Ci siamo: sono ormai alle porte le elezioni comunali del 26 e 27 maggio per eleggere il sindaco del comune di Roma. Si tratta di una scadenza elettorale importante: il voto arriva a soli tre mesi da quello nazionale e Roma è pur sempre la capitale d’Italia, con un ampio bacino di voti. È scontato che i principali Partiti politici - ancora in fase di ‘assestamento’ dopo la battaglia nazionale alle urne di fine febbraio e quella per l’elezione del presidente della Repubblica – vedano nel voto per il primo cittadino romano il riprodursi, anche se più in piccolo, di situazioni similari. Il gong per il secondo round sta per essere suonato e Pd, Pdl, m5s hanno scaldato i muscoli, pronti per risalire sul ring. Le amministrative capitoline, però, presentano una novità: oltre ai candidati appartenenti ai principali schieramenti politici è pronto a scendere nell’arena del Colosseo della politica romana un imprenditore, Alfio Marchini, apartitico. Sarà lui l’homo novus in grado di risolvere gli annosi problemi della città? O sulla poltrona del Campidoglio siederà uno degli altri ‘papabili’? La vera sfida elettorale del 26 e il 27 maggio si ‘gioca’ su quattro dei 22 candidati: Gianni Alemanno, sindaco uscente, sorretto da una campagna dell’ultima ora per confermare l’operato del suo governo; il senatore Pd Ignazio Marino, ligure, ma forte della vittoria alle primarie del partito democratico; l’imprenditore Alfio Marchini, indipendente, uomo fortemente legato al territorio; Marcello De Vito, m5s, chiamato ad alzare il vessillo pentastellato in una fase di flessione del movimento (il suo risultato farà capire se i grillini hanno perso punti rispetto alle politiche di febbraio). Per ognuno abbiamo riassunto il programma in pochi punti essenziali. Una sorta di scheda sintetica che permetta di individuare con chiarezza il pensiero e l’azione del futuro Sindaco capitolino, che, a giudicare dai numerosi problemi irrisolti della città, avrà di fronte a sé una sfida importante: la Rinascita di Roma. La capitale, infatti, è da tempo ‘ferma al palo’, per via di una classe politica incapace a trovare soluzioni a problemi poco degni per una capitale europea.Il traffico romano paralizza gli automobilisti e rallenta i mezzi pubblici. Per quanto riguarda il trasporto privato, le proposte delle giornate a targhe alterne o delle ‘domeniche a piedi’, aldilà di purificare l’aria inquinata, non offrono che un misero respiro di sollievo per chi può circolare lungo le vie cittadine. L’ultimo intervento ‘massiccio’ è stato quello di istituire il pedaggio a pagamento, che, a parte ingrassare le casse comunali, non ha mai migliorato lo snellimento della circolazione. Anzi, nonostante tutto, il parcheggio rimane ancora un miraggio e Roma necessita più che mai di nuove soluzioni in materia. Per quanto riguarda i mezzi pubblici, i problemi sono rappresentati dai ritardi alle fermate e dalle vetture troppo ‘piene’ negli orari di punta. Altro aspetto che allontana Roma dal resto d’Europa, è l’orario del servizio: troppa discrepanza tra fascia diurna e notturna del trasporto. La Metro chiude troppo presto, alle 23:30 e soltanto nel fine settimana all’1:30. Il circuito museale e archeologico dovrebbero essere il fiore all’occhiello della città, perfettamente in grado di renderla in questo campo ancora ‘Caput Mundi’. Tuttavia Roma riesce ad incassare appena 45 milioni di euro l’anno (ad esclusione del Colosseo e Palatino che arrivano a superare i 30 milioni) quando il Louvre da solo ne incamera 140. Senza contare che i costi di ingresso spesso sono alti perché puntano al turismo e non differiscono con tariffe agevolate per i residenti. I rifiuti rappresentano un altro problema legato a una mala gestione del passato. Con la chiusura dell’impianto di smaltimento a Malagrotta, nessuno è ancora in grado di dire dove trasportarli. In assenza di altri impianti di smaltimento e visti i ‘no’ di alcune regioni ad accogliere la ‘monnezza’ romana, il pericolo che si scateni un nuovo caso Napoli, è nascosto dietro l’angolo. Questi ovviamente sono solo alcuni dei nodi che il Sindaco e la futura Giunta dovranno sciogliere.
