Carla De LeoQuando si parla di cifre, numeri e soldi relativi alle pubbliche amministrazioni, si riscontra sempre grande interesse. E' il momento in cui i cittadini hanno finalmente la possibilità di capire in che modo la politica lavora al loro servizio e, soprattutto, come vengono spesi i loro soldi. Avere la possibilità di accedere ai bilanci pubblici, oltre ad aderire in pieno a un sano principio di trasparenza, offre una fotografia di una parte del Paese: ci fa capire in quali iniziative siamo impegnati e quali sono le priorità e la direzione in cui stiamo guardando o vogliamo dirigerci. Recentemente, presso il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, è stato presentato il sedicesimo 'Annuario statistico' relativo agli impegni dell'Italia in Europa e nel mondo. Numeri che rappresentano fatti concreti: le cifre delle attività, della spesa, degli eventi e delle iniziative promosse dalla nostra diplomazia, dietro le quali si nasconde il lavoro di uomini e donne impegnati nel favorire cambiamenti positivi per la crescita del nostro Paese. L'annuario, consultabile anche on line sul sito del Maeci (clicca QUI, oppure QUI) e su un canale Youtube dedicato (clicca QUI) offre la fotografia di un'Italia attenta ai cambiamenti, sensibile ai temi dello sviluppo e della cooperazione, che percepisce e assorbe questioni legate alla salute, all'istruzione, all'ambiente, alla razionalizzazione della spesa pubblica e via dicendo, come confermano le quattro tematiche principali su cui esso è incentrato: 1) pubblica amministrazione e istituzioni private; 2) istruzione, formazione, cultura e attività ricreativa; 3) popolazione e famiglia, condizioni di vita e partecipazione sociale; 4) giustizia e sicurezza. Bisogna considerare che si tratta, ovviamente, solo di 'spicchi' statistici, poiché la maggior parte del lavoro svolto dalla nostra diplomazia non è quantificabile in base a dati espressamente aritmetici. Tuttavia, come sottolineato dal Segretario generale del ministero degli Affari Esteri, ambasciatore Michele Valensise, "l'Annuario è divenuto, anno dopo anno, un'occasione sempre più piacevole e importante, poiché motivo di soddisfazione per i risultati ottenuti". L'utilità di un simile strumento non risiede nella sola e 'arida' possibilità di 'controllare' la 'fine' e lo scopo dei finanziamenti, bensì, fotografando la realtà attuale, ci permette un confronto con il passato, mostrando chi siamo diventati e cosa potremmo essere domani. "E' un servizio", spiega l'ambasciatore Valensise, "rivolto a tutti: dai cittadini alle organizzazioni culturali, che parla delle cifre delle attività direttamente quantificabili e che, evidentemente, non da la possibilità di un racconto di tutte le attività 'immateriali' che, in realtà, costituiscono il nucleo duro del lavoro della nostra diplomazia". La fotografia che questo rapporto ci fornisce parla di un Paese in evoluzione e in continuo movimento, diretto al miglioramento delle relazioni e dei rapporti con gli altri Paesi, che vuol essere sempre più innovativo e al passo con i tempi e con le 'urgenze' più attuali: aumentano, infatti, sia i servizi a favore delle imprese nazionali, sia la diffusione dell'Italia nel mondo, articolata attraverso eventi diversificati (Settimana della Lingua italiana nel mondo; Collezione d'arte Farnesina). I numeri dell'annuario raccontano, inoltre, di un'Italia molto attrattiva, amata e desiderata da molti stranieri che, ogni anno, vengono nel nostro Paese affascinati dalla cultura, dall'arte e dal cibo. Basti osservare i dati relativi al numero dei 'visti d'ingresso' rilasciati dalla rete consolare, che ammontano a più di due milioni di pratiche, cioè a un +4% rispetto al 2013 (e che equivalgono a un'entrata erariale, per il 2014, di 107 milioni di euro) o alle percezioni per passaporti (+9% dal 2013). Dati che, tra l'altro, dimostrano come russi e arabi siano diventati i nostri principali clienti. La 'voglia di Italia' si conferma anche nell'amore per la nostra lingua, che continua a esercitare un discreto fascino e che si piazza come quinto idioma più studiato (anche se non 'parlato') nel mondo: sono ben 30 mila le scuole italiane all'estero (verso cui lo Stato italiano dà un proprio contributo diretto), nelle quali la maggior parte degli studenti è straniera (in crescita del 3% gli iscritti ai corsi linguistici organizzati dagli istituti di cultura). Indiscutibilmente, strumenti come il rapporto statistico dovranno servire da riscontro volto a verificare che gli sforzi attuati dalle varie amministrazioni siano utili per affrontare nuove e più ambiziose sfide in tema di armonizzazione e razionalizzazione delle risorse e della spesa pubblica. Ma possono costituire anche uno specchio per capire in quale direzione sta andando il nostro Paese.


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