Carla De LeoIl nostro modo di vivere e i nostri attuali valori sono l'espressione della società in cui viviamo. Ma dovremmo tornare a essere felici con poco, come avvenne nel cuore, nella mente e nello spirito dei nostri nonni e dei nostri padri dopo il disastro della seconda guerra mondiale. Dovremmo tornare lì, razionalmente e spiritualmente, per poter ricominciare: o comprendiamo che la felicità è dentro di noi, oppure non approderemo a nulla. Non si tratta di elaborare una sorta di esaltazione apologetica della frugalità popolare, bensì di tornare a essere persone serie, sobrie, responsabili verso se stessi e verso gli altri. Abbiamo messo in piedi una società dei consumi in una continua e affannosa ricerca della crescita. Perché in un sistema economico del genere, senza una continua crescita ogni cosa diviene una tragedia. Proprio perché sottoposti al 'ricatto' della crescita abbiamo inventato una montagna di consumi superflui. Ma così facendo non sperperiamo solamente del denaro, bensì sprechiamo il tempo della nostra vita, poiché quando compriamo qualcosa, non la paghiamo, in realtà, in moneta, bensì con il tempo che abbiamo impiegato per riuscire a guadagnare quei soldi. Con la differenza che l'unica cosa che non si può comprare è la nostra vita. E la vita 'passa', gli anni passano, così come il tempo che utilizziamo nella convinzione di essere felici. E' terribile sprecare una vita in una distorsione epicurea del 'carpe diem' latino. Cogliere l'attimo per succhiare la vita fino al 'midollo' non significa affatto sottostare al pensiero unico delle mode e dell'estetismo astratto. La vita passa, così come passa la bellezza, insieme alla nostra gioventù. E' solo un'altra tonalità di dolore, che ci conduce verso una società vuota, completamente priva di valori.



Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio