Chiara ScattoneA volte, i conti non tornano. Dal 6 maggio scorso il centro delle Microcitemie di Roma ha sospeso a tempo indeterminato le attività sanitarie e i suoi pazienti sono costretti a rivolgersi altrove. Anche se, a giudicare dal numero di automobili che in questi ultimi giorni hanno varcato il cancello di via Galla Placidia 28 a Roma, i cittadini e le Ausl regionali non sono stati avvertiti. Così, ogni mattina, piccoli gruppi di persone si ritrovano spaesati e arrabbiati all'interno di un cortile, cercando di capire, cellulare alla mano, cosa fare e dove andare. Il centro delle Microcitemie ha interrotto le sue attività e la direzione ha inviato la richiesta di mobilità per i suoi 20 dipendenti e i 10 collaboratori. La Regione Lazio, in una nota riportata il 12 maggio da Susanna Novelli de 'Il Tempo', giustifica la scelta di chiudere il centro perché il laboratorio "non è a norma ed è sprovvisto delle necessarie autorizzazioni. Sono questi i motivi che hanno portato la stessa struttura a sospendere le attività sanitarie, in attesa degli interventi di messa a norma e della regolare autorizzazione. Tutti i soggetti privati autorizzati e accreditati con il Ssr devono rispettare i requisiti di legge. Il centro, invece, agisce in assenza di tutto questo e in base a progetti di natura sperimentale. È stato chiesto all'associazione di adeguarsi alle norme. Nel frattempo, per non interrompere le attività di screening abbiamo richiesto a Tor Vergata, che ha uno dei laboratori più avanzati in Europa, gestito dall'istituto Mediterraneo di ematologia, di rendersi disponibile per le attività di prevenzione". Noi 'malpensanti' ci siamo posti subito delle domande e dato vita alle nostre congetture: la Regione chiude il centro delle Microcitemie, perché formalmente non a norma e sposta le attività di screening all'Ime (istituto Mediterraneo di ematologia) di Tor Vergata, forse il centro più importante per i trapianti di midollo osseo per la cura della Talassemìa. Il professor Guido Lucarelli - padre del ben noto scrittore di 'gialli', Carlo - avrà mai ricevuto la comunicazione della Regione, oppure si rivolgerà, ancora e come sempre, come le Ausl regionali, al centro delle Microcitemie per effettuare diagnosi molecolari e le sintesi globiniche pre e post trapianto? Il professor Lucarelli sarà pronto ad affrontare l'arrivo dei quasi 12 mila pazienti che ogni anno si rivolgevano al centro delle Microcitemie? Tra i dubbi e le congetture che riusciamo a ipotizzare, il silenzio che finora ha contraddistinto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, appare indicativo, se non illuminante. Come qualcuno ha fatto notare, l'assenza sulla scena di Zingaretti rappresenta una volontà politica ben precisa. Va bene, ma quale? Si è posto la domanda anche il consigliere regionale Fabrizio Santori de 'La Destra', che dal marzo scorso richiede formalmente al presidente una delucidazione in merito al totale disinteresse mostrato dalla Regione Lazio verso il centro delle Microcitemie, una delle eccellenze sanitarie dell'Italia centrale. Fin dal novembre scorso, infatti, il centro, attraverso la presidente e il direttore sanitario, hanno più volte chiesto alla Regione di prendere una decisione, domandando altresì rassicurazioni sulla continuità del progetto di prevenzione e di screening. Ma la Regione e Zingaretti in particolare hanno sempre taciuto, mostrando una fermezza e una compattezza come mai si era vista prima. Il consigliere Santori affonda, inoltre, il 'coltello' nella 'piaga' e, in una nota del 5 maggio scorso, ricorda che "mentre Zingaretti annuncia risparmi, riassetti e l'uscita dal commissariamento e ci racconta di una sanità vicina sempre più alle esigenze dei cittadini, ci rendiamo tristemente conto, ogni giorno, che la realtà è un'altra. La verità è che la superficialità e il lassismo dimostrato su alcuni temi, produce, di fatto, non soltanto pesanti disservizi, ma soprattutto maggiori oneri, con l'aggravante di veder smembrato definitivamente un patrimonio di grandi professionalità". A nulla sono valsi gli appelli, le lettere, le mail e le interrogazioni sollevate sia al presidente Zingaretti, sia al presidente della VII commissione consiliare permanente del Consiglio regionale del Lazio 'Politiche sociali e salute', Rodolfo Lena (Pd). Tutto tace, o quasi. E molte cose sembrano essere già deciso, o quasi. Qualcuno ipotizza, dopo le pressioni della stampa e l'insistenza di alcuni politici regionali, una riunione della VII commissione 'Salute', proprio per discutere della questione che riguarda il centro delle Microcitemie. Pare, infatti, che i quasi due milioni di finanziamento negati all'Anmi e ipotizzati 'in viaggio' verso altri lidi, come l'Ime di Tor Vergata secondo alcune 'malelingue', abbiano preso strade diverse. Sarebbe stato 'strano', difatti, se a beneficiare di quei "miseri" 1,6 milioni di euro fosse stato realmente l'istituto Mediterraneo di ematologia che, da quanto si evince dal suo sito internet, può godere di una cospicua elargizione congiunta tra ministeri (Salute, Affari Esteri ed Economia) e Regione Lazio. Resta dunque da sperare che la commissione Salute della Regione avalli l'auspicio già dichiarato dalla Regione stessa nella sua unica esternazione pubblica, quando si augurava la ripresa delle attività e del finanziamento di allora - 1,6 milioni di euro - a seguito della messa a norma dei laboratori del centro delle Microcitemie e del rilascio delle relative autorizzazioni. Quale migliore momento, se non questo, in cui le attività sono ferme e i dipendenti sono a casa in mobilità, per iniziare i lavori di risanamento del centro delle Microcitemie? Un solo dubbio: chi pagherà per tutto questo? Auspichiamo sia proprio la Regione Lazio a farsi promotrice di un investimento di questo genere, che non solo apparirebbe come lungimirante dal punto di vista economico - si spenderebbe 2 oggi, per guadagnare 10 domani - ma anche socialmente e 'sanitariamente' utile, visto che garantirebbe la sopravvivenza e la lunga vita di una delle eccellenze sanitarie regionali più riconosciute a livello internazionale.


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Chiara Scattone - Ravenna - Mail - mercoledi 20 maggio 2015 12.34
Cara Anna, innanzitutto ti ringrazio per la tua iniziativa che io e altri abbiamo condiviso con grande partecipazione. Persone come lei sono preziose.
Credo che il direttore del Centro e la Presidente abbiano intenzione di presentare le firme raccolte domani (giovedì 21) nel corso di un incontro in Regione davanti alla VII Commissione Salute, cui però temo il PD non prenderà parte (sic!). Speriamo che il gran numero di firme raccolte possa dare un chiaro segno di quanto sia importante che il Centro delle Microcitemie continui la sua opera.
Anna - Roma - Mail - martedi 19 maggio 2015 14.47
Sono la promotrice della petizione contro la chiusura del centro di microcitemia di roma. Le firme a oggi sono quasi 2.500, e vorremmo metterle a frutto (sempre che possano servire a qualcosa) con una consegna alla regione entro fine maggio. Lei ha qualche suggerimento da darci per organizzare la 'trasferta'? Ho provato a mettermi in contatto con il consigliere Sbardella che, da quanto avevo letto, mi era sembrato interessato e sensibile alla questione, ma non ho ancora avuto risposta.
Un cordiale saluto e (spero) a presto.
Anna Cetta


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