Francesca BuffoIn un 'sistema-Paese' stressato dalla crisi, con una crescita annuale (2013-2014) del Pil pari a zero, non si può parlare altro che di paralisi del mercato del lavoro. Ora, di analisi macro e microeconomiche ne possiamo discutere quanto vogliamo. Ma la quotidianità offre spunti di riflessione diversi dal continuo rinfacciarsi colpe e meriti fra politica, istituzioni e sindacati. Perché fra il cercare e il non trovare un contratto di assunzione esistono mille variabili, di cui raramente si parla. Per darvi un vivido esempio di ciò, riportiamo lo stralcio di una lettera giunta in redazione qualche settimana fa. "Buongiorno, sono un 'non più tanto giovane' precario milanese. Da quando ho ottenuto un diploma professionale ho lavorato nel settore edile. Mi sono specializzato come carpentiere e, successivamente, nel settore delle facciate ventilate. Già a 18 anni ero economicamente indipendente e vivevo da solo. Oggi ne ho 32 e 'sopravvivo' grazie allo stipendio (un apprendistato) della mia compagna. La crisi ha fatto chiudere molte aziende nel mondo dell'edilizia. Così, di anno in anno, è diventato sempre più difficile trovare incarichi in questo settore. Parlo di lavori per brevi periodi, pagati poco e male. Da qualche mese, forse grazie all'Expo, finalmente trovo annunci di ricerca di operai carpentieri specializzati. Sostengo diversi colloqui e, finalmente, mi offrono un contratto a tempo determinato e ipotizzano uno stipendio da milleurista o poco più. Devo però effettuare un periodo di prova. Mi fissano un appuntamento per andare a 'firmare il contratto'. E' venerdì e devo iniziare il lunedì successivo. La proposta che trovo sul tavolo è un mese di 'prova-stage' a 250,00 euro (ne spenderei più di benzina per raggiungere il luogo di lavoro). Naturalmente, nessuna certezza per il futuro. Operaio specializzato carpentiere con formula stage? Il mio cervello si 'sconnette', per evitare di dare in escandescenze. Spiego che è inaccettabile. Rispondono che chiederanno al commercialista se possono cambiare la formula e mi faranno sapere. Lascio a voi ogni commento". Mi chiedo cosa si può rispondere a una lettera di questo tipo. E mi resta una domanda in testa: ma se il lavoro non c'è, la colpa di chi è?

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