Ci siamo: si riparte per le vacanze. Le stime dicono che saremo in tanti: il 6% in più rispetto all’anno scorso. Però, spenderemo 173 euro in meno. La parsimonia, dunque, sarà la vera ‘benzina’ di cui faremo il ‘pieno’, segno che c’è ancora una crisi che morde, nonostante si intraveda una certa ‘voglia’ di ripresa e di allontanamento dal periodo ‘nero’. Crisi a parte, occorre considerare come siano cambiate le modalità di organizzazione delle vacanze: i servizi on line e l’assistenza ‘last minute’ hanno stravolto gli approcci organizzativi più tradizionali e potrebbero ancora smentire le stime ufficiali. In ogni caso, chi parte dovrà far bene i conti. Nonostante questi dati, di segno negativo,
Federalberghi non ostenta preoccupazione. Anche un’indagine
Swg-Confesercenti, presentata nei giorni scorsi, ha evidenziato che la spesa pro-capite stimata si aggirerà sui 788 euro: una differenza non di poco conto rispetto ai 961 euro dell’anno scorso. A essere penalizzati saranno soprattutto gli albergatori, dato che, in via generale, sono gli hotel i luoghi prescelti per il soggiorno delle vacanze. Eppure, il comparto ricettivo non sembra temere il peggio, “a patto che ci siano regole identiche per tutti, il settore può offrire un’opportunità di reddito e benessere sociale”, afferma
Alessandro Massimo Nucara, direttore generale di Federalberghi. “Se ci faremo trovare pronti, i trend in crescita della domanda turistica internazionale non potranno che portare buona occupazione”. A proposito di lavoro e occupazione, non tutti sanno che proprio il settore ricettivo è quello tradizionalmente in grado di offrire stabilità ai giovani e alle donne, “i segmenti sociali che, più di altri, risentono della crisi economica”, sottolinea lo stesso
Nucara. Ottimismo a parte, permangono tuttavia ancora molti nodi da sciogliere: dalla tassazione elevata, al sommerso e all’abusivismo. Tutte questioni che ci mettono in difficoltà nella competizione con la concorrenza estera. Il Governo Renzi, attraverso il decreto ‘Cultura e turismo’, sembra intenzionato a rimettere le cose sul giusto binario della ripresa. Di tutte queste problematiche abbiamo dunque parlato con il
direttore generale di Federalberghi, Alessandro Massimo Nucara, nel corso di questa intervista.
Direttore Nucara, nonostante alcuni segnali di ripresa, quest’estate si spenderà ancor meno del 2013: un drastico ribasso dei prezzi per il soggiorno in hotel non sarebbe più salutare rispetto alle molte offerte a ‘pacchetto’?“Un tempo, si diceva che la matematica non è un’opinione: io penso sia ancora così. Se il numero delle persone che va in vacanza aumenta e la spesa complessiva cala, dipende anche dal fatto che i prezzi diminuiscono. Aggiungo che il sistema alberghiero italiano, primo in Europa per dimensione dell'offerta con 34 mila alberghi e più di un milione di camere, è in grado di offrire soluzioni capaci di soddisfare tutti i gusti e tutte le tasche. Grazie a internet, ogni persona può comodamente esaminare e confrontare migliaia di soluzioni, scegliendo quella che meglio soddisfa i propri desideri e le proprie disponibilità”.
Il ‘ponte’ del 2 giugno viene considerato, da sempre, un ‘banco di prova’ per la stagione che verrà: l’ultimo non è stato incoraggiante, cosa si aspetta?“Confermo che il bilancio del ponte del 2 giugno è stato deludente, per molte località. Hanno influito diversi fattori. Non ultimo, il fatto che gli italiani avevano già investito molte risorse nel ‘triplo ponte’ che è andato dal 18 aprile al 4 maggio, ovvero dal venerdì di Pasqua al ponte del primo maggio. Non è detto, peraltro, che la tendenza registrata a inizio giugno si estenda a tutta la stagione estiva. Va considerato, infatti, che il modo di organizzare e programmare le vacanze è profondamente cambiato, rispetto ai tempi della villeggiatura. Viaggi di durata brevissima e decisioni ‘last minute’ sono all’ordine del giorno, anche durante l’estate, che gli italiani tradizionalmente destinano alla vacanza più importante dell’anno. Anche per questo motivo, Federalberghi preferisce svolgere le proprie indagini a ridosso dei periodi ‘clou’, avendo verificato come le previsioni formulate con eccessivo anticipo vengano spesso smentite clamorosamente dai fatti”.
Quali novità si attende Federalberghi dal Governo Renzi nel settore di vostra competenza?“Il decreto ‘Cultura e turismo”, che a breve sarà convertito in legge, costituisce un primo passo nella giusta direzione con l’introduzione di strumenti per migliorare la qualità dell’offerta, per competere sul mercato on line, per promuovere il ‘brand-Italia’ sui mercati internazionali. Altri passi andranno compiuti nella direzione che era già stata tracciata nel 2013 con il piano strategico, recentemente ribadita dal Documento economico-finanziario presentato dal Governo Renzi. Cito, per esempio, la riforma del Titolo V, il rilascio dei visti turistici on line, una classificazione alberghiera europea, un sistema di trasporti più efficiente. Senza dimenticare la pressione fiscale, il costo del lavoro, il costo del danaro e quello dell’energia. Tutto questo ‘piombo’ nelle ‘ali’ del sistema è una ‘zavorra’, che ci impedisce di affrontare ad armi pari la concorrenza internazionale”.
Duecentomila lavoratori sono impiegati nel comparto turistico ricettivo: quanti in ‘nero’?“La grande piaga dell’abusivismo costituisce uno dei principali problemi che affligge il settore, che negli ultimi anni ha registrato un’esplosione di proposte sottratte a qualsiasi forma di controllo. Secondo l’Inps, gli agriturismi italiani danno lavoro a poco più di duecento persone. Non si conoscono statistiche in relazione al buco nero dei ‘bed and breakfast’. Il mercato si lascia talvolta sedurre da offerte ammiccanti, ma non si rende conto che spesso queste nascondono una realtà fatta di lavoro ‘nero’, evasione fiscale e illegalità. E che il mancato rispetto di determinate regole mette a rischio anche la sicurezza dei clienti”.
Le statistiche citate devono impensierire i lavoratori contrattualizzati?“I trend della domanda turistica internazionale sono in crescita e, se ci faremo trovare preparati, con essi potrà crescere, anche in Italia, la ‘buona occupazione’. Già oggi, il comparto ricettivo dà lavoro a 250 mila persone, in prevalenza donne e giovani, agendo in forma anticiclica su due segmenti del mercato del lavoro che soffrono più degli altri la crisi. Il turismo, quando ripartirà, darà ulteriore occupazione, dunque nuove opportunità di reddito e benessere sociale. È però importante che gli organi di controllo facciano la propria parte, per evitare che la moneta ‘cattiva’ scacci quella ‘buona’. Noi non ci opponiamo alle nuove formule ricettive, ma lanciamo un messaggio molto chiaro: stesso mercato, stesse regole…”.
La ricetta di Federalberghi per risollevare i consumi?“Alcuni indicatori sono sotto i livelli del 2008 ed è illusorio pensare che si risolleveranno grazie ad un tocco di ‘bacchetta magica’. La fiducia delle imprese e dei consumatori si ristabilisce solo in presenza di condizioni di sistema stabili e di un progetto di sviluppo convincente. Ci vorrà tempo, ma l’Italia ha le potenzialità necessarie per intercettare una quota significativa della domanda che i nuovi mercati internazionali stanno generando”.