Il regista
Marco Bòris Maltauro ha ideato una nuova forma d'intrattenimento che si 'tasta' e si gusta ogni lunedì: una vera e propria 'officina' dell'arte, o della
'scena (o)scena'. Sono piccoli spettacoli di prove d'attore aperte al pubblico, esercizi di
'arte oscena' appunto, che ogni lunedì, alle ore
21.00, presso il
teatro 'T' di
via Giovanni da Castel Bolognese 31 (angolo via Bernardino Passeri), questo regista elargisce a ingresso gratuito per chi non vuole starsene in casa. In questo gruppo di artisti, si respira quell'aria di rinnovamento che segnò l'esordio dell'avanguardia teatrale romana, dove a pochi metri, nel teatro
'La Fede', Manuela Kustermann e Giancarlo Nanni vennero coinvolti nell'allestimento e nelle repliche di
'Risveglio di primavera'. Marco Maltauro, Bòris 'buon rischio' (alla francese 'bo(n)ris (que)') sta offrendo, da
Porta Portese al mondo dello spettacolo non solo italiano, un 'continuum' generazionale di 'creativi' su cui fare affidamento. Sono monologhi, 'flash' grotteschi, intrattenimenti surreali, aneddoti comici, poesie all'impronta lette o inventate, che hanno il merito di scoprire e lanciare nuovi personaggi. Gli attori, ovvero coloro che agiscono, sono dei professionisti dell'arte
(o)scena, tra i quali è doveroso nominare oltre alle due colonne portanti, provenienti
dall'Accademia nazionale d'Arte drammatica 'Silvio D'Amico', il regista e ideatore
Marco Maltauro e l'attore
Giuseppe Lorin, quest'ultimo in veste di giornalista e ottimo critico di arte drammatica, sacerdote del metodo
'mimesico' appreso dal maestro
Orazio Costa Giovangigli. Alcuni suoi interventi calcano l'intellettualismo demenziale sfruttato in passato da
Renzo Arbore nei suoi programmi televisivi e radiofonici. Oltre a loro, è doveroso ricordare le riflessioni astruse e critiche sulla società alla deriva di
Pier Paolo Fiorini e l'intervento 'a sorpresa' di personaggi coinvolti in fatti assurdi, al limite della credibilità. Il ricco menù è offerto da attori e attrici di ottimo livello, come per esempio
Chiara Catalano, Fabio Maffei, Chiara Pavoni, Gianluca Gasbarroni, Giorgia Ciotola, Diego Maiello, Barbara Mazzoni, Andrea Carpiceci, Beatrice Messa, Hanad Scheik, Valentina Innocenti, Roberto Ormanni, Giulio Eccher, Roberto Francioni, Paola Lorenzoni, Duska Bisconti, Armando De Ceccon e tanti altri, che si aggiungono all'allegra brigata fatta da 'briganti' dell'arte drammatica. Come già detto, l'ingresso al
Teatro 'T' è
gratuito: si entra liberamente. Gli attori interpretano per il gusto di recitare, gli autori scrivono per il piacere di essere rappresentati, gli spettatori non pagano il biglietto e sono numerosi, seduti, in piedi o sui cuscini disseminati in prima fila. Così specifica
Marco Maltauro: "La gratuità è un ottimo strumento contro gli arbitrii imposti al sistema di produzione dal potere, il quale controlla gli artisti e i cittadini principalmente mediante il denaro. Togliere di mezzo i soldi significa riconquistare spazi di libertà". Tanto, oggi, i soldi sono un 'optional'. E spesso le cose vanno meglio per chi non ce li ha. In questo modo ragiona chi dovrebbe organizzare o stanziare il lavoro per i giovani, poiché questi non sanno neanche cosa sia una 'busta-paga'. Tre o quattro generazioni bruciate: tanto vale lavorare gratis, almeno ci si distrae! Lo spazio di
Marco Maltauro dà la sensazione di abbracciare e ricongiungere, con i suoi archi, epoche lontane con le attuali, dove la distruzione culturale è all'insegna di un superficialismo sempre incombente. Un regista abituato da sempre a creare 'ponti' di cultura, a distruggere barriere di separazione stupide e infondate, basate sull'economia, abbracciando l'uomo per quello che è: un tassello di un'esperienza di vita che va vissuta e raccontata fino in fondo. Il regista è sul lato sinistro: guarda lo spazio scenico e improvvisa la sua regia invitando gli attori in scena, mentre contemporaneamente accomoda le luci a vista. Sul lato destro, seduto, è il commentatore critico, che viene interpellato dal regista all'occorrenza. Ricordiamo che dagli spettacoli grotteschi e tragicomici, drammatici e surreali di
'L'altra domenica', 'Quelli della notte' e 'Indietro tutta' sono emersi, tra gli altri,
Roberto Benigni, Marisa Laurito, Nino Frassica, Milly Carlucci, Daniele Luttazzi, Michele Mirabella, Luciano De Crescenzo. E, ovviamente,
Roberto Ormanni, giornalista, sceneggiatore, cronista giudiziario e autore del testo teatrale
'Due carissimi nemici', musical napoletano sulla vita dei poeti
Salvatore Di Giacomo e
Ferdinando Russo, messo in scena per due anni di seguito al
teatro 'Cilea' di
Napoli. Roberto Ormanni sarà dunque uno degli ospiti d'onore al
Teatro 'T' di
Marco Maltauro, al pari di tutti gli altri attori che hanno voglia di smuovere qualcosa attraverso il teatro, di impegnarsi, partecipare, esercitarsi per provare a uscire dalla palude:
"Apro il mio spazio di Ponte Testaccio", sottolinea ancora
Maltauro, "a tutti quelli che con me vorranno lavorare su brani impegnativi, rischiosi, satirici, provocatori, poetici. Il pubblico non paga, gli attori non sono pagati, io tantomeno: pago le spese dello spazio e ci metto tutta la mia 'donchisciottesca' passione".