Nei giorni scorsi, mi è capitato di ‘salvare’ una povera turista belga dalla ormai radicata e nota disorganizzazione della città di Roma. Il tutto, maturando l’assoluta certezza per cui il resto del mondo, a ragione, ci deride: infrastrutture e servizi pubblici inesistenti, assenza di qualsivoglia pannello esplicativo, personale Atac incapace di esprimersi in una lingua diversa dal dialetto romanesco, ci hanno reso la barzelletta dell'Europa. Mentre noi continuiamo a parlare di calcio, dell'uscita dell'Italia dai Mondiali in Brasile e del prossimo ‘reality’ di turno, la nostra amata capitale crolla pezzo dopo pezzo. E assomiglia, sempre più, a un grande castello di sabbia: bellissimo, per carità, ma assolutamente inutile.