"Eppure eran giorni di/confusione e vita semplice/tu che mi dicevi sono qui/io che non capivo il senso mai/eppure mi piaceva stare lì/non pensavo mica che/avremmo poi distrutto tutto noi...". Così canta
Michele Maraglino, cantautore tarantino di adozione perugina nella sua
'Canzone d'amore contro il consumismo', la traccia numero cinque dell'album
'Canzoni contro la comodità', prodotto dall'etichetta indipendente
La Fame Dischi, di cui
Maraglino è fondatore.
"Abbiamo trovato già 'tutto apparecchiato' grazie ai frutti dei sacrifici dei nostri genitori e non ci siamo mai dovuti conquistare nulla", dichiara l'artista. E il suo nuovo progetto discografico vuol proprio essere un monito ai coetanei, ai tanti ragazzi che preferiscono adagiarsi nelle comodità che la società offre loro, piuttosto che impegnarsi ad affrontare le difficoltà della vita, cercando con le proprie forze di costruirsi un futuro migliore.
Maraglino prende le distanze e tenta di proporre una via alternativa: chi non rischia, non si sporca le mani e preferisce mantenere uno status di apparente sicurezza. Ma ciò dimostra il mancato coraggio di mettersi in gioco, per inseguire ciò che vorrebbe realmente e sentirsi realizzato. Otto brani di musica 'pop' con un preciso messaggio: quello di reagire, di trovare la propria strada e indipendenza, senza la paura di affrontare quelle problematiche che potrebbero presentarsi. Troppo facile adagiarsi, senza nemmeno aver provato a realizzare ciò che si desidera. Nulla piove dal cielo: è la vita stessa che lo insegna. Occorrono sacrifici e
Michele Maraglino racconta in musica proprio questo: la realtà. E non la comodità di trovare tutto pronto e fatto. Così è troppo semplice, troppo facile. Già nel primo brano,
'Triste storia', è chiaro il messaggio di fondo:
"Questa storia che non ci deve mai mancare niente ha fatto solo in modo che tutto ciò che abbiamo non è nostro veramente". E' la condizione della generazione odierna, che ha già tutto: soldi, macchine, vestiti firmati, ma molto spesso non per impegno proprio, ma perché i genitori li hanno accontentati. Non c'è nulla che appartenga loro veramente, per merito. Vivere agiatamente piace a tutti, ma l'ideale sarebbe godere delle cose che si conquistano con fatica, con la propria forza di volontà. La felicità e la bellezza non sono mete irraggiungibili: basta lanciarsi nelle difficoltà, affrontarle e non fuggire al primo ostacolo che si presenta. L'importante è seguire il proprio cuore e non lasciarsi trarre in inganno dalle facilitazioni che vengono, in qualche modo, propinate dalla società. Il brano
'I miei coetanei' è legato al primo pezzo. E racconta il mondo di quei giovani che non si sono dovuti conquistare nulla, poiché godono dei frutti dei sacrifici fatti dei propri genitori. Ecco perché si tende a non reagire di fronte a ciò che accade, a ciò che viene tolto ingiustamente dalla società. Con un sound prevalentemente 'pop', supportato da chitarra elettrica e chitarra acustica,
Maraglino esprime con trasparenza il valore e la bellezza della fatica. Nessuno ti regala niente. Ed è meglio il poco, conquistato con il sudore della propria fronte, anziché aspettare seduto comodamente in poltrona, in attesa che ci pensi qualcun altro o che ciò che si cerca arrivi da chissà dove. Cembali, moog e chitarre creano un'atmosfera musicalmente 'asciutta', essenziale, ma si avverte la cura con cui il progetto è stato realizzato, in cui il significato delle parole diventa mezzo di espressione tagliente. Ogni singola traccia sembra legata da un unico filo conduttore. Sicuramente c'è un'attenzione nella scelta compositiva, che mira a scuotere, a suscitare la reazione di chi ascolta. A dare vigore e profondità al suono dell'intero disco, ci pensa la produzione di
Daniele Rotella (The Rust and the Fury), che s'impone riversando quel valore aggiunto che questo lavoro meritava. Il folk ritmato che dominava il primo album,
'I mediocri', pubblicato nel 2012, non manca. Ma questa volta è la poetica a fare da traino. Anche l'amore sembra subire le imposizioni del consumismo nel brano
'Canzone d'amore contro il consumismo', tanto da assumere il valore di un bene materiale. Ed è significativo il ritornello:
"Chissà perché vivono tutti così". Perché c'è sempre una 'vernice' a coprire la mediocrità che dilaga. Con un sound incisivo e consapevole, è senz'altro il miglior 'pezzo' tra quelli proposti. C'è da dire, tuttavia, che ascoltando i brani uno dopo l'altro si avverte una sorta di ripetitività degli arrangiamenti, che limita le intenzioni del cantautore, forse per portarlo verso uno stile più lineare e commercialmente riconoscibile, nonostante non manchi una ricerca musicale e concettuale originale e personale.
Michele Maraglino è un cantautore tarantino, classe 1984. Vincitore del premio speciale 'I postumi di Fred' al premio Buscaglione 2013 è stato anche finalista del premio 'Demo d'autore 2013 - Demo Radiouno'. Dopo un buon esordio nel 2012 con l'album 'I mediocri', porta nel nuovo disco le storie di una generazione 'bipolare'. L'album 'Canzoni contro la mediocrità', anticipato dal primo singolo 'I miei coetanei' feat. The Rust And The Fury (guarda il video) si è fatto notare sin da subito, tanto da far guadagnare a Maraglino (e soci) un'apparizione nel programma 'Revolution', ideato dalla 'ex-iena' Alessandro Sortino e andato in onda su TV2000 (canale 28 del digitale terrestre). Numerose e positive le recensioni ottenute, sta ormai per concludere il proprio tour 2015, iniziato lo scorso mese di marzo e caratterizzato da ottimi successi in tutta Italia.