Una nuova
'ondata' di
migranti è in arrivo sulle nostre coste. Con la prossima stagione estiva,
Lampedusa verrà presa d'assalto da barconi con ciurme di
'poveri cristi' in fuga dal proprio Paese. Il problema è che difficilmente potremo gestire degli sbarchi che si preannunciano così
'numerosi'. La
Germania, nell'anno passato, ha accolto da sola
un milione di profughi. Adesso, però,
Angela Merkel non può più aprire le porte. Non in questo frangente, in cui politicamente cammina su un terreno che comincia a scottarle sotto i piedi. L'ascesa nei recenti sondaggi di
Afd, il Partito xenofobo e anti-immigrati di
'Alternative für Deutschland', ha risucchiato parte del consenso della
Cdu, imponendo alla
Cancelliera un rallentamento, se non un
'dietrofront', nelle scelte di politica migratoria. Al di là dei problemi tedeschi, resta il fatto che i prossimi flussi di migranti in arrivo dal
sud d'Europa, via Mediterraneo (soprattutto Libia), costituiscono un problema a cui dare risposte. E
l'Italia si ritrova proprio al centro di questa epocale tragica situazione. È stato richiesto l'aiuto dei mezzi
Nato. Le sue navi dovrebbero
'ricacciare' indietro i barconi. In parte, la cosa sembra funzionare: i flussi sono calati. Perché spendere
5 mila dollari, correndo il rischio di tornare nel luogo di partenza? Tuttavia, ciò è accaduto coi flussi migratori riguardanti la
Grecia, essendo coinvolto un Paese come la
Turchia, con cui è stato possibile intraprendere una qualche forma di dialogo. Con
l'Italia potrebbe essere diverso. Soprattutto, per il semplice fatto che la
Libia, da cui proverrebbero la maggior parte dei migranti previsti per quest'estate, non è la
Turchia. E, soprattutto, possiede alcuni
'focolai di guerra' ben vivi, con un Governo appena insediato. È per questo che
Roma ha chiesto l'aiuto delle navi della
Nato: per intercettare i barconi e costruire dei
'punti di raccolta' nei Paesi da cui provengono i migranti. Su quest'ultimo fronte si stanno ancora discutendo i dettagli, poiché l'operazione non è affatto semplice. I nostri diplomatici da tempo dialogano con le istituzioni locali
dell'Africa subsahariana, per capire dove e come creare gli
'hotspot' per l'accoglienza. Pertanto, l'aiuto
Nato richiesto dal premier,
Matteo Renzi, in prima battuta sarà legato a intercettare le barche dei trafficanti e a rimandare indietro i migranti. E pure su questo punto sorgono dubbi sulla fattibilità e la convenienza di una simile scelta. Se n'è accorta persino la stampa estera: come ha fatto notare recentemente il
'Guardian', il piano italiano è del tutto inutile. La missione congiunta con gli americani, che dovrebbe essere messa in atto a luglio come annunciato dal nostro ministro della Difesa,
Roberta Pinotti, non solo non porterebbe a una soluzione pratica, ma condurrebbe a conseguenze negative anche sul piano etico. In buona sostanza, finché le navi dei trafficanti rimangono in
acque internazionali, nulla possono fare quelle della
Nato. E quand'anche - osserva ancora il
'Guardian' - riescano a entrare nelle acque libiche, servirebbe a poco: i migranti che partono dalla
Libia lo fanno con
'gommoni' senza trafficanti, i quali li raggiungono solo qualche miglio più avanti. L'unica soluzione possibile, al momento, sarebbe quella di
intervenire sul territorio. E qui torniamo al problema degli
'hotspot', su cui però manca ancora una linea di intervento definitiva. E non abbiamo considerato anche il fatto che non sia molto
etico rimpatriare i migranti in un territorio che, essendo in guerra, non è in grado di offrire loro assistenza. Come uscire da questo intricato
'groviglio'? Nessuno, in realtà può saperlo, men che meno il Governo italiano, poiché nessuno possiede la
'bacchetta magica' per una soluzione a un problema epocale. La verità è che
tutti brancolano nel buio. E gli unici, in
Europa, a sembrare depositari di una verità, di cui si avvantaggiano nei sondaggi, sono i movimenti
'populisti', che esaltano la politica del
'filo spinato' e dei
muri, senza rassicurare in alcun modo la società civile. La miglior soluzione possibile che
Roma possa trovare non è un
'tampone' qualunque, che oggi passa per la
Nato e domani chissà con chi: andrebbe preso atto che non si è di fronte a un difficile problema da risolvere, ma a un
fenomeno enorme, di cui nessuno, neanche guardando indietro nella Storia, può rintracciare modelli risolutivi di esempio. La portata del fenomeno migratorio è tale da indurre i politici a dover comprendere che serve un progetto di
'lungo respiro': di questo, il
premier Renzi dovrebbe preoccuparsi. Diversamente, riempiremo le pagine dei giornali con la
crudeltà che i migranti continueranno a subire e la loro
miseria, che è anche quella contenuta nelle scelte dei nostri attuali
leader politici.