Serena Di GiovanniNella società 'smart' di oggi, sono sempre più le 'applicazioni phone' che favoriscono gli incontri virtuali fra le persone. Come Tinder, la nuova 'app' che consente di conoscere gente interessante nei dintorni e che utilizza il 'like' virtuale e le fotografie per misurare la compatibilità tra gli individui. A questo punto, però, una domanda sorge spontanea: cosa vuol dire, davvero, innamorarsi ai tempi dello smartphone? Nell'epoca di WhatsApp, Facebook, Twitter, Instagram e Tinder, infatti, ci si innamora grazie a una foto, o a un'immagine del profilo o di copertina. A volte basta un dettaglio: una calza; un tacco vertiginoso; un'inquadratura particolare; uno sguardo o un sorriso ammiccante. E scatta la curiosità, l'interesse verso qualcuno che diviene, col tempo, oggetto irrefrenabile di desiderio. Spesso, può costituire solo una sfida, un capriccio. S'inizia con un semplice messaggio in chat. E ci si incontra per divertimento, noia o curiosità: per voglia di rivalsa; per cambiare; per 'testarci' in situazioni nuove. Nell'epoca delle 'dating app', con Tinder che la fa da padrone, esempi di coppie nate (e finite) nel mondo virtuale sono ormai all'ordine del giorno. Certe relazioni, inoltre, possono trasformarsi in vere e proprie ossessioni. Perché innamorarsi ai tempi dello smartphone significa nutrirsi di lontananza e di virtualità, alimentando quel senso di attaccamento morboso e inaspettato nei confronti di una persona che non si conosce affatto, almeno inizialmente. Vuol dire star sempre vicini pur essendo lontani; inviarsi infiniti messaggi; condividere con l'altro scatti, istantanee, della nostra vita, senza viverla davvero. Innamorarsi ai tempi dello smartphone può significare giurarsi amore perpetuo senza consumare l'atto fisico, oppure fare sesso alla presenza telefonica dell'altro. Maturare, elaborare l'idea del partner; idealizzarla e proiettare su di lui la nostra visione romantica dell'amore; farla crescere ed evolvere fino a costruire un 'rapporto perfetto': il Rapporto con la 'R' maiuscola. Talvolta, significa impedire un incontro 'reale', tangibile, o quantomeno procrastinarlo nel tempo, renderlo sporadico. Perché, in fondo, sarebbe pericoloso mettere in discussione quella immagine dell'altro così perfetta, così precisa, così pura, costruita nella nostra mente con tanta fatica. Quell'amore talmente incompleto e superficiale da risultare, paradossalmente, 'assoluto'. Incontrarsi potrebbe infatti comportare la fine del gioco. E poi, in fondo, il rapporto virtuale può anche essere appagante: è una bolla di sapone iridescente, così delicata e preziosa da poter scoppiare da un momento all'altro, senza che abbia effettive ripercussioni sulla vita dei due individui. L'amore ai tempi dello smartphone si consuma al telefono, tramite messaggi, o davanti a uno schermo. È un amore che vive di attese e speranze; di sogni e perplessità; di assenze e presenze; di viaggi e ritorni; di sms inviati, ricevuti, archiviati, mancati; di visualizzazioni e 'click'; di 'emoticon', faccine sorridenti e tristi; di romanticismi e frasi provocanti; di ammiccamenti simulati e foto osè; d'impegni intermittenti. Vuole dire vivere di immaginazione, molta immaginazione. Innamorarsi ai tempi dello smartphone significa saper usare bene la tecnologia: in primis, i vari social, Tinder e tutte le applicazioni che servono per incontrare l'anima gemella. Come 'Happn', la nuova 'app' che rintraccia la gente che incroci per strada. Quelle persone che ti sono piaciute così, a prima vista. E con le quali, magari, vorresti avere un incontro ravvicinato 'del terzo tipo'. Oppure, i siti di incontri 'Meetic' e 'Cupid': un modo di