Crisi, crisi, fortissimamente crisi. Maledetta disoccupazione, per non parlare dello 'spread'. Tutto sembra incerto e gli euro in tasca non bastano mai. Ne avessimo qualcuno in più, chissà cosa compreremmo. I desideri vanno in frantumi contro il muro della 'austerity':
"Dobbiamo tirare la cinghia", si dice in 'giro'. In effetti, quella l'abbiamo già tirata da tempo. Al ristorante, un antipasto e un primo bastano e avanzano. Di più, è una rarità. La medicina? Si parla di 'quantitative easing', espressione complessa, che sta a significare l'immissione di moneta 'fresca' in un sistema malato. Come quando il paziente necessita di una bombola di ossigeno. Se non si fa attenzione, si rischia il default, malattia grave di cui è già affetta la Grecia. E hai visto mai che l'incubo dal Peloponneso giunga anche qui da noi? A causa di questa situazione, pare che la gente abbia smarrito la capacità di sognare. Proviamo per un attimo a immaginare cosa farebbero gli italiani, morsi dalla crisi, se potessero disporre di uno stipendio più adeguato. Non un mensile da 'nababbi' (sarebbe troppo facile), ma di una busta paga leggermente più 'decorosa'. In altri termini, come spenderebbe quei soldi l'italiano medio, divenuto improvvisamente agiato per un anno? Non ricco, ribadiamo, ma dotato del necessario per pagare un mutuo, l'affitto di casa, le bollette, qualche cena fuori, le vacanze estive, la settimana 'bianca' e la rata di un'auto nuova. Tutto ciò senza doversi lamentare. Già, perché sognare la barca alla Briatore è scontato, ma puntare alla normalità (o poco più di essa) dovrebbe essere lecito, in un Paese "normale". Invece, il fatto che tutto sia difficile rappresenta un'indicazione precisa in merito a una crisi ancora lontana dal mostrare la sua fine. Abbiamo dunque deciso di tastare il 'polso' della situazione, selezionando un nostro 'campione' di persone per genere (uomini/donne) e fasce d'età. E abbiamo scoperto, per esempio, che tra i desideri che si vorrebbero realizzare, quello ricorrente è il viaggio: andare due o tre giorni da qualche parte con la persona amata.
Marina, 29 anni, impiegata 'part-time', confessa:
"Andrei soprattutto all'estero, nelle capitali raggiungibili in breve tempo e dove non sono stata. Oppure, visiterei ancora quei luoghi che amo particolarmente, insieme al mio fidanzato. Una piccola fuga d'amore del sabato e della domenica". Quando si ha un figlio piccolo, la scelta però cambia, soprattutto da parte delle giovani donne, mogli e madri. Con qualche soldo in più potrebbero permettersi una 'tata' e, magari, una domestica, al fine di alleggerire il peso del loro ruolo in famiglia.
Antonella, 33 anni, commessa in una boutique, ne è certa:
"Quando torno a casa la sera, quello che vorrei avere è trovare la tavola apparecchiata e, magari, qualcuno che poi finisca di lavare i piatti. Anzi, a questo punto sarebbe perfetta una domestica. In questo modo, io e mio marito potremmo recuperare del tempo per noi". Sara, 39 anni, parrucchiera, sposata da 15:
"Lavoriamo entrambi, per fortuna, ma il tempo che rimane da condividere con mio marito se ne va per le pulizie della casa. E dopo aver sbrigato queste faccende, francamente la stanchezza è tale che terminiamo sul divano. Io a leggere un libro, lui a guardare la televisione. Certo, una domestica sarebbe l'ideale". Catia, 41 anni, segretaria e neo-mamma per la seconda volta osserva:
"Da quando è nata la piccola, qualche mese fa, dopo il primogenito che ha già 3 anni, ci siamo resi conto che una 'tata' sarebbe stata fondamentale". Su questo fronte, a dire il vero, anche gli uomini si dimostrano sensibili: comprendono la necessità di avere, talvolta, qualcuno che badi al bambino in casa.
Antonio per esempio, 35 anni, giornalaio:
"Ci abbiamo provato ad assumere una 'tata', ma non riuscivamo a sopportarne il costo economico". C'è poi chi focalizza l'attenzione sull'acquisto di beni utili per la vita quotidiana.
