Carla De LeoMa quali principesse sul pisello? E Biancaneve coi sette nani? Per non parlare di Cenerentola. Basta: hanno stufato! Dopo anni trascorsi ad ascoltare le loro storie, finalmente possiamo ammetterlo: la vera attrazione delle fiabe non è mai stata né la fanciulla ingenua, né quel ‘pirla’ del principe azzurro, ma le streghe e le fate cattive! Loro sì che riescono a catturare l'attenzione. Troppo facile immedesimarsi nella bella addormentata nel bosco: volete mettere un vestito nero e sexy, una bacchetta e una serie di accessori pseudo-sadomaso, insieme a un tocco di ‘polvere’ magica per fare ciò che vi pare? Messa in questi termini, potrebbe sembrare che la figura della strega possa attrarre di più l'immaginario adulto. Invece, non è così scontato che una qualche 'simpatia' non la susciti anche nella candida mente dei bambini. Siamo giunti a questa riflessione dopo aver assistito allo spettacolo teatrale: ‘La bella addormentata nel bosco’ al ‘Vascello’ di Roma. Un adattamento per il palcoscenico della storia raccontata sia dai fratelli Grimm (‘Rosaspina’), sia da Charles Perrault. Il lavoro del regista Danilo Zuliani e degli attori della compagnia ‘Nomen omen’ è stato davvero interessante. E come i bambini presenti, anche noi adulti, battuta dopo battuta, ci siamo lasciati trasportare dal racconto. A catalizzare l’attenzione, come si diceva, la strega cattiva e le sue sorelle. Streghe anch’esse, naturalmente, ma ‘buone’. La riprova di ciò l’ha fornita proprio una bambina, che all’inizio della nostra intervista si è avvicinata perché voleva “conoscere le streghe”. Ma leggiamo cosa ci hanno raccontato quella figura misteriosa della fata cattiva ‘ma non troppo’, le sue sorelle e gli altri personaggi.

Carissime streghe, i bambini vi ammirano: guardano voi, soprattutto, assai meno gli altri protagonisti. Come vi trovate nella vostra ‘posizione’?
Fata del Fuoco/Valeria De Angelis: “Le fate ‘catturano’ perché hanno il potere di rovesciare il destino umano, implementando anche le facoltà delle persone e dando quella fiducia e quella possibilità di migliorarsi. Lo spettacolo è nato come progetto per bambini, per far vivere loro un’esperienza compiuta, fantasiosa, ma anche pedagogica”.

Fate buone o cattive, non è che i bambini distinguano proprio in questi termini in maniera perentoria. Anche perché, per esempio, la fata del Fuoco da cattiva si riavvicina alle sorelle buone: perché confondere le cose?
Fata dell’Aria/Luciano Giugliano: “Il bene e il male provengono dallo stesso ‘ceppo’. I bambini non percepiscono tanto la differenza. Come nella vita, in ogni famiglia capita che ci sia la ‘pecora nera’, che a volte ritorna sui propri passi. C’è un gesto d’amore che riporta il male verso il bene”.
Fata della Terra/Alessandra Maccotta: “In realtà, la bambina di Susanna, la fata dell’Acqua, ha confessato di essersi quasi più spaventata per lo ‘Spirito del lago’, che in realtà è il personaggio buono, che mette tutte le cose a posto, piuttosto che per la strega cattiva, la fata del Fuoco, Malefica”.

Com’è per i bambini passare dal cartone animato al palcoscenico? Fanno fatica a capire l’adattamento teatrale del testo che sono stati abituati a vedere prima come cartone?
Valeria De Angelis: “Ce lo siamo chiesti, soprattutto nella fase iniziale del lavoro. Perché il cartone animato è il primo richiamo. Fortunatamente, ‘La bella addormentata’ è un cartone datato. Per me è stato il primo, 35 anni fa. Quindi abbiamo avuto anche una certa libertà. Reinserendo lo ‘Spirito del lago’, poi, si crea una complessità narrativa che rende il tutto molto meno ‘piatto’…”.

Forse è più un problema per gli adulti: a un certo punto una mamma ha confessato al bambino che qui voi avete mescolato due favole: “Stasera vado su internet, le trovo e te le racconto”…

Alessandra Maccotta: “Teatro e cartoni animati sono due mezzi di comunicazione diversi. Nel teatro, in realtà, anche se il bambino conosce la storia e anche se, come abbiamo fatto noi, ci sono dei cambiamenti, ci vedono in carne e ossa. Rivivono, dunque, la fiaba come un’esperienza nuova”.
Luciano Giugliano: “Il teatro distacca i bambini. I procedimenti mentali di cui stiamo parlando ora (comparare una cosa già vista…) loro non li fanno: sono molto più istintivi. Il bambino vede una cosa e gli parte l’immaginazione. Quando mi vede ‘volare’, lui davvero crede che stia per spiccare il volo. Anche se poi cado, sì, ma solo perché sono stato privato dei miei poteri. I bambini seduti qui a teatro sono molto più ‘veri’ degli adulti: in una fiaba ci entrano dentro. La loro enorme fantasia gli consente di non estraniarsi da quello che stanno vedendo e di non giudicare. Magari lo fanno dopo, ma finché sono qui, ci credono”.
Valeria De Angelis: “Per noi è tutto molto più stimolante, certo: con loro possiamo giocare a 360°, abbiamo un canale aperto. Non sono prevenuti, per forza logici. Quindi, c’è la possibilità di vivere il gioco veramente, così come quando eravamo piccoli e giocavamo a ‘cowboys e indiani’. Tu sei pienamente quella cosa lì. Tanto che, quando usciamo, come è successo l’altra settimana, i bambini hanno paura a toccarmi. Noi siamo qui e siamo personaggi ‘vivi’: non c’è per loro soluzione di continuità tra personaggio fatato e ‘sfatato’, in jeans e maglietta. Per loro sono sempre ‘Malefica’…”.
Luciano Giugliano: “Ieri, dopo lo spettacolo alcuni canticchiavano già le canzoni appena sentite. E poi si lanciavano a terra, come faccio io. Erano femminucce che si erano immedesimate in ‘me’, che comunque sono un uomo. Loro, però, la differenza non la vedono più e, a un certo punto, io divento una donna, imbranata per di più…”.

