Il romanzo di
Irène Némirovsky 'Suite francese', edito in Italia da Garzanti, racconta le tragedie della guerra in una Francia in piena occupazione nazista. E' un intreccio di storie dove emergono, per istinto di sopravvivenza, i diversi comportamenti umani. Nel cuore della narrazione, una travolgente storia d'amore tra un ufficiale tedesco e una giovane donna. Una vicenda che non poteva non diventare un film, avendo come filo unificatore l'argomento del conflitto mondiale. I capitoli del libro di
Irène Némirovsky, pubblicato postumo nel 2004, in effetti non sono altro che sequenze cinematografiche. Ogni parte del romanzo è visiva. E traccia la trama di una storia ambientata durante il secondo conflitto mondiale, con l'avvento del nazismo e la conseguente occupazione di Parigi. L'adattamento dello sceneggiatore e regista
Saul Dibb ha cercato, probabilmente, di andare a colmare la parte incompiuta del romanzo, ma ha finito col discostarsi troppo dalla scrittura e dalle intenzioni dell'Autrice. Al centro di
'Suite francese' gravita la storia d'amore, complessa e tormentata, tra una giovane donna - che si ritrova con un marito disperso al fronte - e un ufficiale tedesco. In una Parigi colpita dal demone della guerra, si intrecciano situazioni individuali a realtà collettive che appartengono a chiunque. L'Autrice riesce a far percepire al lettore tutto ciò che accade. E la sua abilità sta proprio nel saper descrivere, minuziosamente, le ambientazioni, i luoghi, i personaggi. E' una scrittura indubbiamente pungente e visiva, consapevole del suo profondo respiro universale. L'edizione pubblicata da
Garzanti, con prefazione di
Lanfranco Binni, ci introduce a capire meglio le intenzioni di stesura della
Némirovsky, che divide l'opera in cinque movimenti, forse quattro: l'occupazione tedesca; la vita quotidiana; la Storia e le storie; la tragedia e il cosmo; il grottesco e l'amore. Il lettore ha un ruolo determinante, in questi movimenti: deve ascoltare, vedere, intuire, tanto da finire 'assorbito' dal ritmo e dalla potenza del linguaggio. La
Némirovsky è consapevole di ciò che vuole tracciare sul foglio. La sua intenzione non è soltanto quella di raccontare la guerra e l'occupazione nazista: lei vuole far emergere le tante sfumature dell'essere umano che, in preda alla paura, pur di sopravvivere è disposto a compiere scelte fuori dal commune. La sua è un'analisi schietta della società, attraverso una sottile e acuta ironia. A partire dalla borghesia, per poi passare anche alle classi meno abbienti. I ricchi mostrano la loro indifferenza, una sorta di razzismo verso la servitù. I contadini e i servitori si sentono, a loro volta, in competizione con i loro padroni e cercano un riscatto dalla loro condizione. Altro tassello delicato, ben affrontato nel romanzo, è il rapporto conflittuale tra madre e figli: un tema ricorrente nella scrittura della
Némirovsky. Il libro si apre con la guerra. E l'autrice ci proietta nei primi sentori del dramma:
"Farà caldo stanotte, pensavano i parigini. Aria di primavera. Notte di guerra, l'allarme. Ma la notte svanisce, la guerra è lontana". E mentre tutto scorre, si percepisce che qualcosa cambierà,. Un qualcosa che renderà la Francia completamente diversa. In casa Péricand, si ascolta in silenzio il notiziario: sarà l'annuncio dell'avanzata dei tedeschi a stravolgere le sorti dei protagonisti. Come in un grande esodo forzato, uomini e donne cercano di fuggire verso le campagne. Ed è allora che cade definitivamente ogni distinzione di razza o appartenenza sociale: tutti si ritrovano fianco a fianco, ricchi o poveri che siano, uniti dal medesimo obiettivo: salvarsi dalla guerra. Questo cercare di salvarsi dalla guerra ricorda un quadro di
Theodore Gericault, 'La zattera della medusa', dove gli scampati sono alla deriva verso una inaudibile sorte. Ma la
Némirovsky è lì, attenta a cogliere ogni comportamento, a focalizzarsi sulle azioni, quasi a voler puntigliosamente far emergere limiti e bassezze umane. Ed è evidente che la sua capacità di scendere nel dettaglio dei caratteri, in quella cattiveria che domina l'uomo, vuol essere un motivo di riflessione, lo spunto per riconoscere le brutalità individuali. La seconda parte del romanzo si avvale di un'intensa e autentica storia d'amore. Non siamo di fronte alla solita 'storiella' sdolcinata e banale: qui, Lucile e Bruno vivono nelle loro menti una relazione amorosa intensa, che prende forza nella comune passione verso la musica. Bruno è un ufficiale tedesco: è possibile per Lucile amare il 'nemico'? L'amore è una forza incontrollabile. Ma è poi così nemico l'uomo che ha saputo darle comprensione, che ha saputo ascoltarla e condividere con lei momenti di vita? Con maturità ed eleganza, l'autrice ci pone davanti ai sentimenti. E ciò che resiste è la speranza che il bene possa sempre superare il male, che l'amore possa vincere sulla guerra e sui tanti soprusi della società. Un romanzo sicuramente da leggere, per capire la Storia, le sensibilità individuali, l'umanità intera.
Suite francese
di Irène Nèmirovsky
Garzanti Libri
pagg. 432, € 4.90
Irène Némirovsky nacque nel 1903 a Kiev, in una famiglia dell'alta borghesia ebraica. Emigrata a Parigi nel 1919, frequentò la Sorbona e si appassionò ben presto alla lettura di Huysmans, Wilde e Proust. Ai primi racconti seguì, nel 1929, il romanzo dell'affermazione: 'David Golder'. Dopo l'invasione tedesca della Francia fu arrestata e deportata ad Auschwitz, dove morì, nell'agosto del 1942, dopo poco più di un mese di prigionia.