Tutti gli italiani che non si riconoscono nella linea politica di
Matteo Renzi e che, da decenni, nutrono la speranza di poter creare a sinistra
"un qualcosa di completamente diverso", tanto per dirla con i
'Monty Python', finiscono sempre con l'andare incontro a profonde
delusioni. Ciò a causa di una serie continua di
astrattezze 'naif', dovute al profondo problema
'identitario' denunciato dalla principale forza politica della sinistra italiana: il
Partito democratico. Quel che veramente dispiace è il non essere riusciti minimamente a far comprendere come il solo e unico modo per evitare che il clamoroso
'ribaltamento spirituale', avvenuto in Italia con l'avvento della
'seconda Repubblica', travolgesse definitivamente le nostre più veraci
tradizioni culturali e valoriali fosse quello di rinnovarle, di rielaborarle, proponendo progetti innovativi e un'idea nuova di società. Cosa suggerisce, oggi, alla sinistra italiana, la formazione politica guidata da
Matteo Renzi? Quali sono i suoi riferimenti culturali più autentici? Un socialismo burocratico tutto
'social' e
'selfoni'? Il
Pd a guida
Matteo Renzi ha definitivamente gettato alle ortiche ogni
etica del lavoro e della
produttività. E appare clamoroso come non ci si accorga che, all'interno di un simile
'populismo percettivo', la questione di costruire una società più equa e più giusta non rappresenti più il risarcimento
dell'abnegazione lavorativa o della
devoluzione di sé, bensì il regno di un egualitarismo puramente
'formale', dominato dalle legge delle
aspettative crescenti e dal
'dogma' della
rigidità delle retribuzioni verso il basso. Un socialismo
'grigio', che mescola
ideologismi pararivoluzionari con forme di adesione ai
feticci più clamorosi della società globalizzata,
assiomi operaisti con prestiti culturali di
tutt'altro segno, che stanno portando
Matteo Renzi a replicare
quell'edonismo 'berlusconiano' tutto imperniato su un'analisi degli elementi più
materialisti e
irrazionali della società italiana. Ed è per tali motivi che, oggi,
Silvio Berlusconi ha un'insperata ultima possibilità: quella di potersi presentare, ancora una volta, agli italiani dichiarando, implicitamente, un'unica ed evidente verità:
"Lui è peggio di me".