Gianni Alemanno – Il sindaco uscente. Cinque anni fa conquistò il ruolo di primo cittadino quasi a sorpresa. Oggi non è il favorito, ma visti gli ultimi chiari di luna, non si può escludere un suo mandato bis. Alemanno ha impostato una campagna elettorale dell’ultima ora basata sul suo operato di sindaco, vantando, tra le azioni della sua giunta, la riduzione del debito comunale del 30,2% e ricordando, per quanto riguarda la sicurezza dei cittadini, gli oltre 1000 sgomberi dei campi abusivi (rom soprattutto). Le vicende di Parentopoli nelle municipalizzate Atac e Ama non sono un bel biglietto da visita, ma tra le oltre 100 pagine di programma elettorale, alla voce “Efficienza e meritocrazia”, spunta una Commissione di esperti esterni per la valutazione delle nomine che vaglierà i curricula di quanti saranno destinati a ricoprire incarichi fiduciari nell’Amministrazione e nelle società partecipate. Sull’Imu è stato chiaro: abolizione sulla prima casa per famiglie a basso reddito (15.000€), applicando il principio di equità fiscale già adottato per la tassa sui rifiuti nel 2012. Per migliorare la qualità del servizio di trasporto pubblico e di conseguenza il traffico romano, è stato studiato un piano quinquennale che porterà al rinnovamento della flotta dei bus, con l’acquisto di mezzi meno inquinanti e più tecnologici che consentiranno maggiore affidabilità e puntualità. Per incrementare il turismo la strategia scelta è quella di diversificare l’offerta, creando valide alternative al tradizionale tour concentrato nel centro storico e a prevalenza archeologico-religiosa. Si pensa ai parchi a tema, aree per il golf (essendo i golfisti noti viaggiatori), al mare con tutto l’indotto che il settore diportistico può contenere. Inoltre Roma, nelle previsioni di Alemanno deve diventare un centro congressuale importante, dotato di infrastrutture adeguate (la Nuvola di Fuksas, il nuovo Centro Congressi). “Il turismo verrà incentivato in tutte le sue declinazioni”, ha dichiarato il sindaco.
Ignazio Marino – Anche se può sembrare un po’ anomalo che un ligure (è nato a Genova, da madre svizzera e padre siciliano) si candidi per concorrere alla guida di Roma, il 58 enne medico chirurgo, è il candidato che i sondaggi (compresi quelli clandestini che stanno circolando in questi giorni) danno per favorito, anche se non subito al primo turno. Il curriculum da medico è di quelli importanti (era nel team per il primo trapianto di fegato della storia da babbuino a uomo). Prima delle dimissioni di poche ore fa, era un senatore del Pd; in passato ha ricoperto anche altri incarichi politici nelle commissioni parlamentari riguardanti i problemi della Sanità. Cattolico da sempre è favorevole al testamento biologico e contrario all’accanimento terapeutico. Ha vinto le primarie del Pd e appare il più probabile vincitore per la poltrona di sindaco. Anche nella sua ricetta per governare bene la città il trasporto è considerato cruciale. La proposta è quella di rendere più efficiente il servizio attraverso la messa in funzione dei mezzi oggi fermi in deposito, aumentare le linee metropolitane (la linea C fino a Piazza Venezia), e tramviaria (Trastevere-Termini). Per migliorare il servizio dei bus ha pensato di incrementare le corsie preferenziali. Sogna un’Atac slegata dai partiti, priva di un CdA e controllata da un amministratore unico che risponda a un Comitato di cittadini. Negli ultimi giorni è stato al centro di alcune polemiche per quanto riguarda il prezzo del biglietto, che, si è detto, vorrebbe aumentare a 5 euro per i turisti, attirandosi l’ira degli operatori turistici. Lui ha precisato che “Ovviamente l'aumento del costo del biglietto non riguarderà i lavoratori pendolari o gli studenti che vengono da fuori Roma. Ci mancherebbe!”