazionali spariti all'estero sono
190: nulla si sa più di loro dal momento del loro passaggio in territorio straniero.
136 sono maggiorenni,
23 sono
over 65 e
23 non hanno ancora raggiunto i
18 anni. Dall'annuario statistico pubblicato dal
ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, si scopre che le procedure aperte dalla
Farnesina nel
2014 per la ricerca degli
italiani scomparsi fuori dai nostri confini nazionali erano
3.024. Fortunatamente, grazie a una cooperazione più intensa tra i distinti Paesi, molti sono stati ritrovati. Altra realtà da monitorare sono le 'sottrazioni di minori', che contano
365 casi, divisi tra
200 stranieri e
165 italiani. Tra le possibili vittime di reato si riscontrano
100 persone, divise in
84 maggiorenni,
15 minorenni e solo un
over 65. Sul totale degli individui da rintracciare, in oltre il
45% dei casi non si conosce la ragione dell'allontanamento. Inoltre, la vicenda di chi scompare va spesso a intrecciarsi con quella dei tanti
cadaveri senza nome: corpi rimasti in attesa di essere riconosciuti dai parenti, prima di poter avere una degna sepoltura. A tutte queste cifre si aggiunge un aspetto importante:
l'immigrazione e le persone
disperse in mare, che sicuramente vanno a incidere sull'andamento generale delle statistiche. Sono i fatti di cronaca, i telegiornali e giusto qualche programma televisivo a riportare alla luce questo dramma, che rappresenta un
allarme sociale legato a
disagi, perdita di valori, assenza di riferimenti. Le
forze dell'ordine e la
magistratura sono impegnate in una strategia di contrasto, con un costante monitoraggio dei dati e un coordinamento nelle attività di ricerca. Tuttavia, sarebbe necessario un maggiore impegno anche da parte della
collettività, che non può restare
indifferente, poiché dietro a ogni volto perduto, c'è una vita che potrebbe essere
in pericolo.