Anna, 31 anni, cantante:
"Comprerei un nuovo Pc, rinnoverei la mia tecnologia: cose che durino nel tempo. A pensarci bene, anche qualche capo di abbigliamento, come una giacca alla moda e un tubino nero". Più che gli uomini, sono soprattutto le donne a dimostrarsi lungimiranti. Tendono a considerare da subito il fatto che lo stipendio sia limitato nel tempo. Per cui, sfizi a parte, farebbero tesoro della fortuna che riceverebbero per i 12 mesi.
Linda, 26 anni, impiegata comunale:
"Metterei da parte qualcosa. Forse, cercherei anche di effettuare piccoli investimenti, per farli fruttare. Certo, realizzerei anche qualche desiderio: qualche viaggio, soprattutto". Alice, 31 anni, titolare di una azienda che si occupa di comunicazione ed eventi:
"Domanda difficile: probabilmente, metterei un po' di quei soldi da parte e mi concederei qualcosa. Tipo un bel viaggio". Per trovare, invece, uomini 'maturi', bisogna che sia matura anche l'età. Sono i maschi più adulti, infatti, quelli sopra i 50 per intenderci, a rispondere senza farselo chiedere due volte che metterebbero tutto a risparmio.
Nicola, 54 anni, biochimico, ha le idee chiare:
"Metterei tutto il possibile da parte per gli anni a seguire". Qualche padre scrupoloso fa anche due calcoli per la vita che verrà dopo il lavoro:
Riccardo, 51 anni, autista di autobus:
"Quei soldi li lascerei stare. Vivrei come ho sempre fatto. Dopo la pensione, li tirerei fuori per partire. Vorrei fare un lungo viaggio con la mia compagna". Facile immaginare che i giovani tendano a 'bruciare' velocemente le risorse, lasciando solo qualche risparmio per il dopo.
Leonardo, 23 anni, studente di medicina:
"Acquisterei subito una moto. Poi me la godrei un po' tra viaggi e cene con gli amici. Tanto si vive una volta sola. E quell'anno lo prenderei come anno sabbatico". Alessandro, 29 anni, tassista:
"Mi basterebbero 3 mila euro al mese. Cosa farei? Metà in divertimenti vari, l'altra direttamente in banca". Sorride, ci pensa un attimo e poi lascia intendere che per
"divertimenti vari" sono inclusi quelli sessuali:
"Un bel viaggio a Cuba...". Cosa succede, invece, con le signore? Dai 50 anni in su, il sogno ricorrente è, ancora una volta, il viaggio.
Franca, 59 anni, insegnante di lettere:
"Prenderei quei soldi per organizzare dei viaggi con mio marito, per recuperare il tempo perduto". Stessa opinione per
Elisabetta, 64 anni, impiegata all'Inps:
"Sarebbe stupendo: finalmente potrei organizzarmi per partire. Un anno di stipendio in più non mi renderebbe ricca. E sarebbe inutile acquistare beni che posso comprare anche adesso e a prezzi più bassi. Se mi serve un auto, la trovo usata: acquistarla nuova non è necessario. Dunque, con dei soldi in più potrei partire". Il viaggio come motivo ricorrente, dunque. O in quanto valvola di sfogo dalla crisi e momento per recuperare i propri spazi, che il lavoro e le mille difficoltà della vita sembrano rubare e non restituire. Questo, in fondo, è il vero desiderio di molti italiani. E gli ultra 70enni? Senza distinzione tra uomini e donne, conserverebbero tutto per i nipoti. Chi sopravvive appena con la pensione, li spende anche per se stesso. Chi, invece, si trova nella fortunata condizione di non dover aiutare i propri cari, farebbe volentieri
"un ultimo viaggio intorno al mondo, prima di andare lassù, sulla luna". Prendiamo la riposta 'dolceamara' di
Angelo, 81 anni, pensionato, per concludere affermando che, in fondo, gli italiani non sono poi così esigenti. Come diceva una canzone sanremese di
Fiordaliso: "Non voglio mica la luna". Eravamo nel lontano 1984, non c'era la crisi di oggi, ma evidentemente quel desiderio di evadere, di partire, era già insito nella mente di qualcuno. La differenza è che, con le tasche vuote, il bisogno si sente di più.