“L’incontro di oggi si è rivelato fruttuoso. E la firma della ‘Dichiarazione congiunta sulla cooperazione tra Italia e Slovenia’ costituisce un passo molto importante, che testimonia la piena intesa tra i due Paesi”. Con queste parole, il ministro degli Affari Esteri, Federica Mogherini, ha descritto i lavori della giornata di martedì 27 maggio ultimo scorso, che l’hanno vista impegnata al fianco del suo corrispettivo sloveno, Karl Evjarec. I due ministri si sono infatti riuniti a Roma, nella cornice di Villa Madama, in occasione dell’incontro del Comitato interministeriale italo-sloveno: un appuntamento ormai tradizionale tra i due Paesi, che costituisce un momento di dialogo e un’occasione per individuare temi portanti per la costruzione di un’agenda comune. Al termine della seduta - alla quale hanno partecipato i rispettivi ministri dello Sviluppo economico, delle Politiche agricole, alimentari e forestali, dell’ambiente, Tutela del territorio e del mare, delle Infrastrutture e Trasporti e dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - i Governi si sono dichiarati pronti a rafforzare una collaborazione bilaterale su diversi settori, grazie alla convergenza di obiettivi e intenti. Al centro del dibattito, indicazioni di lavoro concrete inerenti l’individuazione di politiche europee mirate alla crescita economica e a una miglior gestione dei flussi migratori. Proprio sulla questione dell’immigrazione è stata sottolineata la necessità di dover rafforzare la cooperazione regionale, con particolare attenzione all’area del Mediterraneo e in riferimento, soprattutto, all’operazione ‘Mare Nostrum’: “Concordiamo sulla necessità di promuovere politiche europee comuni di immigrazione e di asilo basate sul principio di solidarietà, per una miglior gestione dei flussi migratori”, ha specificato il capo della diplomazia italiana. “È necessario mettere al centro delle politiche europee l’attenzione nei riguardi del Mediterraneo, con l’esigenza di rivedere le politiche di immigrazione e asilo. Bisogna lavorare sulle cause di lungo periodo. E, in questo, ci aspettiamo più collaborazione dall’Europa, soprattutto nella condivisione dei metodi e delle responsabilità. Quindi, condivisione nelle operazioni di salvataggio in mare e nell’accoglienza dei profughi rifugiati e richiedenti asilo. Anche perché la questione dei profughi” - ha proseguito il ministro sloveno - “è un problema che riguarda l’Europa intera e non solo l’Italia e i Paesi del Mediterraneo”. I due Paesi si dichiarano inoltre determinati a sostenere l’integrazione europea dei Balcani occidentali e della Turchia. Priorità e tematiche focali sono state individuate anche in comuni strategie nell’ambito dell’approvvigionamento energetico, delle strutture, delle infrastrutture, dell’alimentazione, dell’agricoltura e dell’istruzione. Essendo la dichiarazione una ‘conferma’ di reciproci impegni, essa costituisce inevitabilmente un memorandum di cooperazione. Si basa e fa, quindi, riferimento a quel primo documento siglato tra la Repubblica di Slovenia e la Repubblica italiana nel 2007, che aveva mirato a chiarire le posizioni dei due Paesi nei confronti delle minoranze nazionali presenti nei rispettivi territori e a regolamentare i diritti degli stessi. Un tema che, inevitabilmente, non poteva essere ignorato durante l’incontro, anche perché tuttora un gran numero di italiani vive in Slovenia, così come numerosa è la comunità slovena che risiede nella Venezia Giulia. E i rapporti, per quanto assai più distesi rispetto al passato, non sempre sono stati ‘sereni’. Pertanto, nel documento congiunto entrambi i Paesi hanno voluto sottolineare come le rispettive minoranze etniche siano considerate “un bene significativo, un fattore di progresso per la cui tutela i due Governi si impegnano ulteriormente”. Dunque, il Governo italiano e quello sloveno continuano a tenere in grande considerazione la questione, occupando, a livello nazionale, ampio spazio nelle rispettive agende politiche, sia sotto il profilo della garanzia dei diritti delle minoranze, sia su quello della sicurezza e ‘controllo’ delle regioni di frontiera. Collaborazione, cooperazione, impegno e volontà rimangono al centro del dibattito. Anche se non si può negare la consapevolezza dell’esistenza di alcune diatribe ancora aperte, indirettamente legate alla storia delle minoranze nazionali, come quella delle opere d’arte sottratte all’Istria. Tuttavia, i due Governi si dichiarano e si riconfermano ‘amici’. E, in futuro, saranno sicuramente trovate le modalità corrette e le soluzioni di compromesso per sciogliere anche questo ‘nodo’.