Il lupo è considerato, sin dall'antichità, creatura di grande forza e intelligenza. Anche se spesso incute terrore e l'uomo lo vede come un animale feroce. Secondo la mitologia è simbolo di potere e vittoria. In Asia, rappresenta addirittura il custode delle porte che permettono l'ingresso ai celestiali mondi. E si pensa sia tra gli antenati di
Gengis Khan, il grande condottiero e sovrano mongolo. Basandosi sul romanzo
'Il totem del lupo' di
Jiang Rong, il regista
Jean Jacques Annaud realizza
'L'ultimo lupo', un film di genere 'avventura' girato in Cina, ma ambientato principalmente nella Mongolia interna nel periodo della grande rivoluzione culturale, lanciata nella Repubblica popolare cinese nel 1966 da
Mao Zedong. Il protagonista è il giovane studente di Pechino Chen Zhen, mandato nella steppa mongola a fare da insegnante ai bambini delle tribù nomadi. Affascinato dal mondo dei lupi, decide di studiarli da vicino e conoscerli meglio. Salva così di nascosto un cucciolo di lupo, andando contro il governo cinese, che aveva ordinato di eliminare tutti i piccoli dalle tane. Il regista di
'Sette anni in Tibet' e
'l'Orso' si mette nuovamente in gioco, toccando una tematica di delicato impatto sociale e ambientalista, motivato anche dal fatto che il libro di
Rong è il libro più letto in Cina dopo il
'Libretto rosso' di
Mao. Il titolo originale della produzione cinematografica è
'Wolf Totem'. In Italia, è stato 'prontamente' ed erroneamente tradotto come
'L'ultimo lupo', togliendo tutta la simbologia e il valore della parola
'Totem', che invece avrebbe racchiuso il fascino più autentico dell'intero film. Per il popolo mongolo, che vive nel rispetto delle tradizioni e dell'ambiente, il lupo è una creatura divina più che un nemico da annientare e uccidere. La traduzione, che poco si addice al titolo originale, va dunque a penalizzare un lavoro che già fatica a non subire le regole del business e si allontana da quello standard di qualità che, invece, un film del genere meriterebbe. Sono i luoghi scelti, la bellezza della natura e della steppa a mantenere 'discreto' il valore della pellicola. Il lupo, nella sua figura dominante, rimane il fulcro centrale del film, anche se la sceneggiatura alterna richiami alla spiritualità e all'animismo, portando alla luce una serie di personaggi che avrebbero potuto essere comunque essere caratterizzati da un'identità e da una funzionalità maggiormente definite, all'interno della storia. Alcuni di essi rientrano appena nella trama, con qualche accenno, quasi per non farci dimenticare che siamo nella Cina della rivoluzione culturale. E si fa fatica a capire il motivo della loro presenza, se non si è attenti a ricollegare il fatto politico di un Partito che impone e comanda. Riduttivo è dare tutto il peso dell'educazione dei popoli con una serie di modelli culturali da imporre alla figura del giovane Chen Zhen, che salva un cucciolo di lupo dalla campagna di sterminio del governo, addomesticandolo. Il legame tra il ragazzo e l'animale, intimo e forte, è forse l'unico momento di spessore, che nel complesso rafforza il film, seppur con tante piccole sfumature contrastanti. S'infila appena il sentimento dell'amore. E la figura di Chen Zhen si perde in una contraddizione, quando accenna alla donna di cui è innamorato che non lascerà mai la steppa, mentre in chiusura del film cambia totalmente versione, affermando di tornare in città dove ha sempre voluto ritornare.
Annaud, per scelta registica, forse si limita nell'entrare in argomento politico. E concentra tutta la storia sul rapporto tra l'ultimo lupo e il giovane studente, che alla fine deciderà di rendere libero l'animale. E' chiara l'intenzione di mettere in luce il lupo come predatore astuto e intelligente, fondamentale per l'ecosistema e per la natura che ci circonda, fatta da scenari spettacolari, dai colori unici. E sono proprio le inquadrature delle montagne, dei laghi ghiacciati, dei prati verdi e in fiore a condurci in un equilibrio che si spezza, molto spesso, proprio a causa delle azioni dell'uomo. Purtroppo, è il lupo, ormai in via di esitinzione, a subire le conseguenze di un sistema che poco tutela e rispetta la specie.
L'ultimo lupo
Genere: Avventura, Drammatico
Anno: 2015
Regia: Jean Jacques Annaud
Sceneggiatura: Jean Jacques Annaud, John Collee
Cast: Feng Shaofeng, Shawn Dou, Ankhanyam Racchaam, Yin Zhusheng
Fotografia: Jean Marie Dreujou
Musiche: James Horner
Produzione: Edko Films, Loull Productions, Loull Productions
Distribuzione: Notorious Pictures
Paese: Cina, Francia
Durata: 121 min.
TRAMAChen Zhen, giovane studente di Pechino, viene inviato nelle zone interne della Mongolia per insegnare a una tribù nomade di pastori. A contatto con una realtà diversa dalla sua, Chen scopre di esser lui quello che ha molto da imparare: sulla comunità, sulla libertà, ma specialmente sul lupo, la creatura più riverita delle steppe. Sedotto dal legame che i patori hanno con il lupo e affascinato dall'astuzia e dalla forza dell'animale, Chen un giorno trova un cucciolo e deciderà di addomesticarlo. Il forte rapporto che si crea tra i due sarà minacciato dalla decisione di un ufficiale del governo di eliminare, a qualunque costo, tutti i lupi della regione.