Martedì 29 e mercoledì 30 aprile 2014, presso la
sala Orfeo del
Teatro dell’Orologio in Roma, via de’ Filippini 17/a, alle ore 21.00 si terrà lo spettacolo
‘Emolacria: una donna è tutte le donne’, un lavoro in stile teatro-danza scritto da
Stefania Biffani, per la regia e le coreografie di
Carmen De Sandi. L'opera sarà interpretata dalla stessa
Stefania Biffani con la collaborazione di
Manuela Cirfera, Melania Pallini, Francesca Zavattaro e la partecipazione del ballerino
Marco Purcaro. Le scenografie sono di
Stefania Savioli, le luci di
Gabrio Contino e le musiche si basano su un brillante progetto musicale in genere ‘dubstep’ di
Violet Monkey. Questa rappresentazione vuole porre in evidenza, attraverso le sue splendide coreografie e danze, il coraggio di una donna, di tante donne, di tutte le donne, che drammaticamente vivono la consapevolezza di una violenza subita in silenzio, che si nascondono dietro un sorriso di impeccabili padrone di casa, di persone che appaiono perfette fuori, ma abbrutite dentro: piene di complessi, manie, presunte inadeguatezze, fondamentalmente sole, alla mercé di uomini dominanti. Donne che devono fare delle scelte e a guidarle è solo l'amore. Tutto ciò viene narrato in ‘Emolacria’, un progetto di teatro danza nel quale quattro figure, attraverso il movimento, raccontano differenti aspetti di un unico personaggio femminile, ognuna con una storia da raccontare. Una coreografia che si sviluppa su musiche ‘dubstep’ da 140 battiti al minuto, in cui le ritmiche sono sincopate e usualmente contengono un solo colpo di rullante. Con la velocità che nel quotidiano caratterizza il succedersi degli eventi, i gesti e i toni alterati, l'impossibilità di sottrarsi a ciò che non ci si aspetta e gestirne le conseguenze.
‘Emolacria’ è il riconoscimento di un peccato ancestrale con cui la donna è costretta a convivere, da sempre. Un peccato che viene raccontato nella gestualità della danza con la lingua dei segni attraverso una preghiera intensa e dissacratoria. Una 'Ave, o Donna' che riflette l'intimo sentire e dissentire delle tante storie di vita senza lieto fine. Un gioco di proiezioni e riverberi di realtà parallele separate da una sottile linea. Perché ciò che succede, è successo e continuerà a succedere.