conoscere facile e superficiale, 'smart & easy'. Innamorarsi ai tempi dello smartphone vuol dire credere nel concetto di 'serendipity' (ovvero, la fortuna di fare felici scoperte per puro caso) senza farsi troppe aspettative sul prossimo. Può voler dire essere pronti a fare del sesso fugace e senza legami, privo di troppi vincoli. Significa, a volte, crearsi delle vite parallele, essere disinibiti, 'scappare' dai legami lunghi e duraturi e, spesso, costruire rapporti sterili, o poco sinceri. Ma può voler dire anche ricominciare a credere in qualcosa, essere meno cinici, risvegliare le nostre passioni, i desideri più latenti e reconditi. Per qualcuno, in particolare, significa vincere la timidezza. Per qualcun altro, invece, tradire il partner reale, scoprire nuove pulsioni, sperimentarsi in forme di comunicazione 'alternative'.  Innamorarsi ai tempi dello smartphone vuol dire anche e soprattutto riscoprire la 'bellezza della parola', che nei rapporti virtuali ha l'immenso e straordinario potere di distruggere e di creare; d'incantare; di 'aprire finestre' e 'chiudere portoni'; di rendere felice l'altro e, contemporaneamente, spingerlo alla disperazione; risvegliare nelle donne il tanto famoso quanto introvabile 'punto g', perché, come sostiene la scrittrice statunitense Isabel Allende: "Chi lo cerca più in basso sta sprecando il suo tempo"! Innamorarsi ai tempi dello smartphone significa infatuarsi di una frase, di una battuta ironica, del potere incantatorio delle parole. Anzi, talvolta vuol dire proprio fare all'amore con le parole. Ma spesso significa anche lasciare spazio ai fraintendimenti, celati all'interno di un messaggio scritto freneticamente. Innamorarsi ai tempi dello smartphone vuol dire essere degli inguaribili 'narcisi', proiettare se stessi e il proprio ego sul partner, affidarsi all'immagine virtuale per sedurre. Per qualcuno, può voler dire 'spararsi i selfies' a più non posso e immortalarsi in pose provocatorie. Per altri, invece, rendersi interessanti attraverso la scrittura, affabulare la propria preda mediante l'uso di un italiano forbito (di cui, va detto, c'è grande penuria tra gli uomini e le donne di oggi...). Innamorarsi ai tempi dello smartphone significa anche tornare a 'sospirare' davanti a un sms o a una chat su 'WhatsApp', sorridere all'ascolto di un messaggio vocale, interagire con un dispositivo elettronico davanti allo sguardo attonito dei passanti. Vuol dire credere nell'irreale più di quanto non si creda nella realtà stessa. E vivere di 'suggestioni'. Proprio per questo, innamorarsi ai tempi dello smartphone significa principalmente 'proteggersi' dalla solitudine e dal fallimento; dal 'verdetto' finale, quello che ogni individuo (inconsapevolmente o meno) emette al cospetto dell'altro; dalla paura inconscia di sentirsi respinti; talvolta, da un investimento sentimentale totalizzante che potrebbe, un domani, annientarci moralmente e fisicamente, o cambiare la nostra vita per sempre. Una vita forse troppo pianificata, che mai vorremmo venisse ingarbugliata e sconvolta. Significa, in molti casi, tenere 'l'altro' sempre alla giusta distanza: né troppo lontano, né troppo vicino. Costruirsi un guscio, una 'corazza'. E fare in modo che nessuno possa scalfirla. Innamorarsi ai tempi dello smartphone può quindi significare salvaguardarsi. Prima di tutto, dal rischio che in futuro il nostro partner, non più virtuale, possa svanire in una nuvola d'aria proprio come nel mito di Orfeo e della ninfa Euridice, lasciandoci disperati in quel 'pozzo di solitudine' che neanche milioni di sms piccanti o romantici sarebbero mai in grado di colmare.


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