Carla De LeoRomano, 4 figli, laureato in Giurisprudenza con indirizzo in diritto internazionale, Carlo Calenda è attualmente Viceministro allo Sviluppo economico. In passato, ha ricoperto l'incarico di direttore generale di Interporto campano. Dal 2004 al 2008 è stato assistente del presidente di Confindustria con delega agli Affari internazionali e, in seguito, direttore dell'Area strategica Affari internazionali. Durante il suo mandato ha seguito lo sviluppo e l'implementazione di missioni internazionali, incontri istituzionali e attività di business tra imprese. Ha lavorato sui principali dossier relativi al commercio e agli investimenti internazionali e ha condotto numerose delegazioni di imprenditori all'estero, sviluppando azioni di penetrazione economica nei principali mercati mondiali, tra cui India, Cina, Brasile, Russia, Emirati Arabi Uniti, Thailandia, Kazakhstan, Serbia, Romania, Bulgaria, Egitto, Turchia, Algeria, Tunisia, Marocco, Israele, Sudafrica e Messico. E' stato anche Responsabile marketing di prodotto e programmazione per Sky Italia, Responsabile delle relazioni con le istituzioni finanziarie e Responsabile customer relationship management della Ferrari. Di recente, lo abbiamo incontrato al fine di raccogliere le sue personali impressioni in merito all'attuale fase economica che sta attraversando il nostro Paese.

Viceministro Calenda, i recenti segnali di lieve ripresa economica da cosa dipendono, secondo lei?
"Dalla straordinaria congiunzione tra la ripresa dell'export, il dollaro più forte, il prezzo del petrolio basso, la ristrutturazione che il nostro sistema industriale ha fatto e le norme approvate dal Governo, che hanno stimolato, nel complesso, gli investimenti. Cosa di cui avevamo un gran bisogno, perché è capitale di crescita".

Quale tipo di percezione riscontra il Governo riguardo al modo in cui gli investitori guardano all'Italia?
"È molto importante chiederlo agli investitori esteri, perché è chiaro che noi abbiamo una visione tutta nostra. Di recente, abbiamo fatto il punto sul programma che avevamo presentato l'anno scorso, di cui è stato realizzato circa il 65% delle misure. La sensazione di tutti è che l'Italia sia nel 'focus' degli investitori internazionali, sia di quelli che investono industrialmente, sia di quelli finanziari. La richiesta di mantenere la pressione e la velocità di esecuzione delle misure è altissima".

Si è più volte insistito, da parte del presidente del Consiglio, sul concetto di velocità, sottolineando come questo Governo sia fortemente impegnato nel tentativo di sbloccare il Paese da un periodo prolungato di stasi: siete, oggi, nella condizione di sbilanciarvi attraverso una stima sui tempi della nostra 'ripresa'?
"I tempi sono necessariamente dettati dalla tipologia delle riforme. Ovviamente, ci sono riforme, come per esempio quella della scuola, che necessitano di tempi più lunghi. Ma esistono anche interventi più tempestivi, che noi cerchiamo di cogliere e attuare, come per esempio dotarci di migliori strumenti per l'attività di promozione del 'Made in Italy'. Si è trattato del più alto impegno mai realizzato nella nostra Storia, destinando fondi importanti per concorrere alla crescita del Paese. Ma noi non vogliamo sottolineare solamente quel che è stato fatto, ma anche ciò che deve essere ancora realizzato. E, in tal senso, tutto quel che ha un impatto costituzionale prevede, necessariamente, dei tempi di realizzazione più lunghi".


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