Infatti, come mai la scelta di prendere un uomo in un ruolo femminile?
Luciano Giugliano: “Essendo l’elemento comico del gruppo, questa scelta è voluta. In realtà, eravamo partiti che dovevo fare il principe azzurro: avevo mandato la foto al regista che poi, vedendola, mi ha detto: ‘Tu farai la fatina dell’aria’. Pensavo fosse una battuta, invece…”.

In questi spettacoli per bambini, che si tratti di favole moderne o più classiche, la reazione è diversa?
Valeria De Angelis: “Io vedo sempre lo stesso incantamento. C’è proprio il piacere di perdersi”.
Fata dell’Acqua/Susanna Gentili: “Consideriamo anche la sinergia del teatro, le musiche, i colori…”.
Luciano Giugliano: “L’elemento magico già lo fa il pubblico: sono i bambini”.

Ne ‘La bella addormentata nel bosco’ abbiamo assistito a una ‘invasione di campo’ da parte di voi attori. Anche la musica, suonata dal vivo, ha il suo ruolo e i suoi spazi preponderanti: rientra tra gli aspetti scenografici o è così perché i bambini sono abituati ad avercela dentro?

Susanna Gentili: “Siamo passati da favole molto conosciute, come Peter Pan, Pinocchio, La bella addormentata nel bosco, in cui c’è sempre la musica dal vivo, l’invasione degli spazi e della platea da parte di noi attori…”.
Valeria De Angelis: “Questi elementi completano l’esperienza. Sensorialmente, i ragazzi vengono stimolati da un altro punto di vista. Se aumenti la quantità delle proposte, aumenta il grado di partecipazione. Succede anche con gli adulti, ma molto di più con i bambini. La musica, le luci, gli attori che provengono da sopra e da sotto: il teatro diventa un luogo che li immerge totalmente”.
Alessandra Maccotta: “Non sono abituati ad ascoltare musica dal vivo, per cui offriamo loro un’esperienza che difficilmente hanno già fatto”.
Luciano Giugliano: “Se al bambino lasci ‘spulciare’ la vicenda non soltanto attraverso monologhi e dialoghi, ma anche tramite le canzoni, quando tornano a casa già le canticchiano. Si ricordano meglio tutto. ‘Dodici uova per una torta degna di un re’. Anzi, ‘per una crema degna di un re’. Non riuscivo a ricordare la battuta, la sbagliavo tutti i giorni. Una bambina, dopo averla sentita solo una volta, l’altro giorno, già la ripeteva perfettamente…”.
Il re/Stefano Germani: “Perché lei, al contrario di te, ha ancora tutti i ‘neuroni’…”.
Luciano Giugliano: “Può darsi…”.

Pare di capire che vi divertiate molto di più a recitare per i bambini
Le fate: “Noi sì”!

Negli adulti, però, c’è ancora molto della favola, tornano a reimmergersi nel loro mondo infantile
Luciano Giugliano: “È una scusa…”.
Stefano Germani: “Non si diventa mai del tutto adulti e spesso si ritorna bambini: non è che si toglie l’adulto e si mette il bambino…”.
Luciano Giugliano: “Lui è in terapia, infatti…”. (viva ilarità, ndr)

Quindi, non fate solo spettacoli per bambini?
Stefano Germani: “No, no… Facciamo anche spettacoli per donne sole…”. (si ride, ndr)

Risate a parte, il prossimo spettacolo su cui state lavorando, in effetti, si intitola: ‘Bordello’. Come dire: nomen omen. E dopo?
Le fate: “Torneremo presto a uno spettacolo per bambini: le streghe torneranno…”.




La bella addormentata nel bosco
Adattamento della fiaba omonima dei fratelli Grimm e di “Rosaspina” di C. Perrault
Associazione culturale Nomen Omen
Adattamento e regia: Danilo Zuliani
Aiuto regia: Alessio Rizzitello
con: Alessandra Cavallari, Valeria De Angelis, Susanna Gentili, Stefano Germani, Luciano Giugliano, Alessandra Maccotta, Alessio Rizzitello, Sara Trainelli, Danilo Zuliani
Musiche: Michele Piersanti
Costumi: Nina Morelli
Scenografie: Anthony Rosa, Emiliano Canope
Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio