Serena Di GiovanniIl più antico monastero cristiano in Iraq è stato distrutto dal gruppo jihadista dello Stato islamico (Is): l'ennesimo attacco all'identità del popolo iracheno

Il più antico monastero cristiano in Iraq è stato distrutto dal gruppo jihadista dello Stato islamico (Is). La notizia è dello scorso 20 gennaio 2016, ma l'attacco risale, a quanto pare, all'agosto-settembre del 2014. Come si vede dalle fotografie satellitari, commissionate alla società 'DigitalGlobe', i muri in pietra del monastero sono stati letteralmente polverizzati. L'edificio, chiamato anche 'Dair Mar Elia', era dedicato a sant'Elia. Fondato nel VI secolo dopo Cristo, era già stato teatro di tragedie e atti di vandalismo e si presentava, in gran parte, senza tetto, con 25 stanze e una cappella. 1400 anni di Storia rasi al suolo, insieme a più di 100 chiese, monasteri, moschee, tombe e santuari, a Mosul e nei villaggi circostanti a maggioranza cristiana, come Bashiqa e Qaraqosh, dei quali l'Is ha ormai preso possesso da due anni. Senza dimenticare le vicende di Ninive, Palmira, Hatra e di altre località dislocate in Siria, Iraq e Libia, dove a dispetto di quanto sancito dalla 'Convenzione dell'Aia per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato', diversi monumenti, siti, musei e biblioteche sono stati letteralmente saccheggiati, opere d'arte e reperti archeologici trafugati e venduti al migliore offerente. A cosa dobbiamo queste distruzioni? All'esigenza di colpire e ferire a morte la 'memoria storica' di una civiltà, insieme con la sua cultura, mettendo così a tacere le 'minoranze' e le generazioni che verranno. Come sostiene Michael Danti, professore di archeologia presso la Boston University e condirettore del siriano 'Heritage Initiative' (SHI) presso la scuola americana di Oriental Ricerca, la maggior parte dei siti culturali e storici distrutti dal califfato sono, in effetti, associabili al passato pre-islamico, ai gruppi minoritari e al sufismo (una forma di ricerca mistica tipica della cultura islamica), i cui adepti sono ritenuti dall'Is: "I 'debosciati' della comunità islamica". Ma non solo: diverse ricerche hanno confermato come il califfato consideri la scienza dell'archeologia "un'importazione straniera", fuorviante e pericolosa per la loro attività di proselitismo. Paradossalmente, l'Is ha riconosciuto nel patrimonio culturale un 'collante' per la popolazione irachena e siriana, ritenendolo una seria minaccia per la politica coercitiva che intende sviluppare nei Paesi conquistati. E ha capito quello che noi, ancora, non riusciamo a comprendere: il valore intrinseco dei beni culturali. Per questo, distruggerli costituisce un preciso atto di autoaffermazione contro l'identità non solo religiosa, ma anche storico-culturale delle popolazioni occupate. Se effettuare una stima delle distruzioni in Libia è sempre più complicato, a causa della situazione socio-politica che si è venuta a creare a partire dalla morte di Muhammar Gheddafi, per gli altri siti è possibile stilare un piccolo elenco. Il 'Consiglio Internazionale dei Musei', in ogni caso, ha rilasciato una lista delle opere in pericolo e ha fatto appello all'Interpol, ai doganieri e ai commercianti d'arte, di fare attenzione ai beni libici saccheggiati.  Ecco qui di seguito, una lista (incompleta) dei principali siti colpiti e distrutti dall'Is in Siria e in Iraq:

SIRIA
Palmyra: Arco di Trionfo;
Palmyra: Tempio di Bel;
Palmyra: Tempio di Baalshamin;
Palmyra: Tempio di Baal Shamin;
Palmyra: Leone di Al-Lat;
Palmyra: Valle delle Tombe;
Palmyra: Tomba di Giambico;
Palmyra: Tombe di Elahbel e Atenatan;
Apamea: duramente saccheggiato dall'inizio della guerra civile in Siria, alcuni mosaici romani sono stati trafugati e rivenduti;
Dura Europos: le immagini satellitari mostrano un paesaggio di crateri all'interno delle mura di mattoni di fango della città;
Mari: sito sistematicamente saccheggiato;
Al Bara: danni al sito;
Rasha el-Qibliye: danni e saccheggi;
Quneitra: scavo illecito;
Hama: saccheggi e danni;
Tell Bezzam e regione di Dier ez-Zor: saccheggi in corso (settembre-ottobre 2015).


IRAQ
Hatra: nominato patrimonio mondiale dell'Unesco nel 1985, statue e manufatti antichi saccheggiati e distrutti;
Ninive: molte sculture conservate al museo di Mosul e mura antiche;
Mosul (nei pressi di): Monastero di Mar Elian;
Mosul: Moschea del Profeta Yunus o Younis (Giona);
Mosul: Moschea del Profeta Jerjis (Georges);
Mosul: Mashad Yahya Abul Kassem;
Mosul: Biblioteca;
Mosul: Statue e manufatti del museo;
Nimrud: saccheggiata e distrutta (entità del danno ancora poco chiara);
Khorsabad: entità del danno ancora poco chiara;
Beth Khdeda (in prossimità di): Monastero Behnam Mar;
Samarra (in prossimità di): Mausoleo di Imam Dur.

Per ulteriori informazioni:
http://www.asor-syrianheritage.org/weekly-reports/
http://icom.museum/fileadmin/user_upload/images/Redlists/Libya/151028_ERLL_EN-pages2.pdf


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