La funzione del famoso
Arsenale di Venezia, cuore pulsante dell'industria navale già a partire dalla fine del
XII secolo e interessante esempio di archeologia industriale, è messa a rischio dalla costruzione di alcuni
'mega-edifici' a ridosso dei tre storici
Bacini di Carenaggio a nord della struttura. A denunciarlo, nella sua lista 'rossa',
'Italia nostra', la nota associazione per la salvaguardia e la conservazione dell'ambiente e del territorio italiano, la quale sul proprio sito ufficiale ha sottolineato come la costruzione di capannoni industriali e di un
'mega-depuratore' in prossimità dei
Bacini a nord, realizzati in
pietra d'Istria e considerati un
'unicum' in tutto il
Mediterraneo, ne renderà impossibile l'utilizzo, facendo così cessare le antiche funzioni
dell'Arsenale dopo secoli di attività e deturpandone l'immagine, come già avvenuto all'esterno con la costruzione delle
'mega-banchine' in cemento armato con
'guard rail'. Una decisione discutibile, presa dai tre commissari del
Consorzio Venezia Nuova (CVN), Luigi Magistro, Francesco Ossola e
Giuseppe Fiengo, che gestiscono il progetto di ingegneria civile, ambientale e idraulica
'Mose'. Tuttora in fase di realizzazione e finalizzato alla difesa di
Venezia dalle
acque alte, il
'Mose', nel recente passato, è stato oggetto di diversi scandali. In particolare, per la questione degli appalti del citato consorzio,
concessionario del
ministero delle Infrastrutture e Trasporti per la realizzazione degli interventi per la salvaguardia di
Venezia e della
laguna veneta. Proprio i succitati commissari, secondo
'Italia Nostra', avrebbero deciso di confermare la manutenzione delle inquinate paratoie del
'Mose' poste all'interno
dell'Arsenale, costruendo nuove strutture e facendo cessare l'attività dei vecchi bacini, così come originariamente progettato dal consorzio. A tale provvedimento hanno però fatto seguito, a partire da giugno
2016, diversi appelli da parte della stessa associazione e del
'Forum Futuro Arsenale', destinati, in particolare, al magistrato
Raffaele Cantone, che presiede
l'Autorità nazionale anticorruzione e al presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella. Al momento in cui si scrive, tali appelli non hanno avuto riscontro.
L'Arsenale di Venezia rappresenta uno dei più significativi e storici esempi di complessi produttivi a struttura accentrata dell'economia preindustriale. La sua importanza storica è ribadita nelle parole usate da
Dante Alighieri all'interno della
'Divina commedia', il quale, nel
passo XXI dell'Inferno, quello dei
'barattieri', lo descrive come
"un cantiere in cui ferve l'attività, caratterizzato dal ribollire dei calderoni di pece", paragonando quest'ultima sostanza, utilizzata per riparare le barche, alla densa
pece con la quale i
dannati erano puniti (
Quale nell'arzanà de' Viniziani bolle l'inverno la tenace pece a rimpalmare i legni lor non sani, ché navicar non ponno - in quella vece chi fa suo legno nuovo e chi ristoppa le coste a quel che più vïaggi fece; chi ribatte da proda e chi da poppa; altri fa remi e altri volge sarte; chi terzeruolo e artimon rintoppa -; tal, non per foco ma per divin' arte, bollia là giuso una pegola spessa, che 'nviscava la ripa d'ogne parte). Costruito tra il
XII-XIII secolo, la sua organizzazione, che anticipa di molti decenni il concetto moderno di fabbrica, ha consentito alla
Serenissima Repubblica di Venezia di contrastare numerosi nemici, come gli
Ottomani nel
mar Egeo. Esteso su una superficie di
48 ettari, possedeva un numero di lavoratori pari al
2-5% della popolazione cittadina dell'epoca, di circa
100 mila abitanti. Dal
2006, nonostante gli scandali che hanno interessato il
'Mose', l'Arsenale viene ancora in parte gestito dal
Consorzio Venezia Nuova, cui è stato affidato in concessione dal
comune di Venezia, relativamente alle aree dei bacini di carenaggio e delle
'Tese della Novissima'. I lavori per l'infrastrutturazione e l'adeguamento degli edifici e degli spazi alle nuove funzioni legate al
'Mose' sarebbero compresi in un
'Piano attuativo' conforme con gli specifici strumenti di pianificazione urbana del comune di
Venezia. Le attività finalizzate alla manutenzione del
'Mose' e alla gestione del sistema sono suddivise in due principali funzioni:
a) la funzione
'cantiere'; b) la funzione
'gestione e monitoraggio'. Proprio nell'ambito dalla funzione
'cantiere', che riguarda le attività di manutenzione, oltre alla parziale realizzazione di alcune componenti del
'Mose', si giustificherebbero gli interventi destinati ai bacini di carenaggio e nelle aree a essi afferenti, con la manutenzione delle paratoie inquinate, ovvero la costruzione delle nuove strutture che, di fatto, inficerebbero l'uso degli storici bacini, ponendo fine alle antiche attività
dell'Arsenale, fino a oggi mai
'snaturate'.