Carla De LeoQuando si arriva all'ultima pagina del libro 'Israele, il killer che piange' (Aracne Editrice) si rimane perplessi: non si sa se lodare il notevole impegno dell'autore e lasciarsi catturare dalle sue 'tesi', oppure prendere almeno dieci metri di distanza dal suo pensiero, che segue un filo logico robusto, unitario, lineare, ma che può apparire estremizzato. Ernesto Marzano, in questo volume prova a individuare il 'bandolo' della matassa sull'intricata, complessa e secolare 'questione palestinese'. Egli si è avvalso di tutti i mezzi possibili: ricostruzioni storiche intersecate, completate e reinterpretate alla luce dei racconti biblici. E la Storia stessa che dimostra, a sua volta, secondo la visione dello scrittore, come l'arrogante e autoreferenziale convinzione di superiorità degli Ebrei sia non solo ingiustificata, ma anche e soprattutto uno 'scudo culturale', dietro il quale questa 'lobby' si nasconde da secoli. "Con la 'scusa' di essere il popolo 'eletto da Dio'' - afferma Marzano - "gli Ebrei hanno dato sempre giustificazione a qualsiasi loro azione, anche alle più deplorevoli che - forse i più di noi avranno dimenticato - hanno macchiato la Storia di questo popolo senza patria sin dai tempi di Abramo, Mosé e Giacobbe". Un punto di vista 'controcorrente' per noi occidentali, che volentieri ci schieriamo e scendiamo in piazza al fine di difendere i nostri diritti di liberi cittadini quando un 'kamikaze' si fa esplodere travolgendo, con la sua morte, tutto ciò che si trova intorno. Un punto di vista 'alternativo', a volte unilaterale, a cui va tuttavia riconosciuto il merito di gettare nuova luce - attraverso la divulgazione di numerose testimonianze - su una guerra che infiamma da secoli l'intero Medio Oriente. Una prospettiva che, per essere considerata dal lettore, ha bisogno di argomentazioni forti, di documenti, di prove. E Marzano ne offre in quantità: è più che documentato e lucido nell'esporre le ragioni dell'odio alimentato, giorno dopo giorno, 'fomentando' gli uni contro gli altri. La scrittura è coinvolgente, lo stile provocatorio e spesso irriverente, costruito su un'ironia tesa a scandagliare gli animi e far riflettere. Il racconto è un magma eruttivo di episodi che vanno dall'antichità ai più recenti avvenimenti, come le continue violazioni dei diritti umani o delle Risoluzioni dell'Onu, eluse dall'espandersi dello Stato di Israele in una Palestina sostanzialmente "colonizzata, senza continuità territoriale, divenuta profuga nella sua stessa terra". Il linguaggio è secco, asciutto, a tratti 'scanzonato' nel 'fotografare' la realtà di milioni di persone che non hanno più una casa, poiché distrutta o divenuta di altri. E non è tenero nell'affermare che "i morti son morti, di qualsiasi lingua, religione o razza e che, specie se si tratta di bambini, l'ingiustizia è ingiustizia e l'odio è odio. Ed è cieco a tal punto che nessun Dio potrebbe tollerarlo: altro che'Terra Promessa' e 'popolo eletto'..."! Marzano è acuto e sottile, si espone in aperta polemica. Secondo qualcuno è anche 'politicamente scorretto', tanto da apparire 'nazista', ma la sua 'denuncia' non vuol essere sterile: il tentativo è quello di far riflettere, sollecitando il dialogo. Un fine forse troppo ambizioso da parte sua, certamente un po' troppo ottimista, considerando soprattutto che nel rintracciare le motivazioni storiche, politiche, economiche e ideologiche che hanno dato vita al semitismo, l'autore parla di "antisemitismo autogenerato", ritenendo responsabili dell'emarginazione, della chiusura e della diffidenza che storicamente circonda il popolo ebraico, gli Ebrei stessi. Una massa informe e disomogenea "che si estende dalle pendici del Canada sino alla punta della Nuova Zelanda, che da secoli crede di poter far ritorno nella 'terra promessa' dal proprio Dio, che li ha eletti su tutti gli altri. Gli altri: quelli, cioè, che non sono stati prediletti, privilegiati e scelti. I diversi. Quelli con cui non bisogna in alcun modo 'mescolarsi', se non per affari. E chi tra loro non rispetta 'il patto' è fuori. Morto. Dimenticato". Marzano è 'crudo' e sembra non voler risparmiare nessuno: le grandi potenze, che nel 1948, per espiare e dimenticare le stragi naziste e 'liberarsi' di milioni di profughi, decisero che la Palestina non sarebbe più stata dei Palestinesi, ma la tanto agognata 'terra promessa', regalandola per buona parte agli Ebrei; le 'lobbies' economiche che proteggono il buon 'amico' ebreo capace di far crollare in un secondo l'economia di mezzo mondo; la stampa e i mezzi di comunicazione, che tacciono le disumanità commesse dall'esercito israeliano a danno della popolazione civile palestinese, poiché ricattati moralmente dagli stermini del passato, più recente o remoto. Ma l'autore, come dicevamo all'inizio, non vuole puntare il dito o accusare: si tratta solamente di uno studioso appassionato. pensieroso e preoccupato il quale, chiuso nel suo studio a leggere, ricostruire e tracciare cause ed effetti di un problema colossale, giunge a una sorta di colloquio intimo. L'olocausto ha segnato una delle pagine più 'nere' della Storia dell'umanità "ma a ben guardare", ammonisce un po' incautamente, "non c'è molta differenza con quel che, da quasi cinquant'anni, stanno facendo gli Ebrei in Palestina". In ogni caso, è proprio la speranza che questo scritto non sia soltanto una piccola goccia nel mare ad animare, in realtà, lo spirito di tante 'ammonizioni', affinché, riguardando la propria Storia e il proprio operato in millenni di esistenza, troppo spesso caratterizzati da 'soprusi' incontestabili sin dai tempi delle frasi 'disgraziate' di Matteo e Giovanni, gli Ebrei possano comprendere il perché della domanda che l'autore stesso vorrebbe rivolger loro: "Ma vi rendete conto"? Un libro sofferto nella sua drasticità, che non sembra incontrare un gran favore da parte dei lettori, date le posizioni talvolta forzate ed estremizzate, ma che comunque consigliamo a chi, aperto ai punti di vista degli altri, sia intento a scavare alla ricerca della verità e delle tante voci soffocate.

L'autore
Ernesto Marzano è nato a Roma nel 1936. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza e aver conseguito un master in Business presso l'Università della California, ha maturato una lunga esperienza come economista. Nel 1966 è stato nominato dirigente e poi direttore della Uve-Italsider di Napoli, successivamente vicedirettore della Finsidere, infine, amministratore delegato della Sidercomit. Insignito nel 1967 dal presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, dell'onorificenza di Commendatore della Repubblica italiana ha maturato, tra la fine degli anni '70 e i primi anni '90 del secolo scorso, importanti esperienze di lavoro in Madagascar e alle Isole Vergini (Usa). Nel 2013 ha pubblicato 'Dialisi: la 'non vita' in lista di attesa', edito in versione e-book sulla piattaforma Amazone, un libro a sfondo biografico-familiare. Del 2014 è la sua autobiografia: 'L'uomo senza platea' (Edizioni Libreria Croce).

Israele, il killer che piange
di Ernesto Marzano
Aracne editrice
Pagg. 272
Prezzo di copertina: 14,00 euro



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