. Nel suo programma è specificato che i cittadini romani delle fasce deboli devono invece pagare di meno e altre agevolazioni saranno pensate per le famiglie. I parcheggi, vero dramma cittadino, dovranno essere aumentati e con tariffe diversificate: meno care man mano che ci si allontana dal centro. In alternativa, bike sharing e car sharing (da usare con un’unica tessera che valga anche come abbonamento Atac) e pagamenti di biglietti e soste tramite nuove tecnologie dovrebbero semplificare la vita agli utenti.Per quanto riguarda i rifiuti, ritiene che la raccolta differenziata vada estesa anche agli uffici, i negozi, i ristoranti. Non vuole sentire parlare di ‘emergenza rifiuti’. In tal senso assume rilievo l’accordo con Colfelice. Gli accordi ci sono e vanno rispettati e prevedono l’invio di rifiuti a Colfelice dove vengono ‘trattati’ producendo combustibile che poi farà rientro nella Capitale. Non vuole una nuova Malagrotta, ma è favorevole alla nascita di diversi piccoli impianti sparsi nella zona di Valle Galeria. La Roma di Marino non è solo centro storico, ma anche la città dei quartieri. Sul primo ha idee innovative: l’intenzione è di pedonalizzarlo nel tempo, aumentando i collegamenti con bus navetta. Non dimentica la periferia che intende valorizzare. Si pensa di ridurre la distanza tra i quartieri, e di ripopolarli, creando luoghi e motivi di aggregazione e incontro sparsi ovunque. Recentemente ha espresso disappunto su come la giunta Alemanno abbia gestito la cultura (intesa come rilancio della città, ivi compreso il patrimonio storico-artistico-archeologico). Ha dichiarato in un’intervista: “La giunta Alemanno ha modificato tutto il settore. Per questo noi vogliamo rilanciarlo: dall’estate romana ai teatri di cintura, dalla notte bianca fino a nuove iniziative legate alle produzioni giovanili”.
Alfio Marchini - Imprenditore, classe 65, Romano doc, nato da una famiglia di costruttori, “imprenditori e comunisti”, come racconta lui stesso. Una apparente dicotomia, ma per l’outsider di queste elezioni affonda là l’origine della sua passione politica. Marchini è la vera novità nel panorama politico romano. Non è legato ad alcun partito, ha una lista civica che lo sostiene e, apparentemente, tanta voglia di fare. In poco tempo è riuscito a ritagliarsi spazio sui media locali e nazionali, mostrando, con quel viso da ‘piacione’ un ottimo appeal. Non vincerà, ma le quotazioni dei sondaggi, per un volto nuovo, appaiono dignitose e per questo, in caso di ballottaggio, determinanti (si pensa che possa sottrarre voti al Pdl favorendo il Pd). La gente conosce forse ancora poco di questo personaggio. Alcuni rumors lo vorrebbero alleato ad Alemanno, nei ballottaggi, ma lui ha smentito l’apparentamento con chi “Non ha una visione di Roma” e ha “tradito tutte le promesse”. Lo sanno bene i tassisti, che in questi giorni hanno scelto di seguire proprio lui, l’imprenditore, abbandonando Alemanno da cui si sono sentiti traditi. Rappresenta un’idea di centro, malgrado quel sottile filo rosso che lo lega al comunismo (ricordiamo che alla morte del nonno - “Calce e martello”, come veniva definito - partigiano da cui ha ereditato il nome, dona al Pci la sede storica di Botteghe Oscure). Nella sua storia personale c’è il trasferimento di parte delle sue attività imprenditoriali all’estero. Una carriera in ascesa che gli consente di frequentare iil jet set internazionale (George Bush senior, Mikhail Gorbachev, Kofi Annan). In Italia è grande amico di Ciampi ma conosce bene gli altri Presidenti: Cossiga, in particolare, lo adorava. Possiede amicizie altolocate anche in Vaticano, un nome su tutti: Ruini. Qualcuno dice che sia vicino all’Opus Dei. Ma di voci ne girano tante. Tornando alle cose concrete, anche per lui il rilancio culturale di questa città passa per i quartieri. “Intendo creare in ogni quartiere un centro culturale”. Beni culturali e turismo devono essere valorizzati a favore di tutti i cittadini, “per far vivere ciascun romano come se fosse un abitante del centro storico”. Contrario all’Imu sulla prima casa, ha proposto anche una sorta di reddito di cittadinanza, una carta di credito con 200 euro al mese per le famiglie in difficoltà. Per quanto riguarda i trasporti, ha intenzione di potenziare la rete metropolitana attirando fondi UE. Anche le periferie dovranno essere dotate di mini bus elettrici come in centro. E per migliorare la mobilità la creazione di nuove corsie preferenziali. Sui rifiuti crede che ci sia una sola opportunità da raccogliere: occorre cambiare il sistema, perché cosi com’è, gli oneri gravano sul Comune mentre i guadagni vanno ai privati e nessun ritorno economico finisce a vantaggio del cittadino. Il problema rifiuti non è facilmente risolvibile con la classica raccolta differenziata, che oltretutto “non è facilmente verificabile”. Il punto è, quindi, intercettare quanto più materiale riciclabile possibile dalla massa enorme di rifiuti che Roma produce, soprattutto attraverso impianti meccanici specifici. Il concetto è sintetizzabile in questo modo: più produci spazzatura da riciclare, più ti pago. L’idea è quella di conferire un beneficio monetario o sconti tariffari agli utenti che consegnano il materiale da riciclare.
Marcello De Vito - Il candidato del Movimento 5 Stelle, rispetto agli altri sfidanti esaminati, sembra essere il meno accreditato. Nonostante provenga da un movimento che alle elezioni nazionali abbia raccolto milioni di voti, De Vito è, nei confronti di Alemanno, Marino e Marchini, il meno noto. E se Marchini è riuscito a colmare (grazie alla sua continua presenza sui media, l’ottima dialettica e un certo ‘fascino’ che non guasta) il gap mediatico nei confronti dell'elettorato, De Vito, forse, rischia di pagare la scarsa popolarità e, come si diceva, il declino (momentaneo) del m5s. Le previsioni oscillano intorno a un 15%, un bottino considerevole, ma misero se confrontato con le ultime medie cui ci aveva abituato il grillismo. Potrebbe rappresentare l'altra alternativa, insieme a Marchini. De Vito è nato nel 74 a Roma, dove vive da sempre nel quartiere di Montesacro, svolgendo la professione di avvocato. Ha vinto le primarie on line con 533 preferenze (su 1300 attivisti). Con un pugno di voti, dopo un anno di presenza nel movimento, si presenta così alla competizione più importante per la sua città.Già dalle dichiarazioni sul turismo si intuisce come si ponga in maniera trasversale. I turisti a Roma? Sono pochi e si fermano meno. Sarebbe preferibile allora istituire un assessorato ad hoc che promuova anche il brand Roma Capitale (ne parla anche Alemanno nel suo programma). Roma dovrebbe diventare la capitale del turismo, nelle sue intenzioni.Non manca ovviamente, da bravo esponente 5stelle, il reddito di cittadinanza e il taglio agli sprechi, "che abbiamo identificati in un 10% del totale della spesa corrente". Come per il trasporto di Roma: "Sono stati spesi 3,5 miliardi di euro sulla metro C. Un costo abnorme, oltre 300 milioni di euro a chilometro, a fronte di una media europea che ammonta alla metà". Il miglioramento della viabilità passa pure attraverso la pedonalizzazione del centro storico e l'installazione di semafori intelligenti negli incroci più congestionati e la creazione di zone da percorrere a 30 km/h. Un punto ritenuto fondamentale per alleggerire il traffico cittadino è l'utilizzo della bici, in sinergia con i mezzi pubblici, disincentivando invece quello dell'auto privata, anche con l'estensione della Ztl. De Vito ha dichiarato: "Da 'romano de Roma' servire questa città per me è un grande vanto e penso sia il massimo che potesse capitarmi nella vita”. Come andrà non lo sappiamo, ma ha garantito che, in caso di secondo turno, non si assocerà con